Accolla, il naif poliedrico nel “Van Googh” di Siracusa

L’ARTE DI SALVATORE ACCOLLA SARA’ ESPOSTA NEL CATALOGO EVENTI CERTAMEN INTERNAZIONALE SULLE GRANDI CATTEDRALI. UN CATALOGO EPOCALE CARTACEO DOVE IN OGNI GRANDE EVENTO UNA MOSTRA CHE INDAGA E PERLUSTRA L’ATTUALITÀ DEL NOSTRO TEMPO.

L’ESPOSIZIONE CARTACEA SARÀ EDITA EDICIONES MATRIOSKA COME OMAGGIO ALLA NOBILE SCRITTURA DEL CRITICO D’ARTE MELINDA MICELI E ALLA SUCCESSIONE STORICA, ILLUSTRATA ATTRAVERSO IL FASTO MAGISTRALE DELL’ARTE ED EFFIGIANTE UN PERIODO CHE VA DALL’INCENDIO DI NOTRE DAME ALL’ATTUALE PANDEMIA.

Salvatore Accolla nasce nel 1946 a Siracusa da una famiglia di pescatori e inizia a raffigurare l’ambiente e l’universo che lo circonda, con originalissimo stile naif fatto di linee e poligoni, dettato dal suo sentire nel comporre impiegando insoliti parametri prospettici che rendono ingegnose ed inedite tali rappresentazioni. Queste ultime sono perciò caratterizzate da un efficacissimo impiego degli schemi, da una coloristica non schematizzata dalla tecnica, dalla linearità e semplicità delle forme e da una prospettiva eterogenea non conforme a regole accademiche.

Il suo temperamento sensibile ed incline alla malinconia sarà il varco per quella delusione sentimentale che lo estranierà dalla sua vita, in una sofferenza psicologica che durerà un ventennio. In questo ventennio la sua appassionata inclinazione alla pittura perpetuatasi quotidianamente sarà celebrata in una mostra di pittura allestita all’interno di un istituto medico. Accolla realizza numerose tele a ritmi vertiginosi che venderà per strada.

Salvatore Accollavita travagliata, trasformata in arte, resta un artista molto compianto e un tassello della storia di Siracusa, città che è riuscito a narrare col suo segno intimo e formale, contribuendo a farla conoscere in giro per l’Italia.

Arricchiscono l’ufficio del primo cittadino a Palazzo Vermexio, sede del comune di Siracusa, alcuni quadri dell’artista defunto Salvatore Accolla, definito una sorta di Van Gogh siciliano, anche per l’abitazione, che appare simile a quella in cui il pittore olandese, visse l’ultima parte della sua vita.

L’artista dai soggetti poliedrici spesso si concentra su oggetti e personaggi quotidiani, rappresentandoli nelle sue opere che sembrano uscire dalla corrente della Pop Art, da cui si declinano i suoi lavori ispirati a temi quotidiani. Il suo “Paperino” opera molto significativa, aderisce oggi all’Evento Amore contro morte, Pandemia 2020, grandi eventi Certamen Internazionale sulle grandi Cattedrali d’Occidente, curato dal critico d’arte Melinda Miceli e sostenuto dai seguenti media d’arte: Enciclopedia d’arte italiana, Globus Magazine, Diariodigital Luz Cultual Spagna, Arts direct Francia, Artes TV Web, Pittart, Oscar delle Arti, Artmayeur, Informazione.it.
Lieta di accogliere questa tela attualissima che rispolvera la memoria dell’artista e si congiunge nella sua ispirazione agli eventi apocalittici del 2020 e 21. Il fumetto di Paperino attualissimo più che mai, sboccia su questa iconica tela facendosi metafora di un’entità che ha avuto il merito di avvicinare i giovani al mondo della lettura, ed il pregio di farsi amare anche da chi bambino non lo è più, per l’effetto nostalgia verso la nostra infanzia. 
Intere generazioni di bambini si sono avvicinati prima al mondo del fumetto e, da qui, al mondo della letteratura grazie al personaggio di Paperino che assume sulla tela di Salvatore Accolla un carattere allegorico nella posa e nella vivacità del colorismo primario che lo delinea ancor più del segno grafico.

Paperino per eccellenza l’antieroe, incarna l’inettitudine dell’uomo medio moderno, con le sue frustrazioni, i suoi problemi, le sue nevrosi si fa simbolo e specchio dell’uomo moderno; pigro scansafatiche, irascibile, frustrato e perseguitato dalla sfortuna. Quasi ogni sua azione finisce per causargli danni o problemi, ma nonostante l’indole suscettibile e inetta, egli è e resta un personaggio positivo, perché è amichevole, generoso e leale, e quando la situazione lo richiede è estremamente coraggioso fino a vestire i panni dell’eroe. A Paperopoli  la sua casa “catapecchia”, di proprietà dell’avido zio Paperone che lo ricatta senza pietà a causa degli affitti non pagati, l’amaca . del suo giardino, tra due alberi appesa che insieme al divano nel salotto è il luogo deputato ai suoi pisolini, sono il suo evitamento dei problemi; esse riflettono gli schemi di una generazione passiva che rimette passivamente il suo futuro nelle mani del destino e dell’evitamento dell’azione ponendosi in uno stato di osservatore distruttivo. 

ll tema di Paperino invece sulla tela di Accolla assume una valenza di “nichilismo allegorico”e si affianca a quella pittura in atto negli anni ’60 e alla tradizione secolare di raffigurazione dal vero, laddove nella satira di costume, l’artista ironizza sull’arte contemporanea, sviluppando un eroe positivo che s’irride dello spettatore nonostante la sua fama di pigro, fifone, bugiardo e vanesio, irascibile e imbranato. La grandezza del papero più famoso del mondo sta in questo dipinto di Accolla nel travestimento del protagonista fumettistico che indossa la maschera dello scherno in una sorta di metafora del dualismo, assumendo un’inedita “semantica surreale” ed avanguardistica della figurazione legata al personaggio.

Paperino, eroe perseguitato dalla cattiva sorte quasi come il suo pittore, assurge a simbolo della rinascita su questa creativa rappresentazione, che ci conduce alla prodigiosa visione di specchio universale dei lati segreti dell’uomo, una visione personale ma globale nella quale riconoscersi  per superarsi. 

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Dott. ssa Melinda Miceli Critico d’arte e giornalista, Presidente Certamen internazionale sulle grandi Cattedrali d’Occidente, International Art Prize Giotto, Vicario internazionale per la Cultura e l’arte dei Templari federiciani, Ambasciatrice onoraria di Ediciones Matrioska.

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