MOVIMENTO popolare di Antonino Leondari

Riflessioni di Antonino Leondari sull’idea di Movimento inteso come corrente ideologica culturale, religiosa ed artistica

Il Movimento, inteso come corrente ideologica culturale, religiosa ed artistica, è determinato da un raggruppamento di più persone che si costituisce ed opera per la realizzazione di determinati programmi.Comunemente la sua costituzione è prettamente di natura sociale ma può essere una formazione politica, alla stessa stregua dei partiti politici, ma, differenziandosi da questi, si pone in contrapposizione.

Il movimento è “Voce di popolo”, che denuncia i disagi, individuali e collettivi, del Paese, esprime indignazione contro il mal governo e il mal funzionamento della burocrazia e della giustizia, ed esterna la perdita di fiducia verso i partiti politici, per l’effetto del fallimento delle loro politiche e per il comportamento opportunistico di molti rappresentanti, che, tradendo gli elettori, si sono approfittati, senza vergogna nè morale, del concetto costituzionale del “senza vincolo di mandato” (art. 67 Cost.), per soddisfare i loro interessi personali.

Ancor oggi, nel terzo millennio, notiamo la vigenza dell’immutata sotto-cultura del dominio e della sottomissione; assistiamo, ora come allora, come da sempre, all’irrigidimento dei governanti che, con ostinata difesa, tendono a tutelare e preservare i loro egoistici interessi personali; constatiamo che costoro, per inseguire e/o mantenere potere, ricchezze e privilegi, aborrano la chiarezza e la trasparenza, danno risalto alle dialettiche eristiche, alla retorica e all’eloquenza, e, distribuendo prebende ed elemosine, si curano di controllare l’ignoranza e la povertà, servendosene; subiamo l’assiomatica ipocrisia della odierna politica che, di fatto, ha imposto al Paese l’oligarchia, mantenendo ed usando impropriamente il termine “democrazia”.

Vero è che, ormai da diversi lustri, l’elettorato attivo, sfiduciato e rassegnato, preferisce, – sbagliando -, non recarsi alle urne e che la percentuale dei non votanti va sempre più crescendo. Ed è per questo che la stragrande maggioranza del popolo sente la necessità di un forte radicale cambiamento: e forte è il sentito bisogno di emancipazione popolare. Ciò detto, il mio auspicio è che si possa camminare insieme per la realizzazione di un necessario cambiamento. Ed è questa la mia idea, la mia riflessione, il mio contributo per un proficuo e costruttivo dibattito.

Il Movimento politico, dovrebbe, con una nuova visione, basarsi, no sull’accaparramento del consenso, così come oggi è inteso ed articolato, bensì sulla condivisione collettiva dei progetti, promuovendo l’educazione politica e culturale del Cittadino per eliminare l’ignoranza, l’indifferenza e la rassegnazione. Un nuovo corso la cui ideologia dovrebbe fondarsi sugli assiomi, assoluti ed inderogabili, di equità, giustizia e libertà, ponendo, come suoi capisaldi i principi dell’agire per dovere, della libertà responsabile e dell’esercizio del controllo.

Il cardine del nuovo corso, così inteso, è il diritto naturale, che, intrinseco nella natura umana, si concretizza con lo jus vitae.

Una nuova architettura che usa il termine dovere al posto di potere, per essere più rispondente ai suoi fini, per evitare fraintendimenti o malsane interpretazioni di pensiero e di azione, per ridimensionare le ambizioni degli interessi degli approfittatori e per entrare in una nuova ottica culturale, rivoluzionaria rispetto a quella finora usata. La politica dovrebbe essere considerata una missione; una obbligazione etica; un obbligo morale che, con il sentimento del provvedere e con spirito di servizio, nel rispetto verso il prossimo e la collettività, si adopera compiutamente a dare serenità, sociale ed economia, al Paese.Il movimento politico, che si prefigge di sviluppare e affermare una nuova e diversa architettura politica, dovrebbe basare la sua azione sulla collaborazione ed il controllo e non già sull’opposizione, così come oggi è esercitata. Emergerebbero l’onestà e le disonestà.

Ed è con questi intendimenti, con questa visione e con questa architettura che Il movimento, dovrebbe trovare lo sviluppo nella condivisione del suo progetto, per decidere di entrare nei gangli delle politiche governative e/o amministrative, rifiutando, aprioristicamente, apparentamenti con i tradizionali partiti politici, ponendosi in posizione equidistante ed approvare, con perfetta onestà intellettuale, ciò che reputa giusto per la collettività, ed opporsi alla disonestà, portatrice di violenza.

Il movimento nel sociale è l’energia, vis activa, forza attiva, di una parte del popolo che tende al cambiamento sociale e politico da uno stato al suo opposto, e per essere il suo opposto non potrà mai operare in regime di compromesso. Perderebbe la sua funzione il suo scopo la sua identità; è come dire, tradendo se stesso, video meliora proboque, deteriora sequor, (Ovidio) vedo il meglio ed al peggior m’appiglio (Petrarca).

Sarà una appropriata legge elettorale, costituzionalmente corretta, a dare il giusto rilievo alla democrazia, e, in attesa di questa, lavorare aspettando di ottenere la maggioranza relativa del popolo per governare, da soli. Per essere pragmatici, concludo affermando, ciò che tutti sanno: Chi regola e determina la vita sociale di un Paese è il DENARO, che ha capacità di tradursi con uso ed effetti dicotomi. Esso è la reale rappresentazione del DIO del bene e del male, che rende l’essere umano buono o malvagio.

Il denaro è la misura di ogni cosa; determina e condizione il vivere individuale e collettivo. Il denaro, acquisito legittimamente, frutto dell’onestà attività lavorativa privata, rientra nel pieno godimento del suo proprietario che lo gestirà a suo esclusivo piacimento. Il denaro versato dai contribuenti nelle casse delle pubbliche, acquista una sua religiosa sacralità. Esso è denaro del popolo, destinato a soddisfare i suoi bisogni individuali e collettivi. Il denaro pubblico gestito con equità ed onestà produrrà serenità sociale. Il denaro pubblico gestito con furbizia e disonestà è fonte di disperazione individuale e collettiva. Pecunia obediunt omnia è base qualificante delle politiche.

09.04.2002

a Cognita Design production
Torna in alto