Jessica Vesprini racconta il suo libro di poesie e fotografie dal titolo “ARSENALE”

Il progetto è stato realizzato  con la collaborazione del famoso fotografo Claudio Colotti, progetto grafico Riccardo Ruggeri.

La bella, poetessa dal talento indiscusso, Jessica Vesprini abita a  Civitanova Marche in provincia di Macerata  nata a Fermo. Ha pubblicato la sua prima raccolta poetica “De-Sidus” a gennaio del 2017. Alcuni suoi altri componimenti, sia in poesia che in prosa, sono stati pubblicati su “UT“, periodico d’arte e fatti culturali, e su “Euterpe“, rivista di poesia e critica letteraria. Suoi testi sono stati pubblicati nelle antologie “Adriatico” – Euterpe e “Marche, omaggio in versi“- Bertoni editore, e in diverse testate culturali come “Exuvia” e siti online dedicati alla poesia . È presente un intervento critico sulla sua opera, nel volume “La giovane poesia marchigiana“, di Lorenzo Spurio. Con la collaborazione di musicisti, artisti visivi, altri scrittori e attori, ha ideato e realizzato letture spettacolo, andate in scena in diversi festival e manifestazioni culturali, ottenendo diverse menzioni e riconoscimenti. La sua ultima silloge poetica, “Arsenale “ è nata dal lavoro di ricerca e collaborazione con il fotoreporter Claudio Colotti ed è edita dall’Associazione Marche BestWay, con il contributo grafico di Riccardo Ruggeri. Il progetto artistico si arricchisce della collaborazione con l’attore portoghese Luís Marreiros, nelle presentazioni sceniche, in cui la poesia declamata interagisce con il linguaggio corporeo. I due collaborano, inoltre, a messe in scena di letture drammatiche e progetti teatrali.

Il bel libro dal titolo ARSENALE è un esempio palese di degno progetto artistico dove poesia e fotografia si “sposano” Ce ne vuole parlare?

“Nei due anni antecedenti a questo ultimo progetto, ho vissuto in prima persona cambiamenti importanti, ma soprattutto ho iniziato un percorso di proiezione al di fuori di me. Questo importante processo mi ha permesso, oltre a mettermi in discussione, di sentire con differente sensibilità il divenire nel contesto sociale con mezzi interpretativi differenti, più complessi. Quindi avevo già iniziato a scrivere la mia silloge poetica ma sentivo il bisogno di un linguaggio aggiuntivo che mettesse in scena il contraltare o solamente l’altra lettura, di questa mia proiezione.  Ho chiesto a Claudio Colotti, fotoreporter e giornalista, di far parte del progetto che nel frattempo aveva un nome: “Arsenale”. Claudio, inizialmente era scettico, perché la sua natura è quella di raccontare cronaca, volti, immagini; chiedevo a lui un intervento più artistico e soprattutto di fotografare qualcosa che non si può vedere: il sentire. Siamo usciti in esplorazione insieme per diversi mesi, fotografando luoghi abbandonati e fatiscenti, in cui in un passato molto recente c’è stata grande concentrazione sociale: scuole, hotel, stabilimenti industriali, manicomi. Uno specchio della società, il consumo, il vuoto, la mancanza di attenzione e l’invisibilità. Esperienza importante, forte, di cui ringrazierò sempre Claudio che si è dovuto far carico anche della mia sicurezza personale oltre che della sua. Luoghi difficili, non sicuri, e soprattutto abitati in parte da emarginati o vere e proprie comunità. Tutto questo mi ha riportato a scrivere e a rimettere mano addirittura a quanto era già stato scritto. Nella fase realizzativa, Arsenale è stato accolto dall’Associazione Marche Best Way, che si occupa di promuovere e sostenere progetti a scopo sociale, e nella parte grafica vanta la mano di Riccardo Ruggeri che ha messo il suo tratto artistico per creare una fusione ancora più complessa e articolata”.

Questa sinergia tra poesia e fotografia ha tanti scopi. Uno dei tanti è quello di suscitare emozioni che sono sempre degli arricchimenti per l’anima?

“Il primo impatto con questi nuovi scritti è di trovarsi di fronte a ciò che si sente in modo viscerale e ciò che invece vuole essere comunicato con una mediazione di pensiero, che però esorta dalla ragione ma ne insegue la visione cercando un possibile equilibrio. La molteplicità identitaria è fatta appunto dalla presa di coscienza di questi elementi, ne è maturato in me, uno stile ossimorico, ma al contempo reale, senza troppi infingimenti. Il mio sguardo sulla società contemporanea, che già sembrava preannunciare l’assenza sociale, umana, fisica, è schietto e critico e non fa sconti neanche a me stessa . Essendo io in primo luogo, responsabile dell’accadere, della memoria, e anche di un possibile riscatto.  Il mio modo di arrivare all’essenza delle cose tramite il ricordo, con un io narrante e un tu, che dà l’idea di compartecipazione, questo altro al quale sempre mi rivolgo è anche l’ammissione di necessità sociale di presenza, il desiderio di una natura/mondo non indifferente. Questo è il nostro tempo, quello in cui viviamo, mi sembra onesto raccontare ciò di cui siamo parte. In tutto il progetto si è cercato di raccontare il vero, il reale, lasciando da parte la ricerca estetica e contraffatta, sia nelle immagini che nella grammatica poetica. C’è molto di fisico, anche nella grande assenza degli scatti, tra la polvere e la staticità dei luoghi c’è traccia e passaggio e i due linguaggi insieme, viaggiano su questo filo diretto tra parola e cosa, immagini passate e quelle presenti. La lettura di “Arsenale” invita ad entrare fisicamente e sentire. Proprio per questo, durante le presentazioni, oltre all’esposizione dei 25 scatti presenti nel libro, mi avvalgo della collaborazione di Luís Marreiros, attore/performer portoghese, che interagisce con i miei versi esibendosi in una forma di recitazione corporea, ispirata al Butó giapponese, ma espressa in uno stile assolutamente personale. Luís per sua natura è dotato di grande espressività e il suo corpo stesso è dannatamente poetico nella sua unicità. L’esperienza che ne scaturisce è fortemente emotiva, soprattutto per noi interpreti. Da questa collaborazione, e grande intesa artistica, è nata l’idea di alcune clip, girate da Gabriele Censi,  e videomaker, che trovate nel mio canale YouTube e sulla mia pagina facebook, e altri progetti teatrali che speriamo riprendano presto”.

Dove si possono seguire le sue presentazioni  poetiche e dove potere comprare il libro?

“Il link YouTube del mio canale e il link dove è possibile acquistare il libro che sarebbe utile inserire, in cui i lettori potranno cliccare.

https://www.ebay.it/usr/libreria.civitanova?fbclid=IwAR3tBmFUyW6SvVpUo8UbCrq0sS17RPUW0YAMST2h211SwfM0WLv52drjESM

Lei, gentile Jessica, si è avvalsa, dicevamo, anche della collaborazione di due valenti personaggi dell’ambito dell’arte e cultura; stiamo parlando di Riccardo Ruggeri e Claudio Colotti, rispettivamente progetto grafico e fotografia. Mi sembra doveroso anche scrivere un breve curriculum dei due suoi amici ?

“Si ha detto bene cara Chiara; infatti Claudio e Riccardo sono anche miei amici oltre che persone con le quali collaboro artisticamente in modo fecondo. Claudio Colotti è di Pollenza (Mc), giornalista, da diversi anni coltiva l’attività di fotografo sociale. Il suo primo libro fotografico è “MAI+ Il sisma nel centro Italia tra volti e macerie”, pubblicato dall’associazione MarcheBestWay. Nel 2018 ha dato alle stampe “MicroPolis. La città di provincia al tempo del Melting Pot”, studio sul mutamento del tessuto sociale dei piccoli agglomerati urbani. Come fotogiornalista ha visto i suoi reportage pubblicati sul Venerdì di Repubblica, The Post Internazionale, SenzaFiltro, Melting Pot Europa, Whitness Journal e Global Project. Riccardo Ruggeri è nato a Civitanova Marche. Dal 1980 lavora nel campo del visual design nel proprio studio, dove ha creato l’immagine grafica di varie importanti aziende e di molti eventi culturali.  L’esperienza nel mondo della grafica, unita alla costante del disegno, dell’incisione e della pittura, ha dato vita negli ultimi anni ad un’ampia ricerca artistica sull’espressività del segno e del colore. Essa privilegia soprattutto la seducente percezione del segno allo stato puro, così come nasce dal gesto della mano, espandendosi nello spazio sia in forme astratte, sia figurative, ma sempre con estrema vitalità.  Ha ottenuto diverse menzioni d’onore per le sue illustrazioni ed esposto in svariate Mostre personali, anche in forme diverse dagli schemi tradizionali, in cui le opere sono state presentate in video, come in un grande gioco multimediale dove il visitatore poteva interagire con la stessa”.

Tutte le poesie racchiuse nel libro ARSENALE danno sensazioni diverse ed ogni volta che si leggono emozionano. E’ difficile sceglierne una e ricopiarla nell’articolo  e  far si che i tanti lettori di Globus possano conoscere meglio il suo talento poetico. Quale poesia  ha scelto ?

TOCCARE.

A volte mi rammarico

di essere anche un corpo,

che si ferisce, si rompe,

si riga, cambia colore.

Quanto è breve

questa nostra capacità di toccare?

Per quanto tempo

ci potremo accarezzare?

Mescolare le lingue?

Ma vale la pena,

vedersi avvizzire e finire i giorni

per lasciarsi abbracciare”

a Cognita Design production
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