Isis: una fatwa per regolare i rapporti sessuali con le ‘schiave’

La fatwa n. 64, datata 29 gennaio 2015, pubblicata dalla “Commissione per la Ricerca e le Fatwa dell’Isis“, codifica per la prima volta le relazioni sessuali tra i miliziani e le loro vittime, e aggiorna un manuale circolato nel 2014 su come trattare le schiave.

Nel mese di maggio, dopo un raid delle forze armate statunitensi, in Siria,  nel quale è stato ucciso Abu Sayyaf, leader dell’Isis, e catturata la moglie Umm Sayaff, a cui era affidato il compito di gestire le schiave, hanno trovato una serie di documenti, tra cui la fatwa n.64, a rivelarla la Reuters, che li ha ottenuti dalle forze speciali. 

Questa fatwa, realizzata dai teologi dell’Isis, impone diversi precetti estremamente dettagliati  ai miliziani su come trattare le donne  catturate o meglio, in loro possesso, in un apparente tentativo di frenare le violazioni della legge islamica.

Il documento inizia con una domanda: “Alcuni fratelli hanno commesso violazioni in materia di trattamento delle schiave. Queste violazioni non sono consentite dalla legge della sharia perché queste regole non sono aggiornate al nostro tempo. Ci sono indicazioni sull’argomento?”. Poi segue un elenco in 15 punti, spesso molto dettagliati, che rende esplicito lo stupro delle schiave che è consentito e “legittimo” solo se si rispettano alcune regole. Ecco il documento

Fatwa n.64

Sono 15 terribili punti  nei quali si scopre che: «Non è possibile per il padrone di una schiava avere rapporti sessuali con lei fino a che non ha avuto il ciclo ed è diventata pulita». La possibilità di avere schiave e di poter abusare di queste donne viene dunque teorizzata. Ma con dei «limiti». Al secondo e al terzo punto si legge come «Non è possibile far abortire una schiava che rimanga incinta e non è possibile aver rapporti con lei fino a quando non abbia dato alla luce il bambino». E ancora: «Se il padrone possiede sia la figlia che la madre non può avere rapporti con entrambi ma solo con una di esse e poi non deve più toccare l’altra». Stesso comportamento va tenuto con le sorelle. Infine la fatwa 64 informa che non è possibile avere «rapporti anali con le schiave» e «che bisogna essere compassionevoli con lei».

Le Nazioni Unite e le organizzazioni per i diritti umani hanno accusato lo Stato islamico del rapimento sistematico e stupro di migliaia di donne e bambine, in particolare i membri della minoranza Yazida, nel Nord dell’Iraq. Molte sono state date ai combattenti come una ricompensa o vendute come schiave del sesso, che lo Stato islamico ha cercato di reinterpretare gli insegnamenti secolari islamici per giustificare la schiavitù sessuale delle donne nei territori conquistati in Iraq e Siria. 

 

 

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