Presentato “Di mia a tia – Il dialetto siciliano fra poesia e ironia” di Giuseppe Pappalardo

Il libro di poesie dialettali di Giuseppe Pappalardo è stato presentato a Villa Malfitano. La silloge composta da 39 poesie conquista il lettore fin da subito con versi riflessivi e nostalgici, giungendo alle ultime pagine, con sonetti umoristici e divertenti

PALERMO – Ampio successo per l’evento tenutosi ieri nella prestigiosa villa Malfitano a Palermo. Circa 150 coloro che hanno seguito in religioso silenzio la presentazione di «Di mia a tia – Il dialetto siciliano fra poesia e ironia», libro di poesie dialettali di Giuseppe Pappalardo, raffinato poeta dai molti riconoscimenti nell’ultimo triennio. La silloge composta da 39 poesie conquista il lettore fin da subito con versi riflessivi e nostalgici, giungendo alle ultime pagine, con sonetti umoristici e divertenti. L’agile raccolta di versi rivela la maturità dell’autore nell’utilizzo delle molteplici possibilità espressive del dialetto e la sua abilità nel muoversi dal registro lirico a quello ironico-burlesco, dalla memoria rievocativa alle meditazioni sull’esistenza, dalla favolistica moraleggiante al buonumore di matrice esopiana, fino all’attualità politico-economica e alla modernità in chiave scherzosa. Approfondimento del dialetto siciliano. Nel libro si nota una certa vocazione dell’autore alla variatio che deriva dalla sua vita inizialmente trascorsa a Paternò e dopo a Palermo, vocazione espressa con una sorta di divertito compiacimento di chi sperimenta su se stesso la «variazione geolinguistica». Due ore di alto livello culturale con eccellenti relatori: il Prof. Ruffino, già Preside della Facoltà di Lettere e Presidente del Centro studi filologici e linguistici siciliani; la Prof.ssa Perrone, Presidente della Dante Alighieri di Palermo e ordinario di Letteratura Contemporanea; la Prof.ssa Luzzio, docente di lettere nel Liceo; il Prof. Gianni Nanfa, attore, editore, autore, dottore in Filosofia del linguaggio, già docente di Lettere.

E Palermo si conferma una città culturalmente viva.

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