Immigrazione clandestina: il business illegale dei circhi a Palermo

L’operazione “Golden Circus”  inchioda 41 persone che speculavano sul fenomeno dei clandestini.

Diciotto circhi, quarantuno tra impresari, titolari di circhi e amministratori pubblici e sette milioni di euro “guadagnati” in tre anni: ecco i numeri dell’operazione “Golden Circus” che ha visto protagonista in questi giorni la squadra mobile di Palermo. Stando ai dati riportati da La Sicilia e dall’Ansa  il nome che spicca tra le quarantuno persone coinvolte è quello del cinquantaquattrenne Vito Gambino, dipendente dell’Assessorato della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro della Regione Siciliana.

L’indagine ha portato alla luce il business illegale dei clandestini indiani, bengalesi e cingalesi, portato avanti dagli impresari del settore circense che speculavano sui migranti intenzionati ad entrare in Italia spacciandoli per gente del circo. Quella che si è innescata è una rete che sfruttava l’immigrazione clandestina per trarne ingenti guadagni economici che oscillavano tra i settemila e i quindicimila euro per ogni migrante che gli impresari riuscivano a piazzare in Italia, facendoli apparire agli occhi della legge come ballerini, clown, trapezisti e domatori del circo e invece dopo aver ottenuto il nulla osta per stare in Italia non gli toccava nessun lavoro.

Il circo si è prestato come copertura ideale per questo traffico illecito di migranti per via della sua esclusione dalle norme che regolamentano il flusso dei migranti del Testo Unico sull’immigrazione. Così Gambino è riuscito a creare una fitta rete illegale costruendo una sorta di ufficio di collocamento per clandestini attraverso la realizzazione di falsi nulla osta al lavoro per prima occupazione, documenti di fondamentale importanza per ottenere il visto in Italia. Ed proprio qui che subentravano gli impresari dei circhi svolgendo un ruolo fondamentale nel business illegale, inoltrando le domande di assunzione dello straniero in questione a Gambino e guadagnando dai duemila ai tremila euro per ogni straniero assunto in maniera fittizia.

Insomma quello che è emerso è uno scambio di favori ai fini economici tra Gambino e gli impresari dei circhi per incrementare i loro guadagni.

Un vero e proprio sfruttamento dell’uomo sull’uomo trattato alla stregua di merci per arricchirsi considerando il fatto che i clandestini, per raggiungere l’Italia pagavano fino a 15 mila euro. L’ operazione “Golden Circus” ha contato circa cinquecento migranti che sono arrivati nel nostro paese mediante il sistema dei circhi.

La Procura di Palermo ha avanzato l’accusa di corruzione, falso materiale, falso ideologico e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ai seguenti circhi: Coliseum Sandra Orfei, Città di Roma, Smart Shane, Kumar, Vienna Roller, Caroli, Wigliams Brother, Jonathan, Apollo, De Blais, Meraviglioso, Aris Martini, Martini Cirque D’Europe, acquatico Denji show e acquatico Splash.

Che sul fenomeno migratorio c’è chi specula, sfruttando le tragedie del proprio prossimo, già si sapeva, ma la rete dei circhi suscita scalpore, in quanto si tratta dell’ennesima sfaccettatura di un fenomeno di cui non si è mai avuto il controllo ne una corretta gestione e situazioni come lo sfruttamento dei clandestini per arricchirsi non sono altro che la conseguenza di questa situazione. Già la giornalista Oriana Fallaci, come una Cassandra del nuovo millennio, aveva previsto come un giorno il fenomeno migratorio sarebbe sfuggito al controllo dell’Italia dando vita a situazioni sempre più degenerative.

L’Italia è un territorio piccolo e non può contenere la quantità di migranti che costantemente arrivano e già parecchi anni fa la Fallaci fece leva su questo punto, che chiarisce da dove partono le difficoltà di gestione del fenomeno. In seno a queste difficoltà gli sciacalli di turno se ne approfittano e dove vedono un possibile guadagno non si fanno scrupoli a sfruttare le tragedie altrui come quelle dei clandestini.

Il business degli ingressi illegali in Italia dei clandestini tramite i circhi è proprio l’ennesima conseguenza di un fenomeno ormai giunto al limite

                                                                            

 
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