Spiagge Siciliane: 13 i siti inquinati

“Secondo i dati di Goletta Verde parte della costa siciliana necessita di un’imminente ripulita, ne va del turismo dell’Isola”. 

I dati raccolti da Goletta Verde nel 2014 purtroppo parlano chiaro: la Sicilia conta 13 spiagge contaminate dai rifiuti a causa dei canali di scarico e dell’abusivismo edilizio. In testa c’è Palermo con 4 siti contaminati, seguita da Agrigento e da Catania con 2 e Caltanissetta, Ragusa, Siracusa e Trapani con 1. Dati che non vanno certo a favore di un’Isola che, potenzialmente, potrebbe vivere solo di turismo, ma a riguardo sembra che le istituzioni e gli organi competenti riversino in uno stato perenne di immobilità verso le problematiche ambientali che minacciano l’economia dell’Isola.

In particolare, per quanto riguarda il capoluogo etneo, sono stati puntati i riflettori su due luoghi: il lungomare Galatea di fronte all’isola Lachea, nella zona di Aci Trezza,  e la parte terminale della Plaja, il lungomare di viale Kennedy.

Il lungo mare di Aci Trezza è stato, di recente, sotto i riflettori a causa della quantità sorprendente di rifiuti tossici e solidi provenienti da scarichi fognari abusivi che stanno inquinando e deturpando uno dei principali punti di riferimento per catanesi e turisti. Tempo fa, a richiamare l’attenzione delle istituzioni, sono state diverse iniziative di cittadini volontari, finalizzate alla pulizia dei fondali e della costa. Ad esempio, al termine della stagione estiva del 2014 gruppi di sub si sono immersi fino a 35 metri di profondità per ripulire, nei limiti del possibile, il fondale di uno dei tratti di costa più noti della Sicilia. L’iniziativa è stata promossa dal Diving “Acque Limpide” di Catania e dell’Esa Catania Diving School. Si tratta di un segnale forte che pone l’attenzione sulla scarsa tempestività degli organi competenti in materia di tutela e valorizzazione ambientale.

Il secondo sito particolarmente problematico in fatto di inquinamento è la Plaja di Catania. Se si esplora soprattutto la parte finale di questo tratto di costa si possono notare svariate strutture incomplete in cemento a ridosso del mare, veri e propri ecomostri che deturpano il paesaggio marino, frutto dell’abusivismo edilizio degli anni Ottanta. Il fenomeno, scaturito dall’indissolubile sodalizio di compromessi e illegalità, rappresenta un’enorme piaga per l’ambiente. Anche la Plaja, come Aci Trezza costituisce uno dei luoghi più frequentati dai bagnanti, che però che devono costantemente fare i conti con rifiuti che oltre ad inquinare l’ambiente mettono a rischio la salute dell’uomo.

L’ambiente e il paesaggio rappresentano uno degli aspetti più importanti del turismo della Sicilia, in grado di far muovere l’economia dell’Isola in un momento estremamente critico. Per questo è necessario sollevare determinati problemi e fare un appello agli organi competenti al fine di puntare sulla tutela e valorizzazione ambientale fondamentali punti di forza dello sviluppo siciliano, in contrasto con l’illegalità una della cause del blocco economico. Quest’ultima, nutrendosi di compromessi, superficialità e omertà, soffoca le potenzialità di cui questa terra è ricca, e il mare è proprio una di queste. 

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