Ettore Majorana, scomparso per ritrovar se stesso

Un uomo, un mistero, un mito, in Ettore Majorana, si condensa tutto quello che, forse lui stesso non avrebbe mai voluto.

Una vita sempre al bivio, una genialità evidente ma contrapposta ad una vita nell’ombra dei desideri altrui; un’esistenza mai propria e consapevole, che porta il giovane fisico atomico, allievo di Enrico Fermi, a decidere di scomparire, di entrare in quell’oscurità, forse, per tanto tempo anelata.

E così avviene, in una sera del 1938, il giovane Ettore, dopo aver scritto al proprio direttore dell’Istituto dove insegnava, fa perdere le proprie tracce.

È una lettura nuova quella che Stefano Roncoroni, nel suo libro “Ettore Majorana, lo scomparso …. Una decisione irrevocabile” – Editori Internazionali Riuniti, offre al lettore, una fine ricostruzione di quello è stato il travaglio di una famiglia in primo piano all’epoca dei fatti, più attenta a proteggere il nome del casato che a comprendere la vera motivazione della scomparsa di Ettore.

L’autore, che in questi giorni ha presentato il libro in diverse città siciliane, ha cercato di ricostruire una sua realtà. La propria curiosità, oltre che una predisposizione professionale per le storie (Roncoroni è un uomo di cinema e televisione), gli ha permesso di trovare una sua verità che va oltre le leggende che hanno caratterizzato il caso come suicidio per ragioni derivanti dai suoi studi o rapimento ad opera dei tedeschi per costringerlo a lavorare per la dittatura nazista.

La tesi di Stefano, infatti, parte da alcuni documenti inediti in possesso della famiglia (l’autore è parente per via femminile ai Majorana) tra cui, pezzo fondamentale, un articolo (quasi un coccodrillo) nel quale il “capofamiglia” Giuseppe, nonostante mantenga una linea non in contrapposizione con la riservatezza della famiglia, lascia delle tracce su questa verità.

Roncoroni traccia Ettore Majorana soggetto al giogo della propria famiglia che, per molti aspetti lo porta a compiere delle scelte non desiderate, e che nello stesso tempo affronta le onde della sua esistenza in maniera arrendevole piegato a voleri che, sicuramente, non sono i propri.

L’autore spiega il percorso di vita, e le conseguenti scelte, del fisico catanese, con una verosimile sindrome di Asperger (forma lieve di Autismo). Ettore, espone lo scrittore, fin da piccolo aveva una grande capacità matematica e tutte le discipline connesse ma, al contempo, aveva problemi a relazionarsi con coloro con cui entrava in contatto (vedi familiari, colleghi) e con soggetti dell’altro sesso. I cambiamenti delle mansioni o dei luoghi di lavoro, inoltre, creavano sconcerto nella psiche del giovane Majorana. Questi “sintomi” che, per molti potevano sembrare forme di timidezza o insicurezza, alla luce delle conoscenze attuali possono rientrare nella casistica della sindrome suddetta. Da qui la decisione della scomparsa volontaria.

Nuove teorie che, a onor del vero, la famiglia del fisico non sempre ritiene condivisibili ma che, comunque, portano sempre verso una maggiore conoscenza dei fatti e dei protagonisti, facendo, per quanto possibile avvicinare alla verità della sorte di un personaggio rimasto nel mito.

Se mi è concesso, alla fine di questo interessante incontro con Stefano Roncoroni, vorrei confessare la mia simpatia per questa verità, una scelta consapevole di una, anche se pur breve, vita ritrovata.

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