ARRIVA ALLA “DUJA D’OR” DI ASTI, “MIO FIGLIO. L’AMORE CHE NON HO FATTO IN TEMPO A DIRGLI” DI MARCO TERMENANA

Arriva a giorni (ultima tappa), alla “Duja d’or”, cioè la fiera del vino di Asti, il camper di Cesare, Ivan e Roberta che, partito da Pescara agli inizi di giugno, questa estate ha attraversato l’Italia, per proporre i libri di 9 autori italiani, nelle fiere, nei mercati ed anche sul lungomare delle città che ha toccato. Questa bella iniziativa è quella che i tre amici hanno battezzato “Libri in viaggio”.

“Di solito gli ambulanti vendono cibo. – Spiega Roberta – Invece noi vendiamo sì cibo, ma per lo spirito.

Soprattutto, è una distribuzione parallela a quella dei convegni e delle librerie, che può raggiungere una fetta di popolazione che non incrocerà mai quella ufficiale. Una libreria informale come quella di un camper può far conoscere i libri in un modo nuovo: un servizio portato sul posto, dove il lettore non ha deciso di leggere il libro di uno sconosciuto.  Neanche lo sapeva, quando si è svegliato quella mattina, che voleva leggerlo. Ecco che invece tocca con mano l’avventura della scoperta e della sorpresa, vivendo un incontro fisico insperato con la carta e i colori, oltre che facente parte di uno stato di grazia.

Per “Libri in viaggio” c’è bisogno che sia estate, che sia festa. Il libro che i lettori ricevono non è solo un libro, è un pezzetto del loro tempo felice che si materializza e si potrà portare a casa a perenne memoria.”

Ricordiamo invece che la “Duja d’or” è la fiera del vino, che torna dall’8 al 17 settembre. Dopo “Vinitaly” è la più importante del settore e il palio abbinato è il più antico d’Italia. In concomitanza anche la sfilata storica. Riempie le vie, le piazze e i palazzi del centro storico permettendo di vivere numerose eimperdibili esperienze legate al vino, confermando il trend delle passate edizioni dove il vino lega arte, musica e tanti e altri numerosi appuntamenti per tutti i gusti e le passioni, come appunto la lettura.

I 9 titoli, selezionati tra oltre mille richieste, sono poi (in ordine alfabetico): Braviautori.itBrand di esperienze scrittura in rete (Amazon Prime); Alessandra BucciGiallo seta (Il viandante); Laura Minguell Del LungoLucertole (GM.libri -La Vita Felice); Elisa Delpari – 2030, Apocalyp war (Gruppo Albatros- Il Filo); Mas GrandeMas Grande (Autoproduzione); Annalisa MargarinoLo scrigno di Irene (Bookabook); Luca NicoliDottore ho una Tulip nella testa (Amazon Prime); Marco TermenanaMio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli (CSA edizioni); Fabio TipaL’orizzonte degli eventi (Amazon prime).

In tutto questo, merita particolare menzione “Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli” di Marco Termenana, benché la drammaticità dei fatti raccontati realmente accaduti: il romanzo è ispirato al suicidio di Giuseppe, il primo dei tre figli dell’autore, quando in una notte di marzo 2014 apre la finestra della sua camera, all’ottavo piano di un palazzo a Milano, e si lancia nel vuoto.

Con lucidità impressionante e senza mai cadere nella retorica, la storia racconta il (mal) vivere di chi si è sentito sin dall’adolescenza intrappolato nel proprio corpo: la storia di Giuseppe è infatti anche la storia di Noemi, suo alter ego femminile.

Tragedia non solo di mancata transessualità ma anche di mortale isolamento, al secolo hikikomori (termine giapponese che significa “stare in disparte”).

E Marco Termenana che ne pensa? Ecco cosa risponde:

“Mi piace l’idea che Giuseppe sia per strada in mezzo agli altri. Cosa che non ha fatto in vita. Ho scritto solo per ritrovarlo perché il dolore era (ed è) terribile e se non avessi trovato un adeguato meccanismo compensativo sarei impazzito, ma se attraverso quello che ho raccontato posso aiutare a far riflettere e ad autodiagnosticarsi, gli adulti a capire meglio i ragazzi e, viceversa, i ragazzi ad aprirsi verso gli adulti, sono felice. Cerco, cioè, di parlare ai genitori, in alcuni casi ai figli, ed anche a chi non è né l’uno né l’altro, però non vuole sciupare la propria vita e, perseguendo obiettivi etici, ha piacere a leggermi.  Questo sta già avvenendo per tutta Italia ed in diversi contesti (seminari, scuole, premi letterari e librerie), ma mi mancava la strada che invece, proprio per il pubblico che vorrei raggiungere, per la sua veracità, merita addirittura il primo posto dei luoghi dove poter trovare il libro. Solo con il valore aggiunto generato attraverso la mia testimonianza, credo che avrò dato un senso all’inutile morte di Giuseppe.”

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