Fecondazione eterologa: emanato l’atteso / contestato decreto

 Il ministro Lorenzin insiste sulla necessità umana e normativa di questo decreto, tra mille incessanti polemiche…

È ufficiale: il decreto sulla fecondazione eterologa è ormai chiaramente annunciato e, “nemmeno nato!”, vanta già infinite polemiche!

Chiaro, quindi, il dettato del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che impone la impossibilità, per i riceventi, di “scegliere” le caratteristiche somatiche del nascituro. Occhi e capelli a parte, il problema contestato è il “colore della pelle”. E se i donatori dovessero essere di colore? Nessuna notizia sulla provenienza dei donatori: la possibilità che il piccolo/a sia di colore c’è e non esiste modo per dirimerla! ‘Se vuole se ne occupi il Parlamento – ha tagliato corto Lorenzin -. Per me sarebbe una discriminazione razziale’.

Ma in una società come la nostra, dove – perbenismo a parte – l’elemento discriminazione è preponderante, come si può prescindere da una conoscenza e presa di coscienza tale da parte dei riceventi? Non è forse questo “dictat” considerabile – senza voler appesantire la già difficile questione, è chiaro! – come una totale lesione “celata” di una volontà alla procreazione da parte dei “futuri e ignari genitori”? Eppure ci definiamo un Paese libero…

Associazioni dei pazienti e Società scientifiche, dal canto loro, contestano in massa l’esclusione da parte del ministro del principio della compatibilità di razza, ovvero del colore della pelle, tra donatori e riceventi. 

Il decreto, consegnato dal ministro alla segreteria del governo, contiene inoltre specifiche disposizioni sul donatore, che sarà anonimo e identificato con un codice, per poter essere rintracciato in caso si scoprano malattie o altri problemi. Si conferma la gratuità delle analisi sempre per chi dona, oltre a un rimborso spese. L’eterologa sarà inserita nei Lea, i Livelli Essenziali di Assistenza che tutte le Regioni devono assicurare ai loro cittadini, dietro pagamento del ticket. Un modo per rilanciare il pubblico, in un settore in cui da sempre è molto debole.

Appare chiaro, oltretutto, come la Lorenzin abbia remato contro le linee guida sulla fecondazione assistita messe a punto dagli esperti delle Società scientifiche impegnate nel settore della procreazione assistita e raccolte in un dossier consegnato al ministero della Salute.

Il decreto ‘è la base giuridica per fare le linee guida e mettere in sicurezza genitori e nascituri e rendere omogenea l’eterologa in tutta Italia’, ha spiegato la Lorenzin in commissione Sanità. Servirà, inoltre, a ‘costituire un Registro dei donatori presso il Centro Nazionale trapianti, per il quale abbiamo stanziato dei fondi, circa 500.000 euro’. Il provvedimento, ha aggiunto, conterrà alcuni obiettivi di base e servirà a ‘colmare alcuni vuoti’ e a ‘essere operativi già a settembreIo voglio spogliare questa materia dell’elemento bioetico e lasciare quello puramente sanitario, per attingere a questa metodologia con una base di certezza. Poi nessuno ti potrà garantire che avrai un figlio sano, come per ogni genere di procreazione. Ma almeno avremo gli strumenti per agire in serenità e tranquillitàIo ho un’ispirazione liberale e ma la porto nella mia esperienza di vita, ma ritengo che sia incredibile che qualcuno voglia escludere le strutture pubbliche in una cosa così delicata come la Pma. È una di quelle questioni che dovrebbero essere no profit per eccellenza. In Italia ci sono strutture di altissima qualità e ci vuole un accesso veramente democratico all’eterologa’.La Lorenzin ha poi ricordato che “la Consulta si è espressa” contro la discriminazione economica, aggiungendo che ‘in meno di un mese e mezzo sarà possibile fare la fecondazione eterologa su tutto il territorio nazionale negli ospedali pubblici con il ticket, come avviene già per l’omologa’.

Tante, troppe le posizioni contrarie, formulate da esperti, giuristi, società scientifiche e associazioni di pazienti, le cui ultime, peraltro, hanno formalmente ‘diffidato’ il ministro a procedere con ‘atti normativi o amministrativi tesi ad escludere la compatibilità di razza tra donatore e riceventi’, aspetto previsto da ‘tutti i protocolli medici internazionali e in tutti i paesi che ammettono l’eterologa’.

Difatti, tanto le Società scientifiche che quelle dei pazienti, con due distinti Manifesti, chiedono l’immediata applicabilità dell’eterologa, da regolamentare attraverso il “mero aggiornamento delle linee guida previste dalla legge 40”.

È partendo proprio da tali posizioni, consci del decreto emesso, che Società e pazienti chiedono un incontro “urgente” alle commissioni Affari Sociali della Camera, Sanità del Senato e al presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Le suddette Linee guida, infatti, volte ad “aggiornare la Procreazione assistita e regolare l’eterologa, senza necessità di un decreto legge” – ormai già emanato – erano, infatti, già pronte e consegnate al ministero. Secondo le Società, ‘non esiste vuoto normativo’, a seguito della sentenza della Corte e, quindi, ‘un improprio appesantimento dell’iter applicativo della sentenza sortirebbe il solo aspetto pratico di impedire ai cittadini italiani di poter usufruire nel nostro paese dell’accesso alle pratiche di donazione di gameti’. Stando così le cose, sembra ‘ancora più ingiusto ed inspiegabile, perché in tal modo si renderebbe più difficile il contrasto alla crescente denatalità in Italia, che, invece, costituisce un obiettivo dichiarato dallo stesso Ministro e si perpetuerebbe, con un enorme danno economico e sociale, il cosiddetto “turismo procreativo” che porta fuori dal nostro paese almeno 15 milioni di euro ogni anno per spese sanitarie ed almeno altri 2 milioni e mezzo per spese di trasporti e soggiorni all’estero, sulla scorta di una stima prudenziale e senza calcolare i costi indiretti’, insistono e denunciano le Società.

Il nostro sistema sanitario inoltre, avvertono gli esperti, ‘si troverebbe esposto alla necessità di dover rimborsare ai cittadini le prestazioni delle quali hanno beneficiato all’estero sulla base delle recenti norme della medicina trans-frontaliera con ulteriore danno economico… i medici e biologi italiani continuerebbero a perdere occasioni lavorative’, posizione condivisa e vallata proprio dalle associazioni dei pazienti che, nel loro Manifesto (come già su ribadito) ‘diffidano il ministro dall’introdurre modifiche alla Legge 40/04, nonchè regolare i profili tecnici dell’eterologa attraverso un decreto Legge’.

Eppure la Lorenzin insiste ‘Il discorso della compatibilità non è previsto. Il mio decreto… consente di far partire l’eterologa su tutto il territorio nazionale applicando le direttive europee e con controlli certi e chiari perché non si ripetano casi come i gemellini scambiati a Roma… Questa si chiama discriminazione razziale. Non se ne parla, sarebbe anticostituzionale. È come se chi adotta un bambino lo potesse scegliere. Lo impedisce la legge. Mica siamo al supermercato’.

Un altro dato sembra certo: ai futuri genitori, come per chi adotta, toccherà la scelta, in seguito, di informare o meno i “bimbi” sul modo in cui sono venuti al mondo, ovviamente ‘nelle forme e nei tempi che riterranno più opportuni’.

Appena tre articoli, tredici punti più allegati  – soprattutto tecnici, che regolano la materia con relativo elenco di esami da fare, età dei donatori, limiti e fondi – per “decretare” la nascita e la vita di moltissime persone. Riservatezza dei donatori, in sintesi, il punto focale, grazie all’istituzione di un registro nazionale “codificato”, che garantirà l’anonimato con !”codici criptati” dei donatori di cellule riproduttive.

Tante certezze istituzionali, ma poche “umane”, in un Paese che – forse – non è ancora davvero pronto ad un cultura antirazziale.

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