Roma ricorda il disastro minerario di Monongah

Domani, giovedì 3 dicembre, si svolgerà la commemorazione del disastro minerario più famoso della storia presso la Camera dei Deputati. 

Nella giornata di domani, giovedì 3 dicembre 2015 avrà luogo la commemorazione del disastro minerario di Monongah, avvenuto il 6 dicembre del 1907 in West Virginia, presso la sala stampa della Camera dei Deputati.   La commemorazione del disastro è stata fortemente voluta dall’Associazione Culturale Monongah, nata con lo scopo di ricordare e salvaguardare i luoghi del disastro minerario. L’iniziativa si deve all’On. Fucsia Fitzgerald Nissoli, eletta nella Circoscrizione Estero – America Settentrionale e Centrale ed attuale segretario del “Comitato Permanente sugli Italiani nel Mondo e la promozione del Sistema Paese”. La commemorazione sarà introdotta, oltre che dall’On. Fucsia Fitzgerald Nissoli, anche dal presidente dell’associazione dott. Gianni Meffe, e parteciperanno: il Sen. Benedetto Della Vedova, l’On. Fabio Porta, il Sen, Aldo Di Biagio, l’On. Danilo Leva, il Sen. Roberto Ruta e l’On. Franco Narducci.

Quel drammatico 6 dicembre di un secolo fa le gallerie 6 e 8 della miniera di carbone e ardesia “Fairmont Coal Company” furono oggetto di una violenta esplosione che causò la morte di almeno 362 persone tra le quali vennero individuate 171 italiani. La maggior parte delle  vittime furono quindi emigranti italiani che si recarono in America nel tentativo di cercare un po’ di fortuna trovando invece la morte. Il numero esatto delle vite spezzate non si poté individuare in maniera precisa per via del Buddy System. Si trattava di un sistema di retribuzione che consentiva ad ogni minatore di farsi aiutare da altre due persone. Spesso erano anche bambini orfani di cui non si avevano informazioni sulla famiglia di provenienza e questo impedì, dopo l’esplosione, di rintracciare tutte le vittime e indicarne quindi un numero preciso.

Questo venne considerato il più grande disastro minerario d’America e anche d’Italia per il gran numero di emigrati italiani rimasti uccisi. Nella miniera lavoravano adulti e ragazzini, ai primi venivano dati 10 centesimi l’ora e i bambini  “guadagnavano” a provvigione, cioè in base alla quantità di carbone che riuscivano a portare in superficie. Una comunità che viveva in condizioni di sfruttamento per la miniera di carbone e che trovò fine con l’inaspettata esplosione. Dopo oltre un secolo non si è mai riusciti a dare un volto e un nome ai responsabili del disastro umano. Tutto quello che si è riuscito a sapere sulla causa dell’esplosione è che una scintilla incendiò il grisou, il gas che riempiva le gallerie, le fiamme si propagarono in breve tempo e sopravvissero soltanto cinque persone. 

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