Intervista allo scrittore, Claudio Macarelli

Claudio Macarelli, da sommozzatore professionista a scrittore il passo è breve. Cosa ti ha spinto ad intraprendere la carriera di scrittore un mondo tutt’altro che facile?

“Grazie mille, Chiara, per avermi accolto all’interno della tua rivista, è un piacere essere ospiti di Globus Magazine. Ho sempre amato scrivere. In prima elementare, la maestra ci ha assegnato un pensierino dal titolo: descrivi cosa circonda la tua casa. Mi ha dato un bel voto e lo ha letto a tutta la classe, è stata la mia prima presentazione. Direi che la scrittura e l’amore per il mare si intrecciano da sempre nella mia vita. Scrivere richiede però anche tanto tempo e dedizione, fino ad ora ho dovuto dedicarmi più al mio lavoro di sommozzatore, adesso però posso soddisfare anche questa mia passione. Nonostante sia un mondo, quello dell’editoria, non facile, come hai giustamente sottolineato tu, Chiara. Però sono sempre stato attratto dalle sfide, sono sicuro che riuscirò a esplorare e conquistare anche questo mondo, e in parte l’ho già fatto”.

Le principali caratteristiche del Cilento, terra dove vivi da più di 30 anni e le principali caratteristiche della Toscana, in cosa si differenziano e cosa hanno di negativo e di positivo?

“La toscana – Pistoia, dove sono nato – sono luoghi del mio cuore, vi sono parte delle mie radici. Io però ho sempre, fin da piccolo, amato viaggiare. Mi stendevo sopra un terrazzo dal pavimento in cotto, riscaldato dal sole estivo, guardavo le nubi correre via e scomparire dietro un tetto, e immaginavo le terre meravigliose che avrebbero incontrato. Io sono voluto andare oltre il tetto. E dopo essere stato in posti molto lontani, aver visto e vissuto esperienze appaganti, un giorno di metà maggio sono arrivato nel Cilento a Castellabate e il suo mare, l’isola di Licosa, il profumo di quella terra è penetrato in me, mi sono sentito a casa. E così è ormai da più di trent’anni. Ancora viaggio e per lavoro mi sposto per tutta l’Italia e anche all’estero, ma amo tornare nel Cilento, una terra baciata dagli dei di ogni popolo che l’ha vissuta”.

Fino ad adesso hai scritto due romanzi ” Il gene immortale ” Prokeitai -Dentro la luce-” in che cosa si differenziano e che cosa hanno in comune?

“I due romanzi non sono collegati fra di loro, come i personaggi che li animano. Anche per l’argomento trattato, il primo, “Prokeitai- Dentro la luce”, ha un’ambientazione che profuma di mare quasi in ogni sua pagina e porta il lettore a scoprire il mondo sommerso, inseguendo un mistero che proviene da un passato lontano. Nel secondo, “Il gene immortale”, sono la genetica e l’archeologia che si intrecciano come una catena del DNA, pervasi dal segreto di una misteriosa sostanza che solca i millenni. L’unica cosa che li accomuna in piccola parte è un luogo del Cilento, per il resto il lettore può indifferentemente leggere per primo quello che preferisce”.

Che significati reconditi hanno i due libri e raccontaci brevemente la loro rispettiva silloge?

“Nelle pieghe delle pagine dei mie romanzi cerco di mettere in luce quanto noi sapiens abbiamo perso il contatto con chi ci ha generato, la natura che ci circonda. Cerco di evidenziare il nostro troppo pressapochismo nella cura verso l’ambiente fonte della nostra sopravvivenza e il poco rispetto che gli portiamo, ovviamente, questo, nel mio piccolo. E ho cercato, specialmente nel secondo, di mettere in luce quanto sia importante l’amore, sia quello verso un altro umano, un animale, o una pianta, l’importante è amare. Come ha detto Ilya Prygogine, “…Amore non è legato a sentimento, affetto o passione, come lo conosciamo oggi, ma significa ‘a-mors’, non morte. Tutto vive, dall’atomo alla più grande galassia”.

Veniamo però di cosa parlano i miei romanzi, Chiara. Il primo, “Prokeitai-Dentro la luce”, è ambientato per gran parte a Procida. Mare e immersioni pervadono il romanzo. Il personaggio principale sarà risucchiato in un turbine di avvenimenti che prendono vita in età micenea, per arrivare all’alba del nuovo secolo. Un mistero celato in parte in un’abbazia, in un’antica tavoletta, e nelle profonde acque cristalline di una delle baie dell’isola, faranno precipitare il personaggio principale in un rocambolesco inseguimento della verità. Il secondo, “Il gene immortale”, è ambientato nel Cilento, tra Velia in epoca romana e Castellabate, sia in epoca romana, sia alla metà degli anni Ottanta. In questo caso il personaggio principale è un archeologo di fama internazionale, che verrà coinvolto dal misterioso segreto di una sostanza che attraversa i millenni. Un enigmatico direttore di un centro di ricerche di genetica nasconde un segreto tra i suoi laboratori, segreto che l’archeologo cercherà di scoprire e che gli sconvolgerà la vita. Archeologia e genetica si fondono nelle pagine del romanzo. Non ti svelo altro, Chiara, ai lettori l’ardua sentenza”.

Qual è il tuo prossimo obiettivo artistico?

“Scrivere e poi scrivere ancora, Chiara, questa è la cosa che mi dà più soddisfazione. Infatti è quasi pronto il mio terzo romanzo. Stavolta abbandono del tutto il Cilento e il sud Italia; l’ho ambientato nella magica e misteriosa Venezia, dove ho avuto la fortuna di lavorare e abitare per due anni… e un altro è già in cantiere. Grazie di cuore, Chiara, per avermi dato l’opportunità di parlare dei miei romanzi, e grazie anche ai lettori di Globus Magazine, che leggeranno quest’intervista”.

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