Teatro Agricantus di Palermo, in scena “Emigranti” il teatro dell’assurdo di Sławomir Mrożek

La XXIII stagione del teatro diretto da Vito Meccio ospita la messinscena firmata da Claudio Jankowski, e interpretato da Riccardo Barbera e Roberto D’Alessandro, del capolavoro del 1974 dello scrittore e drammaturgo polacco ispirato dalla sua vicenda personale di esule a Parigi.

Il Teatro Agricantus di Palermo diretto da Vito Meccio, all’interno della stagione numero 23, giovedì 28 ottobre, alle 21, ospita “Emigranti”, spettacolo teatrale diretto da Claudio Jankowski e interpretato da Riccardo Barbera e Roberto D’Alessandro, scene e costumi di Eleonora Scarponi. Prodotto da Golden Show, lo spettacolo ha il Contributo dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma, in collaborazione con il Consolato polacco di Palermo.

Al centro di “Emigranti” c’è la storia dello scrittore e drammaturgo polacco Sławomir Mrożek, intellettuale da sempre oppositore del regime comunista in vigore nel Paese dell’est europeo dal 1947 al 1989. Mrożek scrisse il suo capolavoro “Emigranci” nel 1974, dove in parte racconta la sua vicenda personale di emigrato nella dura Parigi. In scena troveremo due personaggi senza nome, AA, XX, due uomini che si muovono attraverso varie esperienze meta-teatrali, creando un “botta e risposta” che ricorda quello tra regista e attore, tra autore e personaggio, che si delinea attraverso immaginarie didascalie narrative.

Sławomir Mrożek (nato in Polonia nel 1930 e morto in Francia nel 2013) è stato uno dei maggiori drammaturghi della Polonia e dell’Europa orientale. Mrożek ha fatto parte del partito polacco “Lavoratori uniti” durante la Repubblica Popolare Polacca ed ha lavorato tutta la vita come giornalista politico. Nel 1953, è stato uno dei più severi firmatari di una lettera

aperta alle autorità polacche che avevano partecipato alla diffamazione di sacerdoti cattolici di Cracovia. La sua prima opera come scrittore è “Policja” del 1958. Mrożek emigra in Francia nel 1963 e poi in Messico. Dopo 33 anni da esule per il mondo torna in Polonia nel 1997 e si stabilisce a Cracovia. La sua prima opera per il teatro “Tango” (1964) – una saga familiare – insieme a “Emigranci” (un amaro quanto ironico ritratto di due emigrati polacchi a Parigi) sono i suoi lavori più celebri e più rappresentati al mondo. Le opere del teatro di Mrożek appartengono al Teatro dell’assurdo: egli vuole scioccare il pubblico con elementi non realistici, con riferimenti politici e storici, usando distorsioni e parodie.

Roberto d’Alessandro, casse 1966, origini calabresi, diplomato in scenografia all’Accademia di Palmi e al laboratorio di Esercitazioni sceniche di Roma diretta da gigi Proietti ha poi approfondito gli studi attraverso vari stage teatrali di mimo con Ives Lebreton, di recitazione con Elisabetta Pozzi, di metodo acting con Ilze Prestinari. Negli anni ’90 è tra i fondatori del gruppo I Picari, distintosi nel panorama teatro-cabarettistico. Negli anni ha recitato in tv in varie fiction tv di Rai e Mediaset. Recita sul grande schermo in diversi film. Dagli anni 2000 inizia a scrivere e a rappresentare diverse commedie teatrali di successo, tra le quali “E pensare che eravamo comunisti…”, “Una casa di pazzi”, “Milano non esiste”, quest’ultimo adattamento teatrale dall’omonimo romanzo dello scrittore e poeta calabrese Dante Maffia. Nel 2011 traspone “Terroni” di Pino Aprile in forma di teatro-canzone, ispirandosi al teatro civile di Giorgio Gaber.

Riccardo Bàrbera ha abbinato da sempre all’attività di attore, quella di autore radiofonico, cinetelevisivo e teatrale, di organizzatore di festival e rassegne e di docente di Lettura Drammatica all’interno di accademie Si diploma alla “Silvio D’Amico” di Roma. Tra i suoi insegnanti Andrea Camileri, Orazio Costa, Julian Beck (Living Theatre), Marisa Fabbri. Importanti le esperienze lavorative e laboratoriali con Luca Ronconi, Giuliano Vasilicò e Gigi Proietti. Intense e numerose le interpretazioni frutto sodalizi con tre registi: Giuliano Vasilicò, Enzo Aronica e Claudio Boccaccini. Ha partecipato a molti serial televisivi e sit com, è protagonista del docu-film “Futurismo arte/vita” di Luca Verdone (Festa del Cinema di Roma 2012).

Da venerdì 29 a domenica 30 ottobre (venerdì alle ore 21, sabato e domenica alle ore 18 e alle 21) all’Agricantus torna in scena “Chi si salva è perduto” (rassegna Teatro comico), di e con Antonio Pandolfo e Marco Manera, in scena nei week end fino al 14 novembre.

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