Titan, continuano le ricerche del sommergibile disperso negli abissi dell’Atlantico

Domenica 18 giugno, su un sommergibile della OceanGate, 5 turisti hanno iniziato la discesa di circa 3.800 metri di profondità, per esplorare il relitto del Titanic, la nave affondata nel 1912, negli abissi dell’Oceano Atlantico.

Il viaggio verso il relitto è cominciato alle 4 del mattino, a circa 700 kilometri dalle coste del Canada. Dopo un’ora e quarantacinque minuti dall’immersione, si sono persi i contatti con il sommergibile. L’autonomia di ossigeno stimata, era di circa 96 ore, dunque adesso rimangono poco meno di 24 ore. Le ricerche continuano incessantemente ed è corsa contro il tempo per riuscire a salvare tutti i passeggeri. La spedizione è stata organizzata dalla OceanGate Expeditions e ha avuto un costo di 250.000 dollari a persona. A bordo, un milionario britannico, Hamish Harding, un uomo d’affari pakistano, Shahzada Dawood con il figlio diciannovenne, il francese, Paul-Henry Nargeolet e il CEO della stessa OceanGate, Stockton Rush. Sfortunatamente, il mezzo è sigillato dall’esterno e qualora riuscisse a risalire, si potrà riaprire solo con l’ausilio dei soccorritori. Nelle ore precedenti, questi ultimi hanno rilevato dei segnali provenienti dall’area di ricerca, ma la Guardia Costiera locale ha twittato il seguente messaggio: “Queste ricerche  hanno prodotto risultati negativi ma continuano. Inoltre, i dati del velivolo P-3 sono stati condivisi con i nostri esperti della Marina degli Stati Uniti per ulteriori analisi che saranno prese in considerazione nei futuri piani di ricerca”. Al momento, si suppone che un black out abbia fatto saltare tutte le comunicazioni, che un corto circuito abbia provocato un incendio o che il mezzo sia rimasto impigliato fra i resti del Titanic.

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