Crisi, giornalismo e mafia secondo De Bortoli. “Grillo? Poco democratico”

Ecco la lezione del Direttore del Corriere della Sera a Catania

Tanta gente, ma solo pochi giovani alla lezione “G come giornalismo” di Ferruccio De Bortoli al teatro Musco di Catania venerdì 21 novembre.

Il Direttore de “Il Corriere della sera” ha toccato vari argomenti quali la crisi della professione e la divulgazione della rete, ma solo sulla mafia tentenna e dice con modestia ‘Mi dispiace, sono impreparato’.

Spara, invece, a zero su Grillo: ‘Non sopporta il contraddittorio dimostrando che ama poco la democrazia’.

Dal sindaco di Catania Enzo Bianco: ‘Bisogna avere più attenzione verso il mezzogiorno’.

Presenta l’incontro Nino Milazzo.

Il primo pensiero di De Bortoli va a Maria Grazia Cutuli, l’inviata del Corriere uccisa in un agguato in Afghanistan il 19 novembre 2001: ‘Il mio ricordo di Maria Grazia è bello e dolce. Era una giornalista estremamente determinata, mossa da una voglia incontenibile di capire i luoghi in cui svolgeva con professionalità il suo lavoro di inviata e dai quali ha cercato di dar voce, scoprendo cose anche pericolose e scomode. La ricorderemo alla X edizione del premio internazionale a lei dedicato’.

Qual è il panorama dell’editoria odierna? La crisi economica ha determinato la scomparsa della carta stampata?

Sembrerà strano, dato l’evidente avvento di internet, ma i giornali, a mio avviso, non sono mai stati così letti come questi anni: c’è ancora un buon giornalismo editoriale. Il motivo è da ricercarsi nel fatto che Google, che mette a disposizione una miriade di articoli, non riconosce ai giornali i diritti d’autore’.

Le risulta che la categoria dei giornalisti non sia amata da molte persone?

La nostra categoria è una delle peggiori corporazioni: i giornalisti devono capire che sono al servizio del pubblico e evitare la polemica’.

E continua: ‘Internet ha stravolto il nostro modo di socializzare. In rete possiamo incontrare tutti, ma si può anche essere travolti: il web è un mezzo di verità che deve essere gestito, ma può anche essere manipolato e censurato nel modo classico, ma anche in un modo sottile e subdolo. Cioè sommergendo il pubblico di una quantità infinita di materiale, che non sempre può gestire. Non condivido per esempio il politico che si consulta con la rete: è la rete che ha bisogno di intermediari affidabili. Il giornalismo online non deve essere ridotto a semplice spiegazione piana’.

Com’è cambiato il significato di “enbededd” (giornalista che racconta la guerra dal punto di vista del soldato, n.d.r.) rispetto alla Guerra del Golfo?

Non c’è molta differenza. Si rischia sempre la vita, allora come adesso. Noi direttori abbiamo una grande responsabilità nel mandare il cronista in quei luoghi. Ma una grande democrazia si definisce tale quando manda al fronte giornalisti, che scrivono verità pur scomode’.

Il giornalista spiega poi com’è cambiato il linguaggio giornalistico rispetto alla prima repubblica: ‘Il linguaggio oggi è più realistico, ma è più volgare. Non ho nostalgia di Tribuna Politica, ma oggi si ha la convinzione che una parolaccia sia affermazione di identità, mentre la mitezza viene confusa con debolezza’.

Sul tema immigrazione dice: ‘Mare nostrum è stato un esempio di solidarietà, ma dobbiamo renderci conto che bisogna proteggere la nostra cultura e identità. Non è accettabile esser diventati un terreno in cui i residenti vengono travolti, dobbiamo gestire il fenomeno dell’immigrazione. “Non si esce dall’euro” – è il monito del direttore del Corriere -. Sarebbe un rischio per la nostra economia, già messa a dura prova’.

Un pensiero di De Bortoli va anche a Papa Francesco e alla sua idea di modernizzazione della Chiesa ‘Bergoglio è stato accusato di essere comunista, ma ha portato una ventata di novità parlando e toccando il cuore di chi non crede, contrapponendo la speranza all’utilitarismo. Può ancora aver successo, ma purtroppo l’opposizione della Chiesa possiede strumenti che a volte fanno impallidire le istituzioni’.

Cosa pensa di uno come Grillo che sfugge il dialogo e il confronto e si rifugia nel monologo?

Grillo sta sprecando un’occasione richiudendosi in se stesso, perché rinuncia alla capacità teatrale di stupire, che è parte del suo successo. È una risposta sbagliata alle attese dei suoi elettori, che credo non volessero sprecare il loro voto in un recinto chiuso dei sentimenti. Non sopporta il contraddittorio, la stampa per lui è costituita da rompiscatole prezzolati, dimostrandosi così una persona che ama poco la democrazia’.

Qual è la differenza tra leader della prima e della seconda repubblica?

I primi sono figli di sedimentate e forti tradizioni ideologiche. Avevano fatto una scuola di partito. Erano personaggi di straordinaria fattura culturale e di temperamento. Oggi siamo nell’era del personaggio mediatico che deve apparire più che convincere, stupire più che argomentare, deve essere simpatico più che efficace ed efficiente. Il leader della seconda repubblica sembra più vicino ad un personaggio dello spettacolo più che della politica, ma i problemi del nostro paese non si possono risolvere con una battuta alla Renzi’.

Dello stesso avviso è il Sindaco Enzo Bianco: ‘Grillo fa semplicemente il suo mestiere. In Europa c’è un segmento dell’opinione pubblica dell’elettorato caratterizzata da forti sentimenti di protesta, irrazionalità ed emotività. L’elettorato di Grillo non ha sentimenti costruttivi, ed egli interpreta questi sentimenti nel nostro paese. In più e’anche un buon attore. Ma a volte esagera: molte cose potrebbero diventare infatti pericolose per il viver civile. Se si lanciano sempre pietre, si può anche pensare di esser legittimati a sferrare un pugno (il sindaco è stato recentemente aggredito con un pugno in faccia da un passante a Catania,n.d.r.), poi una coltellata, infine una pallottola. Sarebbe il caso di moderare i toni e questo vale anche per Grillo’.

Quindi Lei pensa che l’aggressione nei Suoi confronti sia un risultato della politica offensiva di Grillo?

Sarebbe ingeneroso e ingiusto incolpare Grillo: c’è un clima di violenza in tv, sul web, su Facebook, dove si dice una cosa e si è insultati. Le menti deboli in un siffatto clima di odio possono sentirsi autorizzati a prendere una pietra e a lanciarla in testa. Egli ha colto uno spazio in un paese di corruzione’.

Enzo Bianco interviene anche sul problema del mezzogiorno: ‘Sessant’anni fa – racconta – feci il primo viaggio della mia vita col treno del Sole da Catania a Torino impiegando venticinque ore. Oggi per percorrere lo stesso tragitto si cambiano tre treni. Non ci sono flussi di traffico. Chiedo aiuto a De Bortoli per la rivalutazione del sud e per l’abolizione dello statuto speciale siciliano, che provoca danni come la mafia’.

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