Svelato il mistero delle “Luci telluriche”

Le luci sismiche, che appaio prima dei terremoti, potrebbero aiutare a prevenire le catastrofi più gravi

Un recente studio scientifico ha svelato il mistero delle “luci telluriche”. Si tratta – così sembrerebbe – di energia intrappolata tra le faglie e liberata durante il sisma. Sembrano dei veri e propri “lampi”. Un’arma in più per prevedere i terremoti più devastanti.

Non si tratterebbe, quindi, di allucinazioni, bensì di un fatto scientificamente provato: sono le luci che, improvvisamente, prima o durante un terremoto, si sprigionerebbero dalla terra. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Seismological Research Letters e condotto da ricercatori, guidati da Robert Thèriault (geologo canadese), le luci sismiche, chiamate Eql, sono legate ad un rapido accumulo dell’energia intrappolata tra le faglie del sottosuolo.

Queste correnti elettriche indotte fluiscono in superficie filtrando attraverso le fenditure del terreno, dove, ionizzandosi insieme alle molecole d’aria, generano la luminosità osservata.

Le luci possono assumere diverse varietà di forme: le principali sono sfere ferme o fluttuanti nell’aria. I ricercatori hanno esaminato 65 casi di luci correlate con i terremoti a partire dal 1600, l’80% dei quali avevano una magnitudo superiore a 5.0 della scala Richter.

Possiamo considerare queste luci come un fenomeno pre-terremoto e combinando questi dati con altri tipi di parametri che variano poco prima di un sisma, potremo un giorno tentare di prevedere questi eventi che sono così catastrofici per l’uomo’, ha dichiarato Thèriault, che lavora presso il Ministero delle Risorse Naturali del Quebec, in Canada.

Le luci sismiche sarebbero apparse – secondo alcune testimonianze – anche pochi secondi prima del terremoto che, nell’aprile del 2009, ha colpito L’Aquila. Alcune persone avrebbero visto una “luce tremolante alta 10 centimetri” sopra il lastricato di via Francesco Crispi, nel centro della città.

Bagliori simili sembrerebbero essere stati avvistati anche prima del terremoto in Emilia Romagna del 20 maggio 2012, in Giappone nel terremoto del 2011 e in Perù nell’agosto 2007.

Nel 1910, sul Bollettino della Società Sismologica Italiana, veniva pubblicato quello che può essere definito il primo catalogo mondiale sui fenomeni luminosi che accompagnano i terremoti, con 148 casi provenienti da tutto il mondo. Nel frattempo, il naturalista De Montessus De Ballore riferisce di fenomeni luminosi avvenuti in Cile, durante il sisma di Valparaiso del 16 agosto 1916. Le cose non vanno diversamente in Giappone, altra terra che da tempo immemorabile subisce le devastazioni dei terremoti. Anche qui le popolazioni, abituate a convivere con questo flagello, impararono a riconoscere quelle variazioni ambientali, che possono presentarsi prima di una scossa e che furono – a torto o a ragione – definite come i segni precursori del sisma.

A seguito del forte terremoto che colpì la penisola di Izu (Jp) il 26 novembre 1930, vi furono talmente tanti fenomeni luminosi e di tale intensità, che si riuscì a raccogliere più di 1500 testimonianze.

Sicuramente gli studi su tale fenomeno continueranno, ma chissà se la fuoriuscita di questi bagliori riuscirà davvero a “prevenire” questi terremoti disastrosi, perché, al momento, i fenomeni registrati sembrano essere troppo a ridosso dell’evento tellurico.

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