Calcio Catania: un Petrone “d’attacco” per sfruttare potenzialità inespresse

Il nuovo tecnico rossoazzurro è chiamato a sfruttare il grande potenziale offensivo della squadra. Rendere efficaci delle polveri apparse fin troppo “bagnate”.

petrone

Facciamo un passo indietro e torniamo alla stagione 2014/2015. Mario Petrone, oggi nuovo tecnico del Catania, sedeva sulla panchina dell’Ascoli. La categoria era la medesima, la Lega Pro, cambiava solo il girone. In quell’annata, la squadra marchigiana chiuse al secondo posto in classifica, dietro al Teramo che come coppia d’attacco poteva vantare due profili del calibro di Donnarumma e Lapadula. 19 vittorie, 14 pareggi ed appena 5 sconfitte. 61 reti messe a segno e 37 subite, con una media 1.87 punti a partita. La corsa di quell’Ascoli terminò nei quarti di finale dei playoff, frenata dalla Reggiana in una sfida conclusasi per 4-2 dopo i tempi supplementari. Un epilogo, per certi versi, deludente, prima che la Giustizia Sportiva decidesse di annullare la promozione diretta del Teramo per il noto caso di frode sportiva, esploso contemporaneamente alla vicenda de “I Treni del Gol”, e di regalare la cadetteria proprio all’Ascoli di Petrone. Una premessa doverosa. Perché il nativo di Napoli nelle categorie cosiddette “minori” ha sempre dato sfoggio di ottime abilità, tattiche, tecniche, caratteriali e, nello specifico, offensive.

La stagione successiva, sempre con l’Ascoli ma stavolta in serie B, non andò benissimo. Solo 11 panchine, con 3 vittorie a referto, un pareggio e ben 7 sconfitte, ruolino di marcia che gli costò l’esonero. Ma, come detto, quando si parla di categorie inferiori, Petrone ha ben figurato. La sua carriera è cominciata sulla panchina del Capri, in Eccellenza. Esperienza durata pochi mesi, prima di trasferirsi al Calangianus, compagine con la quale vinse lo stesso campionato, ottenendo la promozione in serie D. Nel campionato successivo, sulla medesima panchina, conquistò il settimo posto, prima di sposare il progetto “Tempio“. Le cose, qui, non andarono come previsto, considerato l’esonero dopo appena otto giornate. Nella stagione 04/05 Petrone tentò l’esperienza all’estero, nel campionato maltese, sulla panchina del Misda S.Joseph, chiudendo l’annata all’ottavo posto. A fine 2005, subentra alla Nuorese, in serie D, e qui comincia una cavalcata che lo porterà a farsi notare tra i professionisti.

Vittoria del campionato e promozione con il sodalizio sardo. Dopo di che, comincia la sua prima avventura in C2, sempre con la Nuorese, ottenendo un ottimo quarto posto, che gli valse la qualificazione ai playoff. Il periodo più “oscuro” della sua carriera comincia sulla panchina della Lumezzane, nella stagione 07/08. Infatti, esonero dopo 30 partite in Lombardia, prima di vagare tra San Marino ed il Sanluri, di nuovo in serie D. L’unica gioia, in questo lasso di tempo, la trova nel 2012 quando, con la società sammarinese, conquista la promozione in 1^ Divisione (l’attuale Lega Pro). Nella stagione 2012-13, sempre col San Marino, viene esonerato dopo appena 5 giornate. Subentra sulla panchina del Bassano, nella vecchia C2, e da lì comincia una bella cavalcata, culminata con la promozione in 1^ Divisione con la società di Bassano del Grappa e la vittoria della Supercoppa di categoria, la suddetta promozione in serie B con l’Ascoli, prima dell’esonero avvenuto all’inizio della stagione scorsa.

Da cinque anni a questa parte, Petrone ha collezionato, in tutto, 58 panchine, mettendo a referto 24 vittorie, 15 pareggi e 19 sconfitte. 87 punti conquistati in totale, una media 1,50 a partita con 83 gol fatti e 70 subiti. Avrà il compito di sfruttare un potenziale offensivo rimasto fin troppo sterile e di dare ulteriore solidità alla retroguardia. Fermo restando il cambio di atteggiamento, il salto di qualità caratteriale, conditio sine qua non che è costata cara a Pino Rigoli. Ma questa è un’altra storia…

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