Fico d’India: proprietà cosmetiche, terapeutiche e nutritive

Il fico d’India è un vegetale appartenente alla famiglia delle Cactaceae, la stessa del cactus e di altre piante succulente. Il fico d’India è quindi una pianta grassa, che può superare i 3m d’altezza e che produce frutti commestibili molto apprezzati.
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Nota già agli Aztechi e agli Incas che la ritenevano una pianta sacra e la conoscevano con il nome di “Nopal”, l’Opuntia (Opuntia ficus indica) è una pianta tipica delle regioni dal clima secco e arido. Noi lo conosciamo con il nome di “fico d’India”.

Il fico d’India è uno dei simboli della nostra isolatitudine, uno di questi segni di appartenenza e diversità che lo rende simbolo della Sicilia, non solo da cartolina. Si può usare tutto di questa pianta miracolosa, spinosa solo d’aspetto ma succulenta e utile nei frutti, nelle caratteristiche pale, nei fiori e persino nel tronco da cui si può estrarre la fibra.

È stata una sorpresa per i ricercatori del Cnr di Palermo studiare e ritrovare nella pianta del fico d’India di San Cono (CT), delle grandiose proprietà benefiche fornendo un prodotto unico al mondo. Infatti, a differenze delle pale di fico d’india essiccati al sole o nei forni, queste non vengono fatte asciugare con l’esposizione solare, mantenendo ugualmente integro il colore verde e le sostanze per gli integratori.

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San Cono è tra i maggiori produttori ed esportatori, la sua, infatti, è una varietà che ha acquisito il marchio DOP, che si distingue per i frutti di grandi dimensioni, la vivace colorazione della polpa e della buccia e la particolare dolcezza e fragranza. Si raccolgono da fine agosto a fine settembre oppure dalla seconda decade di settembre fino a dicembre.

La qualità unica del fico d’India di San Cono viene celebrata ogni anno con la sagra a lui dedicata. La festa è uno dei momenti più importanti e attesi di tutto il paese, in cui si espone e si promuove il prodotto principe locale, orgoglio di tutti gli abitanti, con una ghiotta occasione per i buongustai più esigenti che qui possono venire ad assaporare uno dei frutti più saporiti del Mediterraneo assieme agli altri prodotti tipici.

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Inoltre, i cladodi di San Cono hanno un contenuto di fibra, polifenoli e carotenoidi molto più elevato di quelle di altre aree del Mediterraneo. I carotenoidi sono responsabili del potere antiossidante  del “Nopal”. Ed è questa multifunzionalità unica che sono interessate le aziende della nutraceutica e della cosmetica.

Il fico d’India appartiene al  genere Opuntia che è il più rappresentativo della grande famiglia delle Cactacee comprendendo più di 300 specie.

Sono piante dette “piante grasse” per la loro capacità di accumulare acqua nei loro tessuti e riuscire così a resistere a lunghi periodi di siccità.

Vengono anche chiamate “piante del deserto” perché si sono adattate a condizioni  climatiche che farebbero morire qualsiasi altra pianta.

Infatti sopportano di giorno un calore elevato con alte temperature e di notte bruschi abbassamenti termici.

Una delle specie più conosciute e coltivare è il ficus indica cioè  la pianta del fico d’India che si presenta come una pianta succulenta che può raggiungere i 5 metri di altezza.

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Il fusto è formato da espansioni carnose dette pale o cladodi di forma ovale e appiattita lunghi dai 30 ai 40 cm con una larghezza variabile dai 15 ai 25 cm che unendosi gli uni agli altri formano il tronco e le ramificazioni.

Le pale fanno  le veci delle foglie e assicurano alla pianta la necessaria sintesi clorofilliana.

Sono ricoperte da una cuticola cerosa che limita la traspirazione e posseggono numerose spine che scoraggiano i predatori.

Le spine sono raggruppate, lungo tutta la superficie della pala, nelle areole, circa 150 per pala, dove si trovano sia le spine lunghe uno o due cm che i glocidi spine sottili e piccolissime lunghe appena qualche millimetro.

I glocidi si staccano con facilità  al minimo tocco ma anche per azione di un forte vento e si conficcano saldamente nella cute a causa dei minuscoli uncini di cui sono provvisti rendendo l’estrazione assai difficoltosa.

Dalle areole si generano gli  altri organi della pianta del fico d’India cioè altre pale, i fiori e i frutti.

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Quando le pale diventano vecchie, oltre i 4 anni di età della pianta, sono legnose e costituiscono il fusto mentre le pale giovani nascendo una sull’altra aumentano il volume e l’altezza della pianta del fico d’India.

Gli stomi di questa pianta, aperture situate sopra l’epidermide che consentono gli scambi gassosi fra il vegetale e il mondo esterno,  si aprono di notte richiudendosi durante il giorno.

Questo le permette di usufruire dell’umidità e della frescura notturna evitando il calore del sole.

Questa è una caratteristica del genere Opuntia al quale appartengono piante che essendosi adattate in zone desertiche devono ridurre al minimo la traspirazione a differenza delle  piante di altre famiglie nelle quali gli stomi si aprono nelle ore diurne.

L’apparato radicale non scende molto in profondità, in genere non supera i 30 cm, per contro è però molto esteso.

I fiori compaiono sulla sommità delle pale di oltre un anno di età che possono portare anche una  trentina di fiori ma il loro numero  varia molto a seconda della posizione della pianta e del vigore della stessa.

Sono grandi e spinosi, ermafroditi, con numerosi stami e petali vistosi che possono essere di colore giallo, arancio o bianco a seconda della varietà.

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Fioriscono in modo scalare dalla primavera all’estate e vengono impollinati dagli insetti.

Dai fiori fecondati si generano i frutti che sono bacche ricche di semi, carnose, di forma ovale tronca all’estremità con buccia della consistenza del cuoio ricoperta da un intrico di spine corte e sottili molto pungenti che si staccano con facilità.

Il colore della polpa può essere rosso, bianco o giallino a seconda della varietà.

Un tempo, il fico d’India, e in particolare i suoi frutti e le sue bucce, veniva dato in pasto ai maiali ed ai bovini, poi invece si sono scoperte le sue qualità per la nostra salute e i tanti benefici che derivano dal suo consumo.

Ricca di calcio, fosforo, potassio, sodio e inoltre contiene glucidi, componenti nitrogenati, fibre, vitamine dei gruppi A, B, C e K, clorofilla, riboflavina e proteine. Sono molti gli studi e le ricerche che affermano che il nopal è davvero ottimo per la salute delle persone, poiché aiuta il sistema endocrino, nervoso, immunitario, circolatorio, digestivo e respiratorio.

Inoltre, è molto indicato anche per l’uso esterno ed è utilizzato nella produzione di cosmetici, creme o trattamenti di bellezza sia per la pelle che per i capelli. Sono stati creati anche saponi, shampoo, balsami, gel umettanti, lozioni, pomate, ombretti, ecc. a base di nopal. Nella medicina tradizionale viene usato per trattare le ferite o le bruciature lievi della pelle.

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Può essere consumato in diversi modi: succhi, salse, in polvere, nei dolci, cotto, in insalate, marmellate, zuppe, combinato con cereali, frutta o altri cibi. In cucina il nopal è un ottimo contorno e le sue pale sono così tenere che possono anche essere cucinate marinate, per esempio. È molto popolare anche nei frullati di frutta.

  • Potente antibiotico: inibisce o blocca direttamente la crescita e lo sviluppo di diversi batteri. Le pale di nopal vengono utilizzate come cataplasma e hanno effetti benefici per la pelle, sia sulle ferite che in caso di infezioni.
  • Tratta l’arteriosclerosi: questa infiammazione cardiovascolare causata dalla placca dei vasi sanguigni può essere trattata grazie a questa pianta, che è un eccezionale antiossidante e antinfiammatorio. Consumare regolarmente succo di nopal fresco o in polvere aiuta a prevenire la comparsa di questa malattia.
  • Previene il cancro al colon: il nopal contiene molte fibre dietetiche, solubili e insolubili. Queste ultime assorbono l’acqua e fanno sì che gli alimenti passino più facilmente lungo il tubo digestivo. Inoltre, migliorano la digestione e si incaricano di diluire la concentrazione delle cellule potenzialmente cancerogene nel colon, prevenendo la comparsa di questa malattia.
  • Aiuta a regolare il colesterolo: grazie agli amminoacidi, la vitamina B3 e le fibre, il nopal previene anche l’eccesso di zucchero nel sangue e la trasformazione dei grassi, per cui riduce considerevolmente il colesterolo “cattivo” e i trigliceridi. Elimina anche gli acidi biliari, che si trasformano successivamente in colesterolo.
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  • Migliora il lavoro del colon: grazie ai suoi componenti attivi, aiuta nella prevenzione dell’assorbimento di grassi e carboidrati. Mantiene bilanciato il livello di sangue e aiuta a controllare l’obesità. Il nopal contiene delle fibre che assorbono il glucosio diretto verso l’intestino mantenendo, quindi, questo organo pulito e in condizioni eccellenti.
  • Regola il diabete: o meglio, il livello di zucchero nel sangue di chi è affetto da questa malattia. Grazie ai 18 amminoacidi presenti nella pianta, il corpo avrà più energia e la fatica si ridurrà, per cui anche i livelli di glucosio scenderanno. Rinforza il fegato e il pancreas e aumenta la sensibilità all’insulina, stimolando il movimento del glucosio verso tutte le cellule del corpo.
  • Migliora la digestione: grazie alle vitamine del gruppo B (1, 2 e 3) e C, oltre al calcio, il potassio, il magnesio, il sodio e il ferro. Con il suo potere antiossidante, dà un’ottima protezione contro le tossine ingerite insieme al cibo e diminuisce gli effetti negativi dell’assunzione di alcol o di alcuni alimenti pesanti.
  • Evita la stitichezza: le fibre contenute nel nopal aiutano la digestione, come abbiamo già detto, e quindi prevengono anche i problemi di regolarità intestinale.
  • È un alleato contro l’obesità: grazie alle grandi quantità di fibre, aiuta a ritardare il processo di assorbimento degli alimenti e il passaggio degli elementi nutritivi nel sangue, facilitando anche la loro eliminazione. Permette che i liquidi arrivino più tardi al flusso di sangue, aiutando anche a diminuire la cellulitee la ritenzione idrica. Si raccomanda di consumarlo insieme ad altri succhi, come per esempio quello all’arancia: le fibre insolubili che possiede generano una sensazione di sazietà ed evitano di mangiare troppo. Come se non fosse abbastanza, regola anche il movimento intestinale per permettere di evacuare correttamente.
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  • Rinforza il sistema immunitario: questo è dovuto al fatto che il nopal contiene molte vitamine, soprattutto dei gruppi A, B e C. Apporta anche minerali e molti amminoacidi che aiutano a eliminare le tossine, disintossicare il fegato e annullare gli effetti nocivi dell’inquinamento, del fumo passivo, i problemi derivati dall’alcol, ecc. I suoi elementi fotochimici aiutano il corpo a difendersi dall’attacco di virus e batteri.
  • Previene i problemi del sistema nervoso: aiuta a rilassarsi, ad avere uno stato d’animo migliore e può anche sconfiggere problemi di depressione o squilibri sentimentali.
  • È un eccellente diuretico: il succo del nopal si usa per disinfiammare l’apparato urinario e ridurre i dolori ai reni o alla vescica.

È sconsigliato consumare fichi d’India a chi soffre di diverticoli, i piccoli semini di cui sono composti questi frutti, infatti, potrebbero andare a depositarsi nelle anse intestinali creando infiammazione e aggravando eventuali sintomi giù presenti. Meglio sempre inoltre non eccedere nel consumo di questi frutti per non avere effetti collaterali indesiderati di tipo gastrointestinale.

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La pala del fico d’India è stata utilizzata anche da un’azienda di moda locale siciliana come brand, scegliendo il nome di “Fico essere buoni”, nata da Luca Santanocito e Daniela Farchica, 39 e 31 anni. La pala ormai “fa fico”, dalla maglietta ai bijoux. È un soggetto di moda, lanciatissimo anche da Dolce e Gabbana, adoperato dal design, diffuso ovunque. Proposto come modaiolo centrifugato da aperitivo, con le bucce in pastella fritte e presentate nei coppi, sdoganato come finger food di tendenza. 

 

 

 

 

 

 

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