Anoressica a 9 anni: scatta un allarme vecchio più della Bibbia…ma sempre taciuto

Il problema dell’anoressia colpisce sempre più i piccolissimi. Ha inizio la I Campagna di Informazione e Sensibilizzazione della Danza Italiana Contro l’Anoressia promossa dall’Aidaf

L’età in cui i disturbi alimentari si manifestano in tutta la loro gravità si abbassa sempre di più.
Trattiamo bambine anoressiche di nove anni, a volte talmente gravi da richiedere un ricovero. Anche tra i maschietti, che sono un numero inferiore, abbiamo pazienti di quell’età
’. Questo è quanto ha affermato Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria del Bambin Gesù di Roma, a margine della presentazione della campagna contro l’anoressia promossa da Aidaf (Associazione Italiana Danza Attività di Formazione) in collaborazione con l’Ospedale Bambino Gesù di Roma e l’Agiscuola. Il dato è davvero allarmante.

Parliamo di disturbi psichiatrici, per i quali l’età in cui la situazione precipita si abbassa sempre di più. L’anoressia, in particolare, è la prima tra le malattie mentali per numero di vittime’, prosegue Vicari.

Di questi problemi il SSN deve occuparsi, a partire dalla redazione di linee guida serie e dalla revisione dei Lea (livelli essenziali di assistenza)’, ha spiegato Emilia Grazia De Biasi, presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica.

Secondo i dati del Cidap(Centro Italiano Disturbi Alimentari Psicogeni), sono 2,2 milioni le ragazze che in Italia soffrono di un disturbo alimentare di natura psichiatrica: le bulimiche sono 1,45 milioni e le anoressiche 750mila. Solo 880mila (il 40%) ammettono l’esistenza del problema e soltanto 130mila prendono parte a un percorso terapeutico. Il problema è sempre fortemente femminile, anche se è in aumento anche fra i ragazzi: si stima siano 220mila circa in Italia a soffrirne. Secondo il Ministero della Salute, l’incidenza dell’anoressia nervosa negli ultimi anni risulta stabilizzata con 4-8 casi per 100mila abitanti, mentre la bulimia nervosa è in aumento, con 9-12 casi per 100mila abitanti. I disturbi alimentari colpiscono sempre più anche i maschi: prima a soffrirne era uno su nove, mentre ora sono due su otto. Nel complesso gli anoressici sono 75mila, mentre i bulimici sono 120-150mila.

Il problema deve essere affrontato e tempestivamente.

Parte così la I^ edizione della Campagna di Informazione e di Sensibilizzazione della Danza Italiana Contro l’Anoressia. Promossa dall’Aidaf, l’associazione che in Federdanza/Agis riunisce le scuole di danza, insieme all’Agiscuola e all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, la Campagna si articola in tre azioni, volte a sensibilizzare le giovani generazioni, con particolare riferimento agli allievi delle scuole di danza, sul grave disturbo del comportamento alimentare.

La prima azione della Campagna, presentata oggi a Roma e che si concluderà a fine giugno 2014, consiste nella promozione del Manifesto Nazionale della Danza Italiana di Informazione e di Prevenzione contro l’anoressia, patrocinato dal Ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo. La seconda azione prevede una giornata dimostrativa della danza, sia quella amatoriale che professionale nei suoi diversi generi, che si svolgerà nel mese di febbraio, dedicata alle scuole di danza e agli alunni e ai docenti degli istituti scolastici, e che si intitolerà “Danze diverse per corpi diversi”. Per ogni genere un esperto svolgerà un intervento sul diverso utilizzo del corpo, a seconda del tipo di danza praticata, sempre nell’ottica che per ballare c’è bisogno di un corpo perfettamente in salute! La terza azione riguarda un’iniziativa delle scuole di danza con il mondo della Moda, per una sinergia con un settore esposto al problema dei disturbi alimentari e che quindi può svolgere un ruolo fondamentale nella lotta contro l’anoressia. Ad aprire la conferenza stampa, che si è svolta oggi a Roma all’Agis, è stata proprio la senatrice Emilia Grazia De Biasi, che ha espresso il massimo sostegno alla Campagna contro l’Anoressia, che ha sottolineato come ‘sul tema della salute mentale il nostro Paese può fare decisamente di più.Per questo serve una sinergia tra il mondo della scuola, le Istituzioni, sia a livello nazionale sia regionale, e il mondo della cultura sui problemi legati agli stili di vita e ai disturbi alimentari. Sono davvero troppe le ragazze che rinunciano a sé stesse’. A ringraziare per la partecipazione all’iniziativa la senatrice De Biasi, è stato Carlo Fontana, presidente dell’Agis, che pur non potendo essere presente alla conferenza stampa, in un intervento scritto ha auspicato che ‘le Istituzioni possano dare il proprio contributo alla Campagna, con un impegno pubblico per il contrasto alle patologie del comportamento alimentare’. Amalia Salzano, presidente dell’Aidaf, ha spiegato di aver deciso di affrontare il tema dell’anoressia perché è un problema che interessa tantissimi adolescenti e quindi anche le scuole di danza: ‘Vogliamo far sentire la voce del nostro settore su questo argomento per evitare il luogo comune che danza sia sinonimo di anoressia e lanciare, invece, un messaggio positivo sulla nostra attività, come modello sociale di riferimento per l’armonico sviluppo psicofisico della persona. Senza un corpo sano non si danza’. Stefano Vicari e Valeria Zanna, rispettivamente primario e psichiatra dell’Unità operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, hanno puntato l’attenzione sugli aspetti medici del problema e sull’importante ruolo della famiglia e anche degli insegnanti delle scuole di danza, che vanno correttamente informati. ‘L’anoressia è un disturbo psichiatrico, ad alta mortalità, che colpisce sempre più minori – ha spiegato Vicari – Sulle cause del disturbo, dobbiamo riuscire a liberare le famiglie, e anche il mondo della danza, da ogni senso di colpa. L’anoressia colpisce chi è biologicamente già predisposto’.

La Campagna e il Manifesto rappresentano un buon modo per informare e per fare un’efficace prevenzione’, prosegue Zanna. Dello stesso parere Luciana della Fornace, presidente di Agiscuola, che sosterrà la Campagna inviando il Manifesto a tutte le direzioni regionali del Ministero dell’Istruzione, affinché arrivi a tutte le scuole interessate. Testimonial dell’iniziativa l’étoile internazionale Liliana Cosi e il coreografo Luciano Cannito. ‘Il corpo è un accessorio, mentre è l’interiorità della persona il motore principale per danzare. L’unicità della danza consiste proprio nell’aiutare i ragazzi ad esprimere la propria personalità’, sottolinea la Cosi e Cannito prosegue ‘in 35 anni di attività nel mondo della danza, credo di aver visto soltanto un caso di ballerina anoressica, mentre ho visto tantissimi ragazzi e ragazze fortemente motivati, con una grande passione e amore per il proprio corpo’.

Il Manifesto, elaborato con il contributo degli specialisti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, e presentato oggi, mira a diffondere l’idea che un bel corpo non si identifica con un unico modello di fisicità che si rifà alla magrezza, concependo la danza come canale di promozione di una nuova cultura della bellezza, espressione di uno stile al di fuori degli stereotipi imposti dai media.

Abbattiamo gli stereotipi, aiutiamo i nostri figli a crescere nella consapevolezza che l’esteriorità non conta, ma conta ciò che si ha dentro. E per combattere i “falsi miti” del mondo che ci circonda, bisogna imparare ad amarsi di più!

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