La Drag Queen Conchita vince l’Eurovision 2014 …“IN BARBA” all’OMOFOBIA

Conchita Wurst (alias Tom  Neuwirth) è la drag queen barbuta vincitrice all’Eurovision 2014. Il ministro austriaco dichiara “Vittoria della tolleranza”

Strepitosa edizione 2014 dell’Eurovision Song ContestCopenaghen, in Danimarca. Si classifica al primo posto, con la canzone Rise Like a Phoenix, Conchita Wurst, rappresentando l’Austria. Il brano, presentato ufficialmente nel marzo scorso, ha vinto il festival canoro europeo con 290 punti, portando all’Austria la seconda vittoria all’Eurovision Song, dopo quella del 1966.

Una canzone strepitosa, interpretata da una voce tanto soave quanto possente, che, però, ha fatto tanto discutere. Ad interpretarla, infatti, è proprio una Drag Queen… Il cantante – già particolarmente eccentrico nella sua mise, seppur molto elegante e adir poco “affascinante” – usa pronomi femminili per la descrizione di sé, quando interpreta il ruolo di Wurst.

All’anagrafe Thomas “Tom” Neuwirth, classe ’88, è un cantante austriaco; ma è da datare “anno 2011” la nascita di Conchita Wurst, il personaggio di una drag queen. Anche lo pseudonimo adottato da Tom non è stato abbandonato al caso… In Germania e in Austria, infatti, la parola wurst significa “non me ne importa niente”, volendo significare che a lui non importa da dove venga o di quale aspetto sia una persona… Eppure non tutti la pensano così!

Selezionata nel settembre 2013 dall’ORF come rappresentante dell’Austria all’Eurovision Song Contest 2014, Conchita ha scatenato alcune polemiche in Austria, raccogliendo più di 31.000 iscrizioni alla pagina Facebook “Anti-Wurst”. Inoltre, sia in Russia che in Bielorussia, sono state condotte delle petizioni, che invitavano le televisioni nazionali a rimuovere dalla messa in onda le prestazioni dell’artista austriaca. Icastica la proteste del parlamentare russo Vitalij Milonov (uno dei fautori della legge russa omofoba in tema di restrizioni sull’omosessualità), il quale aveva chiesto la non partecipazione della Russia al Festival, a causa della presenza della drag queen austriaca. Costui ha anche affermato che: “Una pervertita come Wurst insulterebbe milioni di russi”. Dalla Bielorussia, invece, la richiesta da parte del comitato locale dell’Eurofestival che la messa in onda della gara prevedesse un sistema di montaggio tale, da evitare che in Bielorussia venisse trasmessa l’esibizione della Wurst. Entrambe le richieste, però, sono state respinte.

Questa serata è dedicata a tutti coloro che credono in un futuro di pace e libertà. Voi sapete chi siete. Noi siamo unità e siamo inarrestabili!’, ha detto Conchita al momento della premiazione.

Ma anche dopo la vittoria, le polemiche e le critiche sono piovute inesorabili da parte di alcuni esponenti politici russi. Il vice premier russo Dmitrij Rogozin ha, infatti, affermato: ‘Il risultato di Eurovision ha mostrato ai sostenitori dell’integrazione europea il loro futuro europeo… una donna barbuta’, mentre ben più pesante è stata la dichiarazione di un altro politico russo di spicco, il nazionalista Vladimir Žirinovskij, il quale ha affermato: ‘È la fine dell’Europa. Loro non hanno più uomini e donne, hanno “questo”’.

Anche l’Italia non è rimasta in silenzio: critiche – inopportune? – sulla vittoria della Wurst sono arrivate anche dalla cantante italiana Emma Marrone (anche lei partecipante all’Eurovision e qualificatasi nelle ultime posizioni), la quale in un’intervista a si è detta sicura che, ‘Senza quella barba non avrebbe alcuna chance, siamo seri’. Eppure la bellezza della sua voce appare indiscutibile ai più…

Una vittoria in Europa della tolleranza e del rispetto’, ha, invece, commentato il ministro austriaco della Cultura.
Alla finale dell’Eurovision, la contestata drag queen con la barba che ha strabiliato pubblico e critica non solo per il suo aspetto, ma anche per la classe con cui è salita sul palco di Copenaghen.

Che si tratti di propaganda per l’omosessualità? O di un emblematico declino morale? Si è parlato di un concorrente travestito ed ermafrodita… Nulla di più errato! Tom è solo “un personaggio”, che ha fatto parlare di sé – questo è chiaro – ma con classe e soprattutto per la splendida voce che lo contraddistingue.

 Ma una connotazione risulta importante sottolineare: proprio il popolo russo risulta – a conti fatti – molto meno influenzabile di quanto si potesse pensare, avendo assegnato alla “controversa Conchita” un sorprendente sesto posto: la giuria di Mosca, infatti, l’aveva relegata in undicesima posizione, ma il terzo posto al televoto le ha permesso di conquistare cinque punti (il massimo è dodici) in terra russa. Un chiaro segnale di libertà e tolleranza, che travalica le solite semplificazioni politiche e ideologiche.

Persino il pubblico musulmano sciita dell’Azerbaigian l’ha piazzata al terzo posto, in netto contrasto con la giuria di Baku, per la quale era addirittura penultima, seguita solo dal rappresentante dell’odiatissima Armenia. Non potevano mancare, infine, le polemiche sui social network. Dopo il trionfo di sabato sera, Conchita Wurst è balzata in testa ai Trend Topic su Twitter, con migliaia di cinguettii, di supporto o di indignazione, per una vittoria che ha polarizzato le opinioni, trasformando il social più cool del momento in un’enorme dibattito pro o contro la “drag queen barbuta.
E lei, consapevole di quanto sia dicotomica la sua immagine, non si preoccupa più di tanto, si gode la vittoria e lancia il suo messaggio di tolleranza e libertà al grido “We are unstoppable!”, che già molti, anche in Italia, vorrebbero come slogan dei prossimi Gay pride.

Una breve nota, però, merita il flop della nostra rappresentanza italiana: Emma Marrone. Classificatasi, per l’appunto, al ventunesimo posto (su 26!) con “La mia città”, ha poi ringraziato su Facebook con un ‘Grazie a tutti ! Ho cercato di dare il massimo. Sono fiera di me stessa a prescindere. Vi aspetto in tour’.

Intanto il suo brano è uscito sulla piattaforma iTunes di tutta Europa: in Svezia ha conquistato la 37^esima posizione, la 48^esima in Finlandia, 49^esima in Austria, 51^esima in Grecia e 60^esima in Spagna. In Italia, invece, il brano di Emma ha debuttato al 58esimo posto, “battuta” proprio dal 41esimo di Rise like a phoenix, il brano di Conchita.

Un risultato davvero deludente, che elegge Emma Marrone la peggior artista italiana nella storia degli Eurovision. Nel 1966 Domenico Modugno si piazzò 17esimo con il brano “Dio come ti amo”, nel 1979 i Matia Bazar finirono 15esimi con “Raggio di Luna”: piazzamenti di certo non edificanti, ma di gran lunga superati i”in negativo” dall’enorme flop incassato in questo 2014 da Emma Marrone, data addirittura per favorita da alcuni celebri siti italiani.

A conti fatti, però, rimane indiscusso il grande successo di Conchita, sia vocale che di costume, colpendo l’attenzione dei media con i suoi capelli lunghi e ricci corvino scuro, ciglioni, un viso angelico, un abito d’oro lungo… e una barba ben curata!

 

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