La vittoria di Renzi sui giornali stranieri

Domenica 8 dicembre Matteo Renzi ha vinto le primarie per la segreteria del Partito Democratico. Ecco come hanno dato la notizia i giornali stranieri

Matteo Renzi ha vinto, domenica 8 dicembre, le primarie del PD con il 68 per cento dei voti. Il sindaco fiorentino ha sconfitto Gianni Cuperlo, vicino all’area D’Alema/Bersani fermo al 18%, e Giuseppe “Pippo” Civati, parlamentare brianzolo definito “quello scomodo” col 14,2% dei consensi. Alle primarie aperte hanno partecipato poco più di due milioni e mezzo di elettori, un dato inarrivabile alla vigilia ma che lo colloca poco dietro alle primarie del 2009 alle quali votarono circa tre milioni di persone.

Una rapida carrellata dei siti e giornali stranieri in cui si parla della vittoria di Renzi e del rinnovamento della classe dirigente del centrosinistra italiano.

Il quotidiano britannico The Guardian rimarca sull’affluenza tutt’altro che bassa e del segnale che gli elettori hanno dato al PD per rinnovarsi: «Circa 2,5 milioni di persone sono andate a votare. Secondo Renzi si è trattato di un dato oltre le previsioni, e di un chiaro segno che gli elettori vogliono rinnovare il partito».

Quasi dello stesso avviso El País, il quale punta più al rinnovamento che al dato elettorale: «Anche se il giovane Renzi, un avvocato di formazione democristiana molto bravo a comunicare, sembrava più adatto all’elettorato di Silvio Berlusconi e Beppe Grillo, la base del Partito democratico ha scelto lui. […] La sua avversione per le regole prestabilite, lo scarso rapporto con i sindacati, la sua critica verso il modo in cui la sinistra ha perso vent’anni parlando solo di Berlusconi, fanno di lui un personaggio simpatico al nemico e visto con sospetto da alcuni elettori di sinistra».

Un altro quotidiano che analizza la vittoria di Renzi rispetto ai suoi avversari, Civati e Cuperlo, è il francese Les Echos: «A differenza dei suoi due rivali, Pippo Civati e Gianni Cuperlo, il sindaco di Firenze ha detto che darà un sostegno condizionato al governo di Enrico Letta. E nel breve termine la sua priorità è quella di costruire un partito nuovo e più pluralista, rivolto al centro, in grado di superare l’amara sconfitta della sinistra alle elezioni del febbraio 2013».

Il broadcasting inglese BBC dedica la sua pagina estera al profilo di Renzi anziché dare risalto solo alla vittoria, paragonando il sindaco di Firenze all’ex premier britannico Tony Blair: «Matteo Renzi ha solo 38 anni. La sua vittoria è vista come l’alba di un ricambio generazionale. A volte lo chiamano Il rottamatore, un soprannome che si riferisce alla sua voglia di cambiare l’establishment politico. Ma la sua strada è in salita. Il Partito democratico è già il partito di maggioranza al governo, dove è alleato con una parte del centrodestra. E il presidente del consiglio, Enrico Letta, è una figura importante nel Pd. È facile immaginare che con la nuova leadership di Renzi la tensione istituzionale aumenterà».

Solo il Financial Times ha commentato il discorso di Renzi all’Obihall di Firenze di domenica 8 dicembre, la sera della vittoria: «‘Questa non è la fine del centrosinistra, ma di una classe dirigente del centrosinistra. Stiamo solo cambiando i giocatori, non ci stiamo spostando verso l’altro lato’, ha detto Renzi ai suoi sostenitori. Le sue parole erano dirette a quelle correnti del partito che lo accusano di essere nel partito sbagliato e lo vedrebbero meglio nel centrodestra. Renzi si è anche rivolto ai sindacati, dicendo: ‘Devono cambiare con noi. Tutta l’Italia deve cambiare direzione’».

E a proposito di parole: qui sotto il video integrale della mezz’oretta di discorso che ha tenuto Matteo Renzi domenica sera appena uscito vittorioso dalle primarie del Partito Democratico. Buona visione!

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