Catania, preparare l’artiglieria con maggio all’orizzonte

Con la partenza di Paolucci in direzione Ancona, Lo Monaco comincia a “correggere” il tiro sul mercato. Ma adesso c’è poco, pochissimo margine d’errore.

pietro-lo-monaco-conferenza-ps-vibonese-artiglieria

Un po’ nostalgica, un po’ rammaricante. La partenza di Michele Paolucci è tutto questo e forse anche qualcosina di più. Ha avuto la parvenza di essere la favola perfetta: il figliol prodigo che torna a Catania, lì dove si prese le luci dei riflettori, pronto a dare l’anima per aiutare un contesto da lui amato, ma che navigava in burrascose acque. Dimenticare i fallaci passi compiuti per rinascere insieme. Ed il caso ha voluto che tutto cominciasse in modo altrettanto poetico, con reti su reti nelle prime partite ufficiali, e non solo, e prestazioni contorniate da furente leadership. Il beffardo destino, però, non può essere soddisfatto finché non piazza l’imprevisto. Ma era poi così imprevisto che Paolucci, alla lunga, non rispettasse le attese? Difficile, da dire. Indubbiamente, quella partenza ha illuso, la storia dal sapore da “romanzo rosa” ha affascinato anche Pietro Lo Monaco. Una partenza cui non c’è stato seguito. Giorno dopo giorno, Paolucci spariva dal campo, prima, e dalle gerarchie “rigoliane”, poi. Una parabola discendente che ha condotto ad oggi, al suo nuovo addio, stavolta in direzione Ancona, probabilmente l’ultimo saluto calcistico alla “sua” tanto amata Catania.

Quanto noiosa sarebbe la vita senza errori? Quanto triste sarebbe senza la possibilità di rimediare a questi? Questo Pietro Lo Monaco lo sa bene. Quest’estate, probabilmente anche per mancanza di tempo dovuta alla situazione societaria semi-disastrosa, si sono sopravvalutati alcuni singoli e si è, soprattutto, sopravvalutato un intero reparto, quello offensivo. I numeri parlano chiaro, il Catania ha bisogno di qualcosa di diverso lì davanti. Adesso è tempo di rimedi, il mercato di gennaio serve anche a questo. Oltre a Paolucci, sembra segnato anche il destino di Calil, altro centravanti “principe”. Occorre trovare qualcuno di affidabile, di caparbio, un fine conoscitore della Lega Pro, che di mestiere faccia l’attaccante e che come segno particolare abbia la capacità di segnare, tanto, spesso, in qualsivoglia maniera. Diogo Tavares arriverà (prestito con diritto di riscatto), sarà una delle punte su cui fondare l’artiglieria, attraverso la quale segnare uno spartiacque tra il Catania iniziale ed il Catania che arriverà a maggio, lì nel mese in cui si deciderà il destino rossoazzurro.

Tavares potrebbe non essere l’unico innesto offensivo, circola ancora il nome di Leonardo Perez, ma al di là dei profili un concetto è chiaro: si sta cercando di correggere il tiro, di mettere a punto ciò che è mancato lo scorso agosto. E’ cosa buona e giusta, certo, ma adesso il margine di errore è ridotto all’osso, fallire un’operazione a gennaio vorrebbe dire compromettere il cammino della squadra. Lo Monaco, Argurio e lo staff rossazzurro in toto ne è consapevole, ecco perché è necessario fidarsi. Perché, come detto, la vita sarebbe noiosa senza errore alcuno, ma è sempre meglio sbagliare poco, specie all’interno di una società di calcio, specie in sede di mercato, laddove gli equilibri sono sottili, delicati, fragili, alterabili con un semplice sospiro.

Via Paolucci e, forse, Calil. Dentro Tavares e, probabilmente, qualcun altro. L’artiglieria viene messa a punto, collaudata, organizzata. E’ pronta a sparare, sa che non può mancare il bersaglio, sa di avere un numero di “colpi” limitato. All’orizzonte il campionato, all’orizzonte i mesi della verità, all’orizzonte il tanto sospirato obiettivo playoff. Se e come arrivarci dipenderà esclusivamente dalla capacità balistica di questa futura artiglieria.

a Cognita Design production
Torna in alto