Il Catania come Robinson Crusoe: la prossima stagione porrà fine al “naufragio”?

Il campionato 2017/2018 sarà quello in cui, per forza di cose, gli etnei dovranno essere competitivi per il vertice della classifica, dando segnali di ripresa dopo anni di “naufragio sportivo”.

calciocatania.it
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Romanzata, la storia di questo Catania. Quasi venisse fuori da un libro talmente coinvolgente da aver voglia di “mangiarlo” in un sol boccone, di conoscerne ogni piccola sfaccettatura. Una storia in via di svolgimento, ancora lungi dal trovare il suo epilogo, che negli ultimi capitoli ha assunto tratti drammatici. Il Catania che si trasforma nel naufrago che, per cause non “previste”, perde la rotta e si smarrisce sull’isola deserta dell’incompiutezza sportiva. Gli etnei sono la trasposizione calcistica di Robinson Crusoe. Dal record di punti in serie A, dall’ottavo posto ed il profumo di Europa al terzo anno consecutivo in Lega Pro all’orizzonte: il passo non è breve, anzi è mastodontico. Ma non per questo Catania, che ricorderà la parte finale del secondo decennio degli anni duemila come il periodo più nero della propria storia, il momento in cui ha, per rimanere in tema letterario, perso la bussola, senza dare segnali di orientamento intrinseco. Ma è giunto il momento di riaccendere il motore e ripartire: il Catania e la città di Catania non possono permettersi un’altra stagione nell’anonimato.

E’ un discorso che esula dagli aspetti meramente tecnici, tattici, calcistici e che dir si voglia. Il prossimo campionato dovrà vedere i rossoazzurri almeno lottare per il vertice della classifica per un motivo più di tutti gli altri: perché continuando su questa falsa riga, originatasi più o meno quattro anni fa, c’è il rischio che l’ambiente stesso si abitui a “perdere” o almeno a rimanere confinato in un contesto che centra poco con la propria storia, con i luminosi trascorsi di un tempo. Il Catania ha bisogno di lottare, di vincere, di conquistare il massimo della posta in palio per tornare a respirare “aria di casa”, per tornare a vivere da protagonista e non da “sparring partner” della terza serie, ruolo obiettivamente troppo riduttivo rispetto a ciò che è la normalità etnea. Certo, un conto e scrivere, seduto davanti ad un computer ed augurarsi che scatti un “click” nell’andamento del destino ed un conto è agire e costruire una squadra che possa fare quanto scritto sopra, colma di elementi che sappiano fare ciò che appare più difficile al momento, vincere.

Pietro Lo Monaco, ai microfoni de “La Sicilia” è stato chiaro: prima di dare il via ad ogni ragionamento riguardo i nuovi arrivi, bisognerà ufficializzare il nome del nuovo tecnico. Un profilo che sia ambizioso, che sposi il progetto Catania e che conosca bene, molto bene, la categoria, per evitare gli errori commessi negli ultimi mesi dal punto di vista tecnico. Dopo aver risolto il “mistero della panchina”, si comincerà a parlare di organico. I punti di partenza hanno già un’identità: Pisseri, Marchese, Biagianti, Mazzarani e Di Grazia. A questi va aggiunto Lodi, il cui ritorno in rossoazzurro è ormai cosa fatta da inizio febbraio. Per il resto sarà tabula rasa, si dovrà cominciare da zero, cercando di accompagnare adeguatamente le suddette basi. La difesa dovrà essere ricostruita, il centrocampo dovrà essere totalmente rimodellato. Urge trovare una punta da almeno quindici reti in stagione. Si è fatta largo la suggestione Calaiò, sarebbe l’ennesimo ritorno; qualcuno ha avanzato l’ipotesi Litteri, catanese doc. Ma per i nomi è presto, l’importante è far “correre” le idee, non lasciarle confinate nel mondo “iperuranico” in cui sono state rinchiuse.

Il Catania è un Robinson Crusoe che attende di lasciare la sua isola deserta e di tornare lì dove gli compete. Il momento è propizio, non ripartire sarebbe, per l’ennesima volta, delittuoso, il colpo da ko ad ogni ambizione del presente e futura. Ma Lo Monaco è un “Re Mida”, fiducia a lui, il miglior timoniere che una nave in preda alla tempesta possa avere. 

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