Al Teatro Vittorio Emanuele va in scena “Per non morire di mafia”

Al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, da venerdì 31 marzo sino a domenica 2 aprile, Sebastiano Lo Monaco porta in scena “Per non morire di mafia” di Pietro Grasso.

Per-non-morire-di-mafia

Al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, da venerdì 31 marzo sino a domenica 2 aprile, Sebastiano Lo Monaco porta in scena “Per non morire di mafia” di Pietro Grasso.

Versione scenica di Nicola Fano, adattamento drammaturgico Margherita Rubino, musiche Dario Arcidiacono, scene Giacomo Tringali, costumi Cristina Darold, luci Luigi Ascione, canti tradizionali Clara Salvo, regia Alessio Pizzech.

Organizzazione Santi Lo Monaco, responsabile di produzione Tiziano Pelanda, produzione SiciliaTeatro Associazione.

Orario spettacoli: venerdì 31 marzo e sabato 1 aprile ore 21.00, domenica 2 aprile ore 17.30.

Quando comincia la nuova mafia? Come ha cambiato la vita della Sicilia e dell’Italia? Che cosa ci resta ancora da fare e da sperare per sconfiggerla? Sono solo alcuni degli interrogativi che il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso si pone nel suo libro “Per non morire di mafia” che viene ora riproposto in versione teatrale da Sebastiano Lo Monaco.

“Finché la mafia esiste bisogna parlarne, discuterne, reagire. Il silenzio l’ossigeno grazie al quale i sistemi criminali si riorganizzano e la pericolosissima simbiosi di mafia, economia e potere si rafforza. I silenzi di oggi siamo destinati a pagarli duramente domani, con una mafia sempre più forte, con cittadini sempre meno liberi.”

(Pietro Grasso)

Se Falcone e Borsellino teorizzarono che per combattere la mafia è necessario conoscerla, il loro “erede”, a propria volta impegnato da trent’anni contro la criminalità. organizzata, aggiunge che oggi per contrastare la mafia è indispensabile avere la percezione esatta della sua pericolosità. Perciò, dalla Procura nazionale antimafia, organismo che coordina le indagini sui fronti interni e internazionali, Pietro Grasso ripercorre le stagioni della guerra alla cupola siciliana in modo schietto, affrontando anche rapporti delicati: i legami tra mafia e politica, gli scontri all’interno della magistratura, le carenze legislative e di mezzi. Infine, Grasso affronta gli intrecci attuali con la ‘ndrangheta e la camorra e traccia una mappa delle nuove mafie (cinesi, russe, albanesi, nigeriane, colombiane), individuando le strade e gli strumenti che ci permetteranno di non morire di mafia, di non sottometterci al suo potere.

Pietro Grasso, di origine licatese (Ag), incomincia il proprio cursus honorum nel 1969, quando entra in magistratura. Nel 1984 ricopre l’incarico di giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa nostra (10 febbraio 1986 -10 dicembre 1987), 475 imputati. In questo contesto, a fianco del presidente Alfonso Giordano è stato l’estensore della sentenza (oltre 8 mila pagine) che comminò. 19 ergastoli e oltre 2.500 anni di reclusione. Successivamente, Grasso stato consigliere del Ministero di Grazia e Giustizia, quando Giovanni Falcone era alla Direzione Affari Penali. Come Procuratore aggiunto presso la Procura nazionale antimafia (guidata da Pier Luigi Vigna), ha seguito e coordinato le inchieste sulle stragi del 1992 e del 1993. Dall’11 ottobre 2005 al 27 dicembre 2012 ha ricoperto l’incarico di Procuratore Nazionale Antimafia.

Il 16 marzo 2013 viene eletto Presidente del Senato della Repubblica Italiana.

 

a Cognita Design production
Torna in alto