Decreto sull’etichetta origine derivata del pomodoro

Obbligo di indicare in etichetta l’origine dei derivati del pomodoro, deciso dai Ministri delle Politiche Agricole e dallo Sviluppo Economico

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Arriva in Italia l’obbligo di indicare l’origine dei derivati del pomodoro, a pochi giorni da quello del grano per la pasta che ha fatto insorgere i pastai. A firmare il decreto interministeriale, Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo Economico e il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, in occasione del Forum della Coldiretti a Cernobbio (CO).

Il decreto si applica ai derivati come conserve e concentrato di pomodoro, oltre che a sughi e salse composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Le confezioni dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta il nome del Paese di coltivazione e quello di trasformazione. Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, la dicitura: Paesi Ue, Paesi non Ue, Paesi Ue e non Ue. Se tutte le operazioni avvengono in Italia, si può utilizzare la dicitura “Origine del pomodoro: Italia”.

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“Rafforziamo il lavoro fatto in tema di etichettatura in questi mesi – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina sull’Ansa – come ho ribadito al Commissario europeo Andriukaitis crediamo che questa scelta vada estesa a livello europeo, garantendo la piena attuazione del regolamento europeo 1169 del 2011, dell’articolo 26, paragrafo 3, del regolamento. Il tema della trasparenza delle informazioni al consumatore è un punto cruciale per il modello di sistema produttivo che vogliamo sostenere. L’Italia ha deciso di non attendere e fare in modo che i cittadini possano conoscere con chiarezza l’origine delle materie prime degli alimenti che consumano. Soprattutto in una filiera strategica come quella del pomodoro l’etichetta aiuterà a rafforzare i rapporti tra chi produce e chi trasforma”.

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L’ANICAV esprime piena soddisfazione per la volontà espressa dal Ministro Martina di estendere l’etichettatura di origine ai derivati del pomodoro.

“Salutiamo positivamente le dichiarazioni del Ministro Martina sull’etichettatura obbligatoria di origine anche per i derivati del pomodoro, – dichiara Antonio Ferraioli, Presidente di ANICAV– il Ministro ha condiviso la proposta – che trae origine dalle “Linee di indirizzo sull’etichettatura d’origine dei derivati del pomodoro” approvate nel corso dell’ultima Assemblea dei soci – presentata dall’ANICAV lo scorso giugno, in occasione dell’Audizione alla Camera dei Deputati”.

Inoltre, afferma Giovanni De Angelis, Direttore Generale di ANICAV: “Come ANICAV siamo sin d’ora disponibili ad accompagnare il percorso delineato dal Ministro Martina per giungere alla rapida adozione di un decreto che disciplini l’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine del pomodoro utilizzato per la produzione di derivati che possa finalmente porre un argine alle speculazioni e alle polemiche degli ultimi anni e garantire al consumatore la massima trasparenza. Questo rappresenterà un primo utile risultato, pur nella consapevolezza che sarà necessaria un’omogeneizzazione tra la regolamentazione nazionale e quella comunitaria, per evitare che la norma abbia un’efficacia limitata soltanto al territorio italiano, come sta già avvenendo per la passata di pomodoro.”

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I consumatori hanno, appunto, il diritto di sapere cosa mangiano perché l’origine dei prodotti modifica le scelte economiche degli utenti.

Ma resta ancora da etichettare con l’indicazione d’origine italiana, i salumi, i succhi di frutta, le confetture, il pane, fino alla carne di coniglio

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