Individuate nel cervello le tracce dell’anoressia

I ricercatori hanno osservato che le alterazioni presenti nel cervello compaiono nei fasci di sostanza bianca

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Le tracce dell’anoressia sono presenti nel cervello già dalle prime fasi della malattia e, questa volta, sono ben visibili grazie a un nuovo metodo di risonanza magnetica. Per merito del gruppo di ricerca italiano coordinato da Santino Gaudio, la scoperta è stata pubblicata sulla rivista Psychiatry research Neuroimaging e spiega come sia possibile il fatto che persone affette da anoressia pensino in modo così ossessivo e distorto al loro aspetto fisico.

Gli ultimi dati Sdo (Scheda di Dimissione Ospedaliera) hanno rilevato che in Italia nel 2016 l’anoressia ha fatto 3240 vittime, numeri che comprendono anche molti casi di bulimia considerando che è possibile arrivare a un grave sottopeso utilizzando anche il metodo bulimico.

I ricercatori hanno osservato che l’anoressia altera le aree comunicative del cervello coinvolte nel controllo cognitivo e nella percezione dell’immagine del proprio corpo.

Osservando la sostanza bianca di 14 adolescenti malati da meno di 6 mesi e confrontandola con quella di 15 coetanei sani, il dottor Santino Gaudio ha rilevato che le alterazioni nei fasci avviene già dalle primissime fasi dell’anoressia. “Ciò spiega perché le pazienti pensano in modo ossessivo al cibo che assumono e al proprio corpo, del quale hanno un’immagine distorta. Sono infatti incapaci di percepire le loro dimensioni reali e la gravità del loro stato di denutrizione” ha dichiarato Gaudio. Tale scoperta “offre un nuovo contributo alla comprensione delle cause dell’anoressia nervosa – continua il ricercatore – e apre la strada allo sviluppo di nuove e più efficaci strategie terapeutiche focalizzate, fin dalle fase precoci della malattia, al miglioramento della flessibilità del pensiero e all’alterata percezione delle proprie forme corporee“.

Le cause dell’anoressia nervosa possono essere molteplici: una di queste (e anche la più inaccettabile) è dovuta alla mancata accettazione del proprio aspetto fisico, spesso associato al disperato bisogno di sentirsi socialmente accettati per far fede a quei canoni che la società, nel corso degli ultimi anni, ha purtroppo definito in un mondo dove, solitamente, ciò che appare vale più di ciò che si è.

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