Calcio Catania: l’arma tattica di Petrone potrebbe chiamarsi…Mazzarani?

Dopo la vittoria di Messina, Mario Petrone sembra aver trovato certezze con la coppia Tavares-Pozzebon in avanti. Un assetto che potrebbe prevedere l’esclusione iniziale di Mazzarani, pronto a diventare un’arma impropria a partita in corso.

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La cosa migliore che una vittoria possa portare con sé in dote, oltre ai tre punti stessi, è la “certezza“. Certezza intesa come consapevolezza nei propri mezzi, sicurezza psicologica nell’affrontare gli avversari, le situazioni, gli inconvenienti apparentemente più complessi da superare. Il successo di Messina ha, almeno apparentemente, dato tante certezze al Catania di Petrone, in questo senso. Lo si è ripetuto più volte, forse a tal punto da diventare un tantino stucchevoli, ma, per come si erano messi i 90′, quella in riva allo Stretto ha assunto i tratti dell’impresa, non tanto per la forza di un avversario comunque di buona qualità, ma per il “pirandelliano” corso degli eventi. Gli etnei sono stati più forti delle circostanze, hanno vinto e hanno ottenuto nuova linfa per il proseguo della stagione, ormai sempre più nel vivo. Uno degli aspetti più celebrati della sfida messinese, a Petrone nello specifico, è stato il coraggio di aver mantenuto l’assetto offensivo sia dopo l’espulsione di Gil, che dopo il gol del vantaggio di Barisic. Un messaggio velato, quello del tecnico rossoazzurro, bravo a rendere nota ai suoi l’intenzione di gettare il cuore oltre l’ostacolo, di non lasciare nulla di intentato, ma soprattutto di vincere, in qualsiasi modo possibile. Il grande escluso della sfida di domenica scorsa è, senza dubbio, Andrea Mazzarani. Ma le certezze trovate dal Catania dopo la sfida di Messina possono affibbiare all’ex Modena un nuovo ruolo, non meno importante.

Nei momenti più complicati della “gestione Rigoli”, Mazzarani è stato l’uomo a cui ci si è affidati per tenere alta la testa in giornate complicate, vedasi la sfida contro la Vibonese o quella contro la Casertana. Sette reti in campionato, per un giocatore che di professione non fa propriamente l’attaccante, rappresentano un bottino più che discreto. Ma le ultime prestazioni del nativo di Roma hanno fatto storcere un po’ il naso sia allo staff tecnico che agli addetti ai lavori. Eccezion fatta per la rete su rigore di Fondi (e proprio i penalty rappresentano uno dei punti deboli dell’ex Crotone), nelle altre uscite Mazzarani è apparso sempre sotto ritmo, anche in quelle gare che, in fin dei conti, sono state vinte dalla truppa rossoazzurra. Il tutto è culminato nelle due brutte prove di Agrigento (in cui nonostante la rete messa a segno, Mazzarani è stato uno dei peggiori in campo) e del “Massimino” contro il Taranto. Un rendimento calante che gli è costata l’esclusione, come detto, contro il Messina. Un’assenza ammortizzata dall’ottima prova collettiva, che è valsa il ritorno al successo e che prefigura un possibile ruolo diverso per il trequartista. Un Mazzarani come arma impropria da utilizzare a partita in corso. Un’ipotesi da non escludere aprioristicamente.

E’ inutile dire come il giocatore abbia enormi qualità, per lui parlano i fatti, le prestazioni, quasi sempre positive, tranne qualche passaggio a vuoto. Utilizzarlo dalla panchina, sfruttando il suo tasso tecnico, la sua “esuberanza”, la sua fantasia, quando magari le difese avversarie sono già stanche dall’andamento della gara, potrebbe risultare una tattica di grande valore. Mazzarani messo lì, tra le linee offensive, pronto a rifornire la punta (o le punte, parlando al plurale) od a incunearsi tra le maglie avversarie. Mazzarani utilizzabile come “ricambio di lusso” sia per la mediana, che per l’attacco. Sia un 4-3-3, che in un 4-3-1-2. O ancora in un 4-2-3-1 od in un 3-5-2 come mezzala di spinta, assaltatore dell’area di rigore avversaria. Un Mazzarani che può rendere il Catania ancor più poliedrico di quanto già non lo sia e lo può fare, fattore di inestimabile importanza, quando il chilometraggio nella gambe degli avversari è diventato già ingente. Un Mazzarani jolly da utilizzare quando risulta più congeniale, in diversi momenti della partita. Un Mazzarani asso nella manica “petroniana”.

Ipotesi, teorie, congetture. Nessuno meglio del tecnico può conoscere lo stato, mentale e fisico, dei suoi giocatori. Ma Mazzarani in questa veste stuzzica, magari non sempre, magari che si intercambi con gli altri colleghi di reparto come Russotto, Di Grazia o Tavares. A Petrone l’ardua sentenza di dover collocare tutti come meglio reputa. Ciò che è certo è che, dopo il successo di Messina, chiunque resti fuori lo farà con un umore meno plumbeo. Vale anche per Mazzarani, pronto a dare il suo contributo, in una veste, psicologica e tattica, diversa.

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