Bellini International Context: solenne concerto di musica sacra con brani del giovane Vincenzo Bellini e la Messa funebre che Pacini scrisse in memoria del Cigno catanese

Nella pur tumultuosa Storia della Musica, la rivalità tra Bellini e Pacini sembra essere seconda solo a quella tra Mozart e Salieri. I contorni di questo conflitto – tanto esacerbato, e vissuto più o meno a distanza – sembrano sfumare con la prematura scomparsa del Cigno catanese, lutto che registra anche il cordoglio del più longevo concittadino.

Sì, perché anche Pacini era nato a Catania, durante una tournée dei genitori cantanti lirici, che lo affidarono inizialmente ad una balia etnea, per poi venirselo a riprendere. Il resto è storia. Successi e fiaschi, gioie e dolori, amori e abbandoni. All’improvviso la morte. E passati quasi trent’anni dalla dipartita del rivale, Pacini scrisse in memoria di Bellini una Messa di elevata fattura, ma di rara esecuzione, riproposta per il secondo anno consecutivo quale pezzo forte del concreto di musica sacra che il Bellini International Context Catania ha in calendario per il 27 settembre alle ore 21.00, nel Duomo di Catania, dove riposano le spoglie mortali di Vincenzo Bellini.

Il programma prevede in apertura anche due pagine del catalogo bellinano: “Tecum principium” e “Salve Regina” in la maggiore per coro e orchestra. L’evento, a ingresso libero, rientra nel ricco e articolato programma del Context, che vede la Regione avvalersi di prestigiosi partner istituzionali, tra i quali spiccano in questo caso l’Arcidiocesi di Catania, Il Conservatorio Vicenzo Bellini di Catania e il Teatro Massimo Bellini. L’esecuzione è affidata all’Orchestra del Conservatorio e al Coro dell’ente lirico etneo. Sul podio Epifanio Comis, qui in veste di autorevole direttore d’orchestra, ruolo che si affianca alle sue credenziali di eccelso pianista e didatta, le stesse che lo hanno portato ai vertici del panorama musicale e a raggiungere prestigiose mete, non ultima la direzione del Conservatorio.

L’esecuzione è affidata all’Orchestra del Conservatorio e al Coro dell’ente lirico etneo. Sul podio Epifanio Comis, qui in veste di autorevole direttore d’orchestra, ruolo che si affianca alle sue credenziali di eccelso pianista e didatta, le stesse che lo hanno portato ai vertici del panorama musicale e a raggiungere prestigiose mete, non ultima la direzione del Conservatorio. Il coro è istruito da Luigi Petrozziello, maestro di chiara fama. Solisti vocali, nomi di spicco come il soprano Ivanna Speranza, il mezzosoprano Gabriella Colecchia, il tenore Anicio Zorzi Giustinianj e il basso Christian Senn.

E veniamo ai dettagli del programma. Posto all’interno del celeberrimo Salmo “Dixit dominus”, testo musicato dai più grandi compositori di tutti i tempi (Monteverdi, Vivaldi, Händel), “Tecum principium” fa parte, insieme ad altre composizioni sacre del periodo giovanile, di quegli ‘esercizi’ tanto cari e importanti per la formazione di Vincenzo Bellini. Si tratta di una composizione sacra di un giovane e ‘promettente’ Bellini, per soprano, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni e archi, ricca nell’organico e già indicativa di quella formidabile vena melodica che da sempre ha connotato la cifra stilistica del Cigno.

Filippo Cicconetti (Vita di Vincenzo Bellini, 1859) ci riferisce che il compositore «a sette anni scrisse due “Tantum ergo”, un de’ quali eseguito in San Michele Maggiore alla Trinità, alcune romanze, e canzoni siciliane, due messe con vespro, tre “Salve Regina”, ed altre cantate». Con molta probabilità il “Salve Regina” in la maggiore per coro e orchestra venne composto nel periodo in cui Bellini era ancora a Catania anche se, come giustamente afferma la studiosa Maria Rosa De Luca, questa composizione insieme a tante altre «benché ci siano state tramandate da fonti manoscritte (alcuni delle quali autografe), non offrono elementi sufficienti per stabilire se risalgano con certezza a un periodo anteriore o successivo alla partenza di Bellini da Catania per Napoli [14 giugno 1819]». Il manoscritto si trova nella Biblioteca del Museo civico belliniano (MM2.160-1). Ultimata molto probabilmente nel 1864, la Messa funebre in memoria di Bellini fu composta da Giovanni Pacini «espressamente per il trasporto delle ceneri del Sommo Bellini».

Nato a Catania l’11 febbraio 1796, Pacini apprese dal padre i primi rudimenti dell’arte musicale. Trasferitosi a Bologna studiò contrappunto con il grande padre Mattei. I suoi successi napoletani Amazilia (1825) e L’ultimo giorno di Pompei (1825) proiettarono il giovane compositore su importanti palcoscenici, proprio negli anni della formazione napoletana del Bellini. E fu infatti a Milano che maturò una leggendaria competizione, complice la contessa Julija Pavlovna Samojlova [Samoyloff], con cui il Pacini ebbe una tormentata relazione. Accuse di plagio, false e ipocrite raccomandazioni a Barbaja, corruzione di giornalisti che emergono chiaramente nelle lettere a Francesco Florimo, sfociati nell’episodio più celebre: i tumulti in occasione del ‘fiasco’ di Norma (26 dicembre 1831, Milano, Scala), fomentata, a detta di Bellini (lettera del 28 dicembre 1831), dalla cabala organizzata dalla nuova amante nobildonna di Pacini, proprio la contessa Samoyloff. Tuttavia la Messa da requiem in memoria di Bellini è una pagina di grande maturità artistica del Pacini e un grande tributo a un illustre collega e ‘concittadino’.

Di particolare rilievo la presenza sul podio di Epifanio Comis, legato all’Istituto Superiore di Studi Musicali Vincenzo Bellini fin dal diploma in pianoforte, conseguito all’Istituto Musicale con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore. Nella sua prestigiosa carriera si è esibito con importanti orchestre in tutto il mondo, suonando e dirigendo in prestigiosi teatri e sale da concerto: Athenée Roman di Bucarest, Pavel Slobodkin Centre di Mosca, Chankaichek Theatre di Taipei, Concert Hall di Amagasaki, Concert Hall di Kyoto, Symphony Hall di Osaka, Carnegie Hall di New York.Insigne didatta, è stato chiamato a tenere masterclass pianistiche in università, conservatori e accademie musicali quali la Manhattan School of Music, l’Accademia Chopin di Varsavia, il Conservatoire Royal di Mons, l’Università di Rijeka, l’École Normale de Musique de Paris, l’Università del North Carolina di Greensboro, la Duke University, la Drew University New Jersey, l’Hunter College di New York, la West Chester University in Pennsylvania, l’Universidad de Nuevo Leon in Messico, l’Università Nazionale di Musica Bucarest, il Conservatorio di Stato di Salonicco e il Conservatorio Čaikovskij di Mosca.

Vari suoi allievi hanno vinto i più rilevanti concorsi pianistici internazionali: Busoni di Bolzano, Queen Elisabeth di Bruxelles, Beethoven di Bonn, Liszt di Budapest, Čaikovskij di Mosca e il Concorso di Ginevra. Per i progetti sulla divulgazione della musica di Rachmaninov è stato insignito nel 2013 del prestigioso “Rachmaninov International Award” al Conservatorio di Mosca. Insegna Pianoforte al Conservatorio “V. Bellini” di Catania, di cui è Direttore; è direttore artistico del Ljubljana Festival International Piano Competition.   

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