Il Rosario in concerto alla Biblioteca dei Domenicani di Catania, note liriche del duo Sonia e Antonio Fortunato

La cantante lirica ed il Maestro marsalese compositore di opere contemporanee hanno cesellato una serata in preghiera e musica.

La sentenza di Sant’Agostino, “bis orat qui cantat” può ben essere adatta al concerto ricercato svoltosi la sera del 16 maggio, mese mariano per chi segue la religione cattolica, nel salone biblioteca dei Padri Domenicani attiguo all’omonima chiesa in Catania, per la direzione artistica del mezzosoprano Sonia Maria Fortunato, rassegna che per la prima stagione prende il nome di Armonie in Musica.  La quale rassegna, nel panorama culturale e particolarmente musicale catanese (variegato ma anche, bisogna dirlo, non proprio di accettabile livello, tranne eccezioni; di ciò che accade nei paesini di provincia, eccetto casi rari, neppure da far cènno) si è subito conquistata uno spazio di massimo riguardo.

Il tema dell’evento fu “il Santo Rosario in concerto“, forma di preghiera – in questo caso cantata – che storicamente deve la diffusione proprio ai Frati Predicatori fondati dal GuzmĂ n (celebri per i ruoli nella Inquisizione: corretto aggiungere che non mancarono a tale ruolo neanche i Francescani: tale fu il celebre Antonio De Guevara, Inquisitore di Carlo V) come ha ben esposto, nella sintetica ma dòtta introduzione il priore della piccola comunitĂ , il bravo ed appassionato Padre Francesco La Vecchia, ricordando la funzione esicastica della preghiera mariana per eccellenza, le sue quindici “stazioni” (portate a venti dal Papa Giovanni Paolo II), la forma a decina che deriva sia dal salterio medievale che dai Salmi che dall’arpa di Davide la quale aveva secondo leggenda, dieci corde.

Noi aggiungiamo che, se la diffusione del Rosario, il quale, per chi lo recita come si sa, comprende cento cinquanta Ave Maria ha una precisa valenza storica, collocandosi tra la caduta di Costantinopoli (maggio 1453) e la gloriosa per la CristianitĂ , battaglia di Lèpanto (7 ottobre 1571: da quel giorno nacque il culto della Madonna del Rosario, come simbolo del riscatto cristiano contro i turchi:  riguardo Catania, per tre secoli la via del Plebiscito in gran parte prese il nome di strada della Vittoria) , esso ha parimenti radici non solo cristiane: gli Ortodossi recitano una forma di Rosario nell’ambito della dottrina dell’Esicasmo; per la religiositĂ  induista e orientale altro non è che un mantra; molto prima della nascita del Messìa, il grande Pitagora codificò nella musica e nel suo insegnamento la tetrĂ ktys a decacorde, attraverso lo studio del perfezionamento umano avente puro simbolismo, legato alla deitĂ  di luce, contro ogni oscuritĂ  del cuore e della terra.

Piace constatare come la protagonista del concerto sia stata la bravissima e di ampie doti vocali, così gentile dispensatrice di sorrisi,  Sonia Maria Fortunato: in questo caso con l’accompagnamento al pianoforte del Maestro Antonio Fortunato, il quale non è soltanto il papĂ  della medesima, il che giĂ  sarebbe un segno intimistico e delicato di Lares familiares, abbastanza raro nel mondo musicale, ma anche un apprezzato didatta, giĂ  docente al Conservatorio Bellini di Palermo nonchĂ© compositore noto di opere contemporanee di notevole successo: recentemente, a cura dell’eccelsa compagine del Coro Lirico Siciliano, si è data nella nostra cittĂ  l’opera sua “Falcone e Borsellino“; Antonio Fortunato è pure autore di “Maria Goretti” e “Salvo d’Acquisto”. Di Sonia, oltre ai ruoli che sovente ricopre nelle varie opere date nel cartellone del teatro Bellini di Catania, si apprezza in particolare il registro vocale, che va sempre piĂą perfezionandosi nel tono acuto, caratterizzandola negli ultimi tempi come voce sopranile drammatica.

I tredici brani del concerto, piĂą l’immancabile bis, spaziarono dal Padre Nostro, Ave Maria e Gloria al Padre dello stesso Maestro Antonio Fortunato, alla decina di Ave Maria tra le piĂą celebri del repertorio religioso, tra cui particolarmente intense per la interpretazione di Sonia Fortunato, furono quelle di Cherubini, di Gounoud, di Massenet, di Gomez e di Pietro Mascagni, con la eco della celeberrima Cavalleria.  L’accompagnamento gentile al pianoforte Cramer  londinese ottimamente restaurato di annata 1903, del Maestro Antonio Fortunato -con lo stile anche di immagine, alla Franz Lizst- ha dato il tratto garbato e preciso, ai brani.
Chiuse la serata l’Ave Maria scritta dal Maestro di origine georgiana, ma residente in Palermo, Ana Molaschivili, presente alla serata.
Il pubblico convenuto e competente -tra cui notammo il Maestro Alistair Sorley, brillante pianista clavicembalista e mĂąsico di variegate virtĂą,  ad onta di un pomeriggio di pioggia arrestatasi, come per magica aura, allo scoccare dell’ora fissata per il concerto, ha ampiamente apprezzato la originalitĂ  dello stesso, tanto che se ne ripromette una replica nel veniente autunno. Perchè come è stato detto a margine, “siamo fatti per stare insieme“, anche se a volte il condividere in senso puro è difficile. Ma, come la celebre esortazione di Ingrid Bergman in Casablanca, “suona, mentre il tempo passa“.

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