Una commossa Laura Boldrini ricorda Cutuli: “La incontrai quattro giorni prima che scomparisse”

CATANIA – Sabato 22 novembre – Teatro Sangiorgi: la due giorni dedicata all’inviata del Corriere. Presenti il Presidente della Camera Laura Boldrini, Ferruccio De Bortoli e l’inviato de “Il sole 24 oreAlberto Negri. Premiati tre giornalisti emergenti per la X edizione del riconoscimento alla Cutuli

Ho conosciuto Maria Grazia nella mia “altra vita”. Era inviata con Alberto Negri in Pakistan. Andammo a visitare un campo profughi, ma dopo quattro giorni non la vidi più’.

Così il Presidente della Camera Laura Boldrini, visibilmente commossa, ricorda la giornalista Maria Grazia Cutuli a Catania, al premio a lei dedicato, che si è tenuto sabato al teatro Sangiorgi. Un ricordo commosso visto dagli occhi di un’attuale Presidente della Camera, che allora era collega della Cutuli. Questo, il momento più toccante della cerimonia, che ha visto il ricordo dell’inviata da parte del Direttore de “Il Corriere della Sera“, Ferruccio De Bortoli e dell’inviato de “Il Sole 24 OreAlberto Negri.

Nell’altra vita – continua la Boldrini – Maria Grazia e io abbiamo condiviso la passione per il giornalismo: tutti mi criticavano perché facevo l’inviata di guerra nonostante Anastasia avesse 4 anni (la figlia del Presidente, n.d.r.). Ma non potevo fermarmi, la storia andava avanti senza filtri e io dovevo raccontarla’.

La missione giornalistica del Presidente Boldrini non si è fermata: ‘L’ultimo viaggio che ho fatto è stato in Giordania due anni fa, in un deserto pietroso con decine di migliaia di rifugiati che mi hanno raccontato tutto quello che succedeva militarmente. Ma le cose si sono cominciate a sapere in occidente solo quando hanno iniziato a decapitare il primo giornalista. Solo allora il mondo ha capito la minaccia. I giovani che si arruolano nell’Isis sono giovani senza riferimenti, senza prospettiva e senza ideali. Sono questi i ragazzi deboli che vengono reclutati. Non dobbiamo consentire a questo stato di imporre il terrorismo per costituire uno “stato”, ma è necessario proporre alternative. Sono stata di recente invitata alla grande moschea di Roma dal centro islamico per aderire ad una campagna di sensibilizzazione. Si sta infatti diffondendo l’idea falsa che i musulmani siano tutti in “odore di terrorismo”, ma la maggior parte di loro sono moderati. Ci sono ovviamente gli estremisti come ci sono anche vittime musulmane in mano all’Isis’.

Dobbiamo smettere di andare a letto col nemico’, dice Alberto Negri riferendosi alle alleanze europee con gli Stati Uniti.

L’inviato, grande amico della giornalista catanese scomparsa tredici anni fa in Afghanistan, parla della mancanza di forze in campo occidentale in grado di contrastare il califfato e della scarsa volontà politica di combatterlo. ‘Non si trovano volontari – dice Negri che combattono contro il califfato, ma si assiste purtroppo ad un crescente arruolamento di giovani da tutto il mondo per combattere a fianco dell’Isis’.

De Bortoli spiega le ragioni di questa tendenza perversa con la ‘Scomparsa del secolo delle ideologie e con un fallimento di integrazione, che fa subentrare così la ribellione anti-sistema occidentale. Mi colpiscono – spiega il direttore del Corriere – il fascino e la presa che la sfida terroristica ha sui giovani che si convertono alla jihad: nella maggior parte dei casi si tratta di ragazzi che hanno studiato, che provengono da famiglie colte e vivono in paesi aperti al mondo. Tra i tanti giovani che si ribellano, molti emigranti e occidentali’.

A vincere la X edizione del premio sono stati Lynsey Addario (fotogiornalista americana con base a Londra, dove lavora per il New York Times, National Geographic e Time Magazine), Amalia De Simone (napoletana, giornalista professionista, laureata in giurisprudenza, direttrice di Radio Siani). Piccola curiosità: la sede della radio è un bene confiscato alla camorra.

La Giuria del Premio per l’anno 2014 è stata composta da: Ferruccio de Bortoli (direttore Corriere della Sera), Lirio Abbate (LEspresso), Felice Cavallaro (Corriere della Sera), Antonio Di Bella (Corrispondente Rai), Gianfranco Marrone (Università di Palermo), Luca Pedullà (Università Kore di Enna), Tobias Piller (Frankfurter Allgemeine Zeitung), Francesco Pira (Università di Messina), Gianni Riotta (La Stampa), Paolo Soldini (LUnità), Giuseppe Vecchio (Università di Catania).

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