Intervista alla professoressa Maria Tedeschi, ambasciatrice alla gentilezza per l’Associazione Cor et Amor

È la gentilezza a renderci più belli, forti e ribelli nella maniera giusta! Intervista alla professoressa Maria Tedeschi.

Tanti gli ambasciatori nel mondo in diversi campi dello scibile umano ma questa è la prima volta che mi capita di leggere “ambasciatrice della gentilezza”.

Gentile Maria ci racconti questa Sua esperienza?

“Ad un certo punto della mia vita mi sono sentita stanca di quel mondo contemporaneo che mette a tacere chi è educato, parla piano, si esprime in modo articolato e vede chi è gentile noioso, fragile, vecchio, fuori moda. Ho capito invece che è proprio il contrario. È  la gentilezza a renderci più belli , forti e ribelli nella maniera giusta. Essere gentili non è un atteggiamento apparente ma uno stile di vita che parte dalla nostra interiorità e che deve estrinsecarsi nella vita di tutti i giorni. Questa è la motivazione che mi ha spinto a presentare la mia candidatura all’associazione Cor et Amor di Ivrea alcuni anni fa. Un’Associazione Culturale che nasce nel 2014 con l’obiettivo di “promuovere la conoscenza, la pratica e lo sviluppo del gioco con approccio e finalità etiche per favorire il progresso ed il benessere umano”. Sono stata subito accolta da loro a braccia aperte ed è diventata la mia seconda famiglia. Essere ambasciatrice di Cor et Amor significa sentire la responsabilità sociale , l’impegno verso la comunità di appartenenza, l’ altruismo e la correttezza nel modo di essere e di porsi. Significa vivere la vita avendo sempre cura di tutto ciò che ci circonda. Significa adottare sempre uno stile di vita gentile che si estrinsechi tutti i giorni attraverso il ruolo che si occupa nella società, rifiutando e condannando ogni forma di «mediocrazia» o atteggiamento di indifferenza e impassibilità verso chi ha bisogno e non restare indifferente davanti alle ingiustizie.
Il mio piccolo contributo  è di divulgare attraverso la scrittura l’importanza delle buone pratiche, dalla donazione degli organi a quella di sangue ma anche di condividere e diffondere le esperienze gentili nel mondo attraverso l’utilizzo delle lingue straniere”.

Maria, le sue esperienze spaziano in diversi campi: dalla musica rock, alla letteratura, ai viaggi. Secondo Lei qual è il senso della vita?

“Forse il senso è cercare di capire quale sia il suo scopo, leggendosi dentro senza paura e liberando le energie e passioni positive affinché possano trovare la giusta rotta. Io vivo di passioni ed è per questo che amo la vita. Adoro la lettura, sono sempre stata una fervida lettrice fin da quando ho imparato a leggere, mi è sempre piaciuto spaziare nei più disparati generi letterari della letteratura dei vari paesi del mondo. Adoro le lingue straniere, la musica rock, viaggiare e anche tanto il mio lavoro”.

Con suoi alunni ha coadiuvato e promosso diversi cortometraggi che hanno riscontrato successo e che hanno portato a “casa” diverse medaglie e riconoscimenti. Ci racconti.

“Mi sono spesso dedicata allo storytelling con i miei discenti. Abbiamo sempre lavorato bene insieme,  facendo ciascuno la sua parte e unendo tutte le  sinergie nel rispetto dei ruoli. Così sono nati i diversi cortometraggi, anche in lingua inglese, che hanno ottenuto il primo posto o la medaglia d’oro nelle competizioni nazionali. Per citarne solo alcuni: Miglior Cortometraggio Cinecibo Categoria Edizione 2011 con colonna sonora di Eugenio Bennato. Premio giuria tecnica per il Miglior Cortometraggio – Categoria Senior (Scuola Medie Superiori) Cinefrutta Edizione 2012 con colonna sonora a cura della band inglese Gold Skies Ahead. 2016/2017 Medaglia d’oro Premiazione del Concorso Nazionale L’Archivio Nazionale dei Monumenti Adottati dalle scuole italiane” Villa S.Marco, l’adottiamo noi!” con colonna sonora autoprodotta in collaborazione con il rapper Dominas. 2017/2018 Premiazione del Concorso Nazionale L’Archivio Nazionale dei Monumenti Adottati dalle scuole italiane- Medaglia d’oro per il video “Via Coppola e i suoi segreti” colonna sonora a cura del rapper Nto’”.

Fino ad adesso dalla Sua fantasia sono stati “partoriti” quattro romanzi. Ci vorrebbe scrivere una breve silloge e il significato recondito dei Suoi racconti?

Mi piacerebbe scrivere per lei una raccolta di poesie, non posso farlo ora, ci vorrebbe davvero troppo tempo essendo anche più incline alla prosa… tuttavia il mio switch verso la lirica è quando scrivo le canzoni e quindi posso proporne subito una. Le propongo la mia ultima canzone: Non baciare la mano di chi ti mette la catena! Il messaggio che ho voluto convogliare è semplicemente questo:
Se la volontà e la forza spirituale, che dovrebbero spingerti a non accettare e a denunciare i soprusi e le ingiustizie verso te stesso e verso gli altri, ti mancano e hai paura… non metterti dalla loro parte, conserva la tua integrità. La libertà e la dignità non hanno prezzo… nessuno potrà portartele via se tu non vuoi!
Non baciare la mano di chi ti mette la catena! C’è il tributo di Cesare da pagare
E non ce la posso fare…
Ma cosa è questo tributo?
Perché devo restare muto?
Pagare e non protestare?
Se non ho nemmeno da mangiare…
Schiavo sulla Terra
di quel gran signore della guerra!
Non baciare le mani a chi ti mette la catena!
Se non puoi proprio rifiutare… non lasciarti abbindolare
Tieni strette le tue idee, pensa al cambiamento anche
Se è lento.
Non baciare la mano di chi ti mette la catena,
Hai paura che ti brucino casa? Devi pagare?
Fallo!
Ma non è necessario ossequiare.
A tuo figlio non lo fanno lavorare?
C’è prima quel tributo da pagare?!
Non baciare la mano di chi ti mette la catena!
Tuo padre è malato e c’è una lunghissima attesa
versa la quota e avrai subito una mano tesa…
Non baciare la mano di chi ti mette la catena!
Conserva la dignità,
quella nessuno te la toglierà.
Non baciare la mano di chi ti mette la catena,
cammina a testa alta e vai serena…
Tutto prima o poi passerà
Farà capolino la verità…
Nulla dura per l’eternità! Per quanto riguarda il significato recondito dei miei racconti, credo che lei si riferisca alla Trilogia delle rose, trilogia di racconti in lingua italiana e inglese. Del loro significato ne parlo proprio nell’ introduzione:
”Per la scrittura dei miei racconti ho trovato fonte d’ispirazione nello studio del mondo giapponese e in particolare della filosofia del Wabi Sabi. Essa coglie la bellezza nell’imperfezione, apprezza la semplicità e accetta la natura transeunte di ogni cosa. Un modo diverso di affrontare le sfide della vita moderna e i suoi limiti. Ci suggerisce che bisognerebbe semplicemente rallentare, semplificare la nostra complicata quotidianità concentrandoci su ciò che conta veramente per noi: le nostre passioni, i nostri sogni che purtroppo spesso abbandoniamo per essere “tristemente” realisti. Ci sono miriadi di possibilità intorno a noi, ma non riusciamo a vederle, sono solo al di là della paura dei nostri possibili fallimenti. Seppur essi ci saranno, dovranno avere il mero scopo di rafforzare la nostra capacità di resilienza. La bellezza di una semplicità sincera può delinearsi dall’inesorabile passaggio del tempo, comprendendo serenamente la nostalgia, l’imperfezione in una tensione più dolce e profonda”.

Lei, Maria, e il dottore Giuseppe Reale per quale recente progetto avete collaborato?

“Il professore Giuseppe Reale è un uomo di grande spessore umano e culturale nonché il Direttore del Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova di Napoli:Il luogo dei luoghi, la fonte d’ispirazione del mio ultimo romanzo Il Donatore di sangue.
Una visita a questo Complesso Monumentale ha generato in me un turbinio di emozioni. Ho cercato di dare un nome a queste sensazioni e così è nato il protagonista del mio romanzo: Mirko Balsa che è un personaggio di pura fantasia.
Il professore Reale mi ha concesso un’interessante intervista in cui si parla dal punto di vista storico e scientifico dei “ luoghi” del romanzo che ho inserito nell’appendice e che rappresenta senz’altro un valore aggiunto alla mia scrittura creativa”.

Il Suo amore per la musica (in modo preminente la musica rock) l’ha portata a collaborare con diverse band anche queste collaborazioni fanno di Lei, Maria, una persona poliedrica e piena d’interessi. Anche questa esperienza, sono certa, potrà interessare i lettori dell’importante Globus Magazine. Ci racconti?

“La scrittura, come la vita, credo sia un pentagramma su cui sei tu a scegliere il tempo, il ritmo e le note per creare la tua melodia. Vita e musica sono connesse e la mia vita è sempre stata rock: resistente fuori e morbida dentro. Amo il rock proprio perché mi rappresenta.
Alla fine di ogni mio libro è mia abitudine mettere una playlist musicale che consiglio ai lettori perché le note di quelle canzoni descrivono bene gli umori dei miei personaggi, li rappresentano in tutte le loro caratteristiche”.

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