Antonio Corsaro, sacerdote poeta della innovazione nella Parola, ricordato in un brillante incontro culturale alla Biblioteca Bellini di Catania

Nell’ambito della rassegna atelier del venerdì patrocinata dal Comune, è stato narrato in poesia e musica il percorso umano del grande letterato.

Nell’ambito della rassegna “Atelier del venerdì” organizzata dalla Associazione Akkuaria, col patrocinio del Comune di Catania, Assessorato alla Cultura, della associazione I Lettulandi e della Legione Garibaldina di Sicilia, si è tenuta, nei locali della biblioteca comunale di via di San Giuliano intitolata a Vincenzo Bellini, una conferenza letteraria musicale in omaggio ad Antonio Corsaro, sacerdote poeta e saggista, fra i massimo esponenti della letteratura italiana d’avanguardia del secondo Novecento.

Si sono alternati nel ricordo dell’opera poetica di questo straordinario prete “sciolto o prete senza parrocchia”, come venne all’epoca appellato dalle cronache, nato nel 1909 a Camporotondo etneo, sacerdote dal 1933, autore di diverse sillogi poetiche, saggi su autori importanti della letteratura francese (di cui fu docente) tra cui Fenèlon Mallarmè Valery Claudel, morto semidimenticato nella estate del 1995 a Catania, il professore Giuseppe Adernò, già dirigente scolastico in istituti superiori, presidente della sezione di Catania della Unione Cattolica Stampa Italiana nonché presidente per Catania della delegazione Associazione Cavalieri della Repubblica; Francesco Giordano, giornalista e scrittore Comandante della Legione Garibaldina per la Sicilia; Grazia Maria Scardaci, presidente della associazione i Lettulandi; Vera Ambra, editrice poetessa, presidente della associazione Akkuaria. Dai varii interventi, il pubblico attento ha avuto la nozione precisa di un uomo e un sacerdote di Cristo dalla personalità poliedrica e sfaccettata, certamente complessa ma intenta, nella ricerca della parola che da sacra si fa profana e viceversa, al cammino della Luce e della redenzione e dell’amore che unisce e abbraccia i componenti della specie umana, di la da ogni distinzione di razza religione e ceto. In particolare, attingendo alla vasta aneddotica dovuta alla frequentazione personale, il professore Adernò ha voluto ricordare le qualità umane e sacerdotali del Corsaro, molto attento al culto mariano e agatino (suo il testo del famoso “inno a Sant’Agata” ancor oggi cantato e conosciuto nel mondo) come il suo importante supporto alle avanguardie artistiche del secondo Novecento, quali il Verticalismo e la fondazione del Piccolo Teatro di Catania. Il giornalista Francesco Giordano, che conobbe padre Corsaro negli ultimi anni tramite il periodico diocesano “Prospettive” e poi ne è divenuto studioso dell’opera letteraria (v’ha da dire che tre premi di poesia, nel 2010 nel 2011 e nel 2015 la Associazione Akkuaria ha dedicato alla figura di Antonio Corsaro, oltre a specifici incontri) ne ha messo in rilievo, nello spettro delle sue raccolte poetiche dal 1941 al 1993, la ricerca di quel “belief” che è ricostruzione del Verbo il quale da umano si fa divino e da divino, umano: soprattutto dal 1959 al 1965, con la pubblicazione della rivista letteraria “Incidenza” diretta da Corsaro, a cui collaborarono l’Addamo, il Vassalli, Pier Paolo Pasolini, Carlo Bo, Clemente Rebora, con pubblicazioni di altissimo livello sulla poetica di Fenèlon e riguardo Ezra Pound: il conciliarsi di esigenze contrarie in apparenza ma concordi nella ricerca della verità che ha sempre notevoli prismi e “quartine cloniche”, come il Poeta scrisse nell’ultima sua silloge. Infine l’intervento della docente Grazia Maria Scardaci ha voluto immettere la figura di Antonio Corsaro, nel contesto letterario italiano ed europeo, con citazioni di Pasolini e Montale, rendendo edotto l’uditorio sulla importanza del contributo da egli dato, alla letteratura internazionale. Il saluto finale di Vera Ambra -per cui l’ormai anziano Corsaro scrisse la prefazione al suo primo libro di poesia, “La voce delle donne” 1991- ha voluto sentimentalmente creare una energia di vivo ricordo e continuità con il messaggio sempre attuale di Corsaro, che per tutto il tempo di sua vita mirò a conciliare, anche in modo eterodosso, opposte esigenze nella corrente apparentemente modernista ma in realtà rispondente alla autentica cristiana tradizione.

Ogni intervento dei relatori fu impreziosito dal contributo musicale, quasi piccoli concerti come perle tra le parole, delle artiste Dasha Obidina chitarrista e Anna Maria Caporlingua flautista, allieve del Conservatorio Vincenzo Bellini di Catania (e del Maestro Agatino Scuderi) le quali, con estrema bravura e professionalità e molto apprezzate dagli intervenuti, hanno eseguito la Pacocha di Celso Machado, Romanesca di Fernando Sor, Danza orientale di Viktor Kozlov, Entr’acte di Jacques Ibert, infine il quarto movimento della sonata a-moll di Tomaso Albinoni: contribuendo in tal guisa a rendere brillante e armoniosa la serata. A nome della Legione Garibaldina di Sicilia, il dottor Giordano ha loro consegnato ufficiali benemerenze per il bellissimo spazio musicale in onore del Vero e del Bello. Infine in tale occasione le edizioni Akkuaria hanno pubblicato un volume di oltre cento pagine, dal titolo : “Antonio Corsaro: l’occhio dell’isolano è una vampa di sole”ove in forma di antologia, si racchiude la figura umana e poetica dello scrittore e del religioso.

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