‘Do you remember’ di Grillo a Bersani. Il M5Stelle non gli voterà la fiducia

Solo qualche ora fa sembrava possibile un accordo tra Pd e M5S ed anche i toni pacati di un Grillo inedito lasciavano ben sperare. Lo tsunami grillino non accenna ad arretrare e dopo il  25 febbraio rischia di diventare un terremoto che avanza inesorabilmente dinanzi alle colonne del potere. Salta la strada tracciata qualche ora fa dal Pd di una possibile apertura al M5stelle e la china sembra vicina. Avrà convocato la base? Forse pensa che se manda i suoi a governare li perde tutti? Dal blog del leader 5 Stelle emerge che proprio non gli è andata già la paternale del partito dell’apparato che lancia l’amo. Ieri un Bersani che incassa la sconfitta mandava a dire: “non basta dire vadano tutti a casa, adesso ci sono, devono dire cosa vogliono fare per il paese e i loro figli”, il Partito Democratico è “disponibile a una condivisione dei carichi istituzionali”. Toni dimessi lontani anni luce dagli anatemi lanciati negli ultimi mesi da Bersani quando tuona contro il pericolo dell’uomo solo al comando, che fa promesse come Berlusconi, che vuole portarci fuori dalla democrazia e dall’Europa.

Grillo gli rinfresca la memoria e ricorda a Bersani cosa gli diceva prima di sedurlo con le tattiche diplomatiche delle alleanze : «Sei un autocrate da strapazzo»; «Grillo porta gente fuori dalla democrazia»; «Grillo porta al disastro» «Grillo vuol governare sulle macerie»; «Grillo prende in giro la gente». Grillo replica e si difende con la stessa retorica di un uomo che insulta, ma che dice anche cose giuste su temi ovvi: mandare a casa i ladri, tutti indistintamente. Un sogno che comincia a prendere forma con una dialettica durissima, ma che piace al paese : «Bersani è uno stalker politico– dichiara Grillo- da giorni sta importunando il M5S con proposte indecenti invece di dimettersi, come al suo posto farebbe chiunque altro. Negli ultimi venti anni – osserva Grillo – il Pd ha governato per ben dieci anni e nell’ultimo anno e mezzo ha fatto addirittura il governissimo con il Pdl votando qualunque porcata di Rigor Montis. Strette di mano e abbracci quotidiani tra Alfano e Bersani alla Camera, do you remember?». Insomma Grillo è chiaro, di fiducia al Pd ed altri manco a parlarne, voterà le leggi coerenti con il suo programma, indipendentemente da chi le propone, secondo il modello siciliano che i suoi stanno sperimentando, con buoni risultati, in Sicilia con la squadra del governatore Rosario Crocetta.

Sul piano dei contenuti politici Grillo manda a dire: «Se Bersani vorrà proporre l’abolizione dei contributi pubblici ai partiti sin dalle ultime elezioni – aggiunge – lo voteremo di slancio (il M5S ha rinunciato ai 100 milioni di euro che gli spettano), se metterà in calendario il reddito di cittadinanza lo voteremo con passione». A stretto giro arriva la replica del segretario del Pd: «Quel che Grillo ha da dirmi, insulti compresi, lo voglio sentire in Parlamento. E lì ciascuno si assumerà le proprie responsabilità». In tutto questo non sembra ancora tramontata l’apertura programmatica del centrosinistra ai grillini, che vede in Bersani il candidato premier di un eventuale governo di centrosinistra: «Chiederemo un voto in Parlamento su una piattaforma programmatica di quattro o cinque punti qualificanti», dichiara Enrico Letta e proporremo a tutto il Parlamento un programma su etica pubblica, riforma dei partiti e della legge elettorale, politiche economiche per i giovani, impegno a far sì che l’Europa non sia più solo quella dei tagli e dell’austerity ma si misuri con provvedimenti volti alla crescita».

Intanto, Bersani incontra Nichi Vendola per fare il punto sulle alleanze: «Guardare al cambiamento espresso dal voto a Cinque Stelle è necessario – ribadisce il leader di Sel – mi auguro sinceramente che si riuscirà a dare una risposta forte al vento di cambiamento che soffia impetuoso nel Paese. Su questo convincimento ho registrato una condivisione totale con Bersani. Non esistono soluzioni che rimandino al passato più cupoNiente governissimo, spero che non sia questo l’auspicio di Grillo». 

 

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