CATANIA F.C. : ORA, DIAMOCI UNA CALMATA. La questione Catania  

“Sacrificato”, a furor di popolo, il Mister Tabbiani, sostituito col più gradito alla piazza Lucarelli, archiviata la prima vittoria, colta all’ultimo respiro dal nuovo trainer, alcune riflessioni paiono oggi doverose, volgendo l’attenzione sulla “questione Catania”.

Appena ricordando dove eravamo meno di un anno e mezzo fa e senza fare sconti ai rilevati peccati di inesperienza del sodalizio Pelligra, ciò che va oggi sottolineato e stigmatizzato è, soprattutto,  il livore col quale si sono confrontati sostenitori e detrattori delle diverse posizioni su società, tecnico, giocatori, giornalisti, pseudo giornalisti, opinionisti o presunti tali, tifosi o pseudo tifosi,  modi di vedere espressi da ciascuno secondo il proprio credo, per lo più ritenuto da ognuno di tali attori come se fosse la verità assoluta.

E’ stato un crescendo di valutazioni, sistematicamente critiche delle opinioni altrui, sfociato in veri e propri scontri di ideologie, come se si trattasse delle contrapposizioni fra Capuleti e Montecchi, Guelfi e Ghibellini, Orazi e Curiazi. Sono volate parole grosse, insulti, minacce di reciproche azioni legali, inviti per lo più espressi  o vietati alle varie trasmissioni, televisive, radiofoniche o via web che fossero.
Un clima invelenito al punto tale che si è finito con l’andare ad assistere ad una gara dei rossazzurri con una zavorra di stress pregresso, capace di limitare, se non annullare, il pathos che deve sempre accompagnare l’incontro che va a disputare la squadra della quale si seguono gli eventi, a diverso titolo.

Orbene, visto che, stavolta, i minuti finali della partita hanno arriso ai colori etnei, visto che pali o traverse non si sono “immolati” a mortificare le plausibili aspettative etnee, visto che si è palesata una maggiore varietà di schemi rispetto al passato, considerato, infine, che la rete in pieno recupero con la Turris, ha consentito di liberare nell’aere tutte le precedenti scorie, fornendo la stura ad un “orgasmo collettivo” come da tempo non si assisteva al Massimino, bisognerebbe, ora, darsi, tutti, una calmata !

E’ necessario limitare quelle asprezze dialettiche e comportamentali di cui tutti hanno fornito un cattivo esempio, bisogna contare fino a dieci prima di esprimere un parere artatamente “forte” o porgere una domanda volutamente velleitaria, se non commentare con forzature baroccheggianti singole fattispecie di semplice valutazione, evitando, infine, posizioni ondivaghe al mutare degli eventi.

A Catania, il calcio è vissuto con forte passione: “si passa dal tritacarne”, dicono in tanti, “non tutti possono sopportare una simile pressione”, affermano altri.
Tutto sta nel far tramutare in energia positiva questo interesse spasmodico per le vicende dell’undici di casa.

Non crediamo affatto che urla, scontri verbali, se non fisici, accuse, invettive, pettegolezzi creati ad arte, costituiscano gli ingredienti giusti per quella unità di intenti senza la quale il raggiungimento degli auspicati palcoscenici di maggiore prestigio non può che presentarsi come una strada irta di trappole e di pericoli che finiscono col renderne arcor più arduo il  cammino, col rischio di imboccare un tunnel buio, che ne rallenti ineluttabilmente la percorrenza verso l’agognata meta, cui dobbiamo invece giungere, tutti insieme e nel più breve lasso temporale possibile, con un’unanime condivisione che ne faciliti il perseguimento.    

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