Giornata Nazionale in ricordo delle vittime innocenti della mafia

Approvata con voto unanime dal Senato, il 17 marzo 2016, il 21 marzo di ogni anno ricorre la giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie

77535e3d475caea554658904633bd51e_XL-755x491

“In occasione della Giornata nazionale di cui al comma 1, gli istituti scolastici di ogni ordine e grado promuovono, nell’ambito della propria autonomia e competenza nonché delle risorse disponibili a legislazione vigente, iniziative volte alla sensibilizzazione sul valore storico, istituzionale e sociale della lotta alle mafie e sulla memoria delle vittime delle mafie. Al fine di conservare, rinnovare e costruire una memoria storica condivisa in difesa delle istituzioni democratiche, possono essere altresì organizzati manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri, momenti comuni di ricordo dei fatti e di riflessione, nonché iniziative finalizzate alla costruzione, nell’opinione pubblica e nelle giovani generazioni, di una memoria delle vittime delle mafie e degli avvenimenti che hanno caratterizzato la storia recente e i successi dello Stato nelle politiche di contrasto e di repressione di tutte le mafie. Le iniziative previste dal presente comma sono organizzate nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.

poster_vittime_mafia_20_marzo_2015_24 (2)La data scelta non fu un caso: corrisponde alla giornata in cui l’Associazione “Libera” celebra da anni la memoria delle vittime di mafia, ed è anche il primo giorno di primavera che, simbolicamente, dovrebbe segnare il risveglio e la rinascita delle coscienze di tutti i cittadini, nonché il rinnovo ciclico dell’impegno che ognuno dovrebbe tenere alto per rendere giustizia al coraggio di chi si è sacrificato per cambiare davvero le cose, aiutandoci a capire da quale parte stare.

Don-Luigi-Ciotti-600x335 (2)Fondata da don Ciotti ( prete fondatore di diverse associazioni volte ad aiutare giovani, malati e per la lotta ai diritti e alla legalità), il 25 marzo 1995, “Libera” si fonda su orientamenti etici e pratici: la continuità, avere idee e portarle avanti con tenacia affinchè si realizzino. La proposta, perché la lotta alla corruzione non può reggersi da sola, ma ha bisogno di un programma, di una pianificazione e di un noi, cioè la responsabilità e la collaborazione di tutti. Ed infatti Libera è una rete di associazioni, cooperative sociali, movimenti e gruppi, scuole, sindacati, diocesi e parrocchie, gruppi scout, coinvolti in un impegno non solo “contro” i fenomeni di criminalità, ma “per”: per la giustizia sociale, per la ricerca di verità, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità, per una memoria viva e condivisa, per una cittadinanza all’altezza dello spirito e delle speranze della Costituzione.

borsellino-falconeLe figure divenute simbolo della lotta alla mafia sono sicuramente Giovanni Falcone e  Paolo Borsellino, ma l’elenco è lungo.

Tra queste c’è anche Francesca Morvillo, conosciuta meglio come la moglie di Giovanni Falcone, morta insieme a lui nell’attentato di Capaci del 23 maggio 1992. Insieme a lei tre agenti della scorta:  Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. In pochi conoscono davvero la sua storia, quella di una delle prime donne magistrato Italiane e, tra queste, l’unica morta assassinata per mano della mafia. La sua morte è associata al “caso”, quasi ad una disgrazia, per essersi trovata quel giorno nella stessa macchina con Falcone. Molti non sanno però che la sua fu una scelta di coraggio  mossa non solo dall’amore  in grado di resistere a qualsiasi cosa, ma anche da un profondo senso di giustizia, da una causa comune che l’ha sempre unita al marito: quella della lotta alla mafia.

Morvillo_francesca (2)Francesca Morvillo nacque a Palermo il 14 dicembre 1945. Suo padre Guido Morvillo fu sostituto procuratore a Palermo. Dopo aver acquisito una preparazione giuridica di altissimo livello,si laureò a 22 anni con il massimo dei voti e lode accademica in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Palermo con una tesi dal titolo “Stato di diritto e misure di sicurezza”. Nel 1968 entrò in magistratura superando egregiamente il concorso di uditore giudiziario, diventando una delle prime donne italiane a entrare in magistratura. Fu giudice ad Agrigento, sostituto procuratore presso il Tribunale per i minorenni di Palermo. Si racconta di una donna forte che lottava per i bambini e i ragazzi in condizioni difficili, e di una sensibilità che le permetteva di stabilire con loro rapporti molto profondi e personali anche quando era lei a rappresentare l’accusa. Consigliere della Corte d’Appello di Palermo e componente della Commissione per il concorso di accesso in magistratura, infine divenne insegnante presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’ateneo palermitano e in quanto docente di Legislativa del minore anche nella scuola di specializzazione in Pediatria. Francesca Morvillo e Giovanni Falcone si conobbero in casa di amici nel 1979. Nonostante il ruolo “fastidioso” che rivestiva Falcone, la Morvillo e il magistrato decisero di stare insieme, divenendo un punto focale per lui nelle scelte non solo personali, ma soprattutto lavorative.

falconemorvillocopNel 1985, mentre Falcone, Borsellino e gli altri giudici del pool antimafia stavano lavorando al primo grande processo contro la mafia in Italia, il maxiprocesso di Palermo del febbraio 1986, i carabinieri  intercettarono le prime minacce concrete alle loro vite: Cosa Nostra stava organizzando un attentato. Francesca non si lasciò scoraggiare, e, anzi, l’anno seguente, proprio quello del processo, ottenuto il divorzio dal precedente marito, sposa Giovanni Falcone, con un rito civile. Nonostante ciò, di comune accordo, decisero di non avere  figli: “Non voglio mettere al mondo degli orfani”, diceva spesso il magistrato che, nel 1992,  viene trasferito a Roma al Ministero di Grazia e Giustizia. Francesca fa di tutto per avere un incarico in magistratura e poterlo seguire. Il 22 maggio 1992 all’hotel Ergife di Roma, fa parte della commissione d’esame ad un concorso per l’accesso in magistratura. Sarà il suo ultimo incarico.

c_2_articolo_3010083_upifoto1f (2) Il 23 maggio del 1992, di ritorno dall’aeroporto di Palermo, all’altezza di Capaci, una carica di 500 chilogrammi di tritolo fece saltare in aria le tre macchine che accompagnavano Giovanni Falcone. Quella sulla quale viaggiavano i coniugi si schiantò contro quello che restava dell’auto che li precedeva. Francesca Morvillo e Giovanni Falcone, ancora vivi, moriranno in ospedale a causa della gravi lesioni riportate. Giuseppe Costanza è l’unico sopravvissuto e, a distanza di 20 anni dal quel terribile attentato, ha deciso di rendere pubblico un bigliettino ritrovato in un libro che Francesca aveva regalato a Falcone:  “Giovanni, amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore. Francesca” 

In Sicilia, numerose piazze siciliane si apprestano a promuovere eventi che collegheranno contemporaneamente e idealmente tutte le piazze italiane: “Terra. Solchi di verità e giustizia” è il titolo dell’edizione 2018 che si svolgerà a Foggia e che, anche in sedi diverse da quella catanese, riuniranno quanti credono sia importante condividere gli ideali di legalità e giustizia. A Catania sono stati 7 gli incontri pubblici organizzati come parte dell’iniziativa “100 passi verso il 21 marzo”, che hanno trattato temi andati dalla questione palestinese ad Auschwitz, dalle attività di salvataggio in mare delle Ong fino all’incontro pubblico “La grande sete della Sicilia”.

garofalo-lea-web1 (2)Per la “Giornata Internazionale della Donna”, per esempio, il presidio in formazione di Libera Modica ha promosso una giornata in  memoria di Lea Garofalo, uccisa dalla mafia, e di Saveria Antiochia, donna che ha lottato per la giustizia e la verità.  Per la giornata del 20 marzo, poi,  il presidio di Ragusa ha organizzato un corteo cittadino, con gli studenti delle scuole superiori della città, per ricordare tutte le vittime delle mafie e per rinnovare, come ogni anno, il suo impegno e servizio sul territorio ibleo.

 Catania vedrà arrivare circa 10mila persone, pronte a partecipare al corteo che partirà alle 9 da Piazza della Repubblica, guidato da 150 familiari delle vittime innocenti delle mafie, seguiti dalle autorità civili (sindaci dei comuni siciliani con gonfaloni), militari ed ecclesiastiche, insieme agli studenti di tutti gli ordini scolastici e universitari e dalle associazioni di volontariato provenienti da tutta la Sicilia. La lettura sarà effettuata in alternanza con l’interno del carcere, dove i nomi delle vittime saranno letti dai detenuti insieme a una delegazione di familiari di vittime della mafia e dagli operatori del carcere (direttrice, insegnanti, agenti di Polizia penitenziaria) e dalla cooperativa “Filodritto”, che opera dentro la casa circondariale. Un evento legato al progetto “Oltre il limite…”, portato avanti dal coordinamento catanese di Libera all’interno della Casa circondariale e presso l’IPM di Bicocca, dove da ottobre ad oggi si sono svolti diversi incontri con familiari di vittime innocenti delle mafie, oltre a uno specifico con Don Luigi Ciotti. Nel pomeriggio dello stesso 21, sono stati previsti 4 seminari aperti al pubblico: Minori dell’area penale e Terra e Solchi di verità e di giustizia presso il Palazzo della cultura; Giustizia sociale e povertà presso il Palazzo dei Chierici; Per una scuola che libera, alla scuola “Vespucci Capuana Pirandello”.

export.1.1439159.jpg--ricordate_anche_montana_e_cassara_Palermo la giornata si aprirà alle 9 al Cinema Lux dove, in contemporanea a Foggia e a tutte le altre piazze italiane saranno letti i 980 nomi delle vittime innocenti delle mafie. Saranno presenti circa 400  studenti dei licei palermitani, coinvolti dall’assessore comunale alle Politiche Giovanili, Giovanna Marano, e delegazioni di universitari. Sarà proiettata una presentazione del docu-film dell’Ansa “L’eredità di Falcone e Borsellino”, alla cui visione – insieme ai caporedattori della stessa agenzia giornalistica italiana –  saranno presenti pure le sorelle di Ninni Cassarà, poliziotto ucciso dalla mafia il 6  agosto 1985, e quelli di Calogero Di Bona, l’agente penitenziario ucciso il 28 agosto 1979, al quale è stata dedicata la targa apposta sulla facciata del carcere Ucciardone di Palermo. All’anfiteatro “Rocky Marciano” del quartiere Zen 2, ad accogliere la città ci saranno le associazioni Bayty Baytik Onlus,Laboratorio Zen Insieme” eLievito Onlus. Insieme ai bambini, con i quali Libera lavora da tempo, si leggeranno anche qui i nomi delle vittime innocenti di mafia.

giuseppe-di-matteo (2) A San Giuseppe Jato, il 21 marzo si aprirà alle 10.30 con il ritrovo del corteo in Piazza Falcone e Borsellino, davanti alla targa dedicata al piccolo Giuseppe Di Matteo, per la piantumazione di un ulivo in memoria di tutte le persone vittime innocenti delle mafie. Lo stesso corteo partirà alla volta di via Palermo, ritrovandosi poi davanti al Monumento dei caduti di Portella della ginestra per la consueta lettura dei nomi.

Corleone scuole, cooperative di “Libera Terra”, associazioni del territorio, cittadini e familiari di vittime si daranno convegno in piazza Falcone e Borsellino animando una giornata organizzata anche su proposta del consiglio comunale. Saranno presenti Placido Rizzotto, nipote dell’omonimo sindacalista ucciso da cosa nostra il 10 marzo 1948, e Davide Triolo, figlio di Ugo, il giudice di pace, assassinato il 26 gennaio 1978. Solo da poco i suoi familiari hanno deciso di testimoniare il dolore di tale perdita.

a Cognita Design production
Torna in alto