Teatro: grande successo di pubblico a Messina per “Quando Elektra muore”

Al Teatro dei Normanni di Messina è andato in scena lo spettacolo diretto da Manuel Giliberti.

Grande successo di pubblico venerdì 21 agosto 2015, al Teatro dei Normanni, a San Marco D’Alunzio (Me) dove è andata in scena “Quando Elektra muore”, suite in quattro quadri scritta da Hugo Von Hofmannstahl, diretta da Manuel Giliberti e prodotta dalla Verso Argo Associazione Culturale.

Il regista eretuseo Manuel Giliberti porta un testo che pur risentendo delle influenze della interpretazione goethiana della tragedia greca ovviamente non è esente dallo spirito della Vienna fervidamente intrisa degli studi di Freud e di Breur, invasa di psicoanalisi e attenta alla nuova interpretazione dei miti.

E’ molto interessante oggi ripercorrere questa scrittura dove i temi ricorrenti divengono simboli ossessivi: il sogno e il suo significato, il rapporto edipico, la tentazione incestuosa tra le due sorelle, la vendetta attraverso l’assassinio rituale, la segregazione non solo fisica ma mentale.

Appare modernissima questa visione e si rafforza nella lettura delle note dell’autore, che alla maniera che sarebbe poi stata di Brecht, che suggeriscono una distanza assoluta dalle tentazioni anticheggianti ed etnografiche. Non una Grecia antica suggeriva Hofmannstahl ma un cortile di palazzo, dove oscure segrete e polvere, polvere dappertutto, conservano colpe e segreti irredimibili.

In “Quando Elektra muore” la materia incandescente delle follia e della conseguente lucidità si compone sotto in fissità improvvise, in accenni di danza trattenuta, in una sorta di delirante attonita passione. Le scene e i costumi sono di Rosa Lorusso, le musiche di Antonio Di Pofi, con gli attori con Carmelinda Gentile, Giuliana Di Stefano, Cecilia Mati Guzzardi, Claudia Bellia, Laura Ingiulla, Deborah Lentini, Vladimir Randazzo.

Si rende omaggio, in questa suite in quattro quadri, all’idea più profonda di Hofmannstahl: Elektra vuole allontanare la soluzione tanto cercata nell’incubo, l’abbraccio del fratello e la morte di Egisto, perché il desiderio di vendetta è l’unico sentimento che la tiene in vita. La sfortunata figlia di Agamennone muove così le spirali di una follia dionisiaca che la fulminerà alla fine. Manuel Giliberti.

L’Elektra di Hofmannsthal, variazione novecentesca di quella di Sofocle, paga con la vita la sua missione. Un testo prezioso che Hugo Von Hofmansthal, grande poeta della decadenza viennese, scrisse per Eleonora Duse che lo aveva profondamente colpito. Un testo che la Duse non recitò mai e che è stato ritrovato negli anni ’70 da Antonio Taglioni in un archivio. Una piccola perla, un’opera ad alta concentrazione poetica. Arricchita di una secca k nel nome, questa Elektra ha una pietra nel cuore ed è a sua volta una pietra nel cuore. Simon Weil a proposito della sua vicenda scrive: “Pare fatta apposta per commuovere tutti coloro che, nel corso della loro vita, hanno dovuto conoscere cosa significa essere sventurato. Si tratta è vero di una storia molto antica. Ma la miseria, l’umiliazione, l’ingiustizia, il senso di solitudine, d’essere preda della sventura, abbandonati da Dio e dagli uomini, non sono situazioni antiche, sono realtà di tutti i tempi…”.

Un’altra rappresentazione teatrale andrà in scena giovedì 27 agosto alle ore 21.00 al Teatro dei Normanni, sempre in Piazza Castello, con Sorelle di Sangue, monologo atto unico tratto da Eschilo, Euripide, Von Hofmannstahl, Ritsos, prodotta da CULTART Associazione. Unica attrice in scena Donatella Castrovinci, scene e costumi di Rosario Motta, musiche originali di Daniele D’Angelo per la regia di Davide Monastra.

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