Palermo: “Tutti allo Stadio Renzo Barbera”, intervista a Gino Pantaleone

A Palermo, il 6 maggio 2017 “Tutti allo Stadio Renzo Barbera”. Intervista a Gino Pantaleone promotore dell’evento sociale. 

Gino Pantaleone
Gino Pantaleone

Quando, dove e perché si svolgerà questo importante evento?

L’evento è il 6 maggio 2017 allo stadio Renzo Barbera di Palermo. È di grande importanza perchè tutto il ricavato andrà alle persone affette da lesione al midollo spinale. Saranno inviate tutte le scuole della Sicilia e scenderanno in campo la Nazionale attori, la Nazionale Medici di Calcio, la Selezione Regionale Polizia Municipale e la Football Club Antimafia di cui io faccio parte

Di cosa si occupa?

Io mi occupo di sport in quanto laureato in Scienze Motorie, ma il mio interesse maggiore è la scrittura. In quanto poeta, ho pubblicato 3 volumi di poesie dal titolo “Urla di dentro” (1995), “Io così, se volete” (1997) e “Il vento occidentale” (2007). In quanto saggista, ho pubblicato un pamphlet dal titolo “Non dobbiamo aver paura” (2012), “Il gigante controvento” (2014) e l’ultimo “Servi disobbedienti” – Leonardo Sciascia e Michele Pantaleone: vite parallele (novembre 2016 – Dario Flaccovio Editore). Nella prefazione, il noto giornalista e scrittore Gaetano Savatteri scrive: “ricostruire la tensione e le difficoltà del tempo passato, ricordando che dobbiamo ringraziare Pantaleone e Sciascia per averci spiegato, con rigore e metodo, cosa fosse la mafia (o, addirittura, che esisteva la mafia, quando cardinali, politici e magistrati ne negavano perfino l’esistenza), è il merito di questo lavoro, essenziale per non perdere la memoria. Anche, e soprattutto, quando la memoria è fatica e responsabilità.”

Può darci un commento, uno spunto per invogliarci alla lettura del suo libro?

Io sostengo che questo libro abbia un merito che è quello di raccontare la storia dei primi due scrittori che scrissero di mafia e che predissero attraverso i loro studi socio antropologici sulla mafia, molte dei fattacci che seguirono la stagione delle stragi, come ad esempio la mafia nell’antimafia che è diventata potere. “Servi disobbedienti” è l’analisi delle vite parallele di due scrittori che hanno coraggiosamente e con fermezza scritto di mafia in tempi in cui la parola “mafia” si poteva sussurrare solo all’orecchio: Leonardo Sciascia con la sua analisi precisa ed elegante, Michele Pantaleone in modo più crudo e talvolta caustico (quest’ultimo per le sue accuse si prese 39 querele). Entrambi dovettero affrontare critiche e ostracismo per rimanere fedeli al loro impegno letterario e civile. Entrambi furono scomodi e per questo, negli ultimi tempi della loro vita, abbandonati alla solitudine

Chi intende cavalcare la tigre, dovrà tenere presente che prima o poi potrà essere dissanguato dalle pulci“, scrisse Pantaleone nel suo libro. In effetti la lotta alla mafia è come un cavalcare una fiera, ma si potrà morire dissanguati, ammazzati corporalmente, come successe ai vari Mauro De Mauro, Mari Francese, Pio La Torre, Libero Grassi, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, oppure civilmente, come successe a Leonardo Sciascia e Michele Pantaleone.

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