Spazio. Scoperta nell’Orsa Maggiore la Supernova “Heavy Metal”

Straordinariamente brillante e ricca di metalli SN 2017egm è tre volte più vicina alla Terra di qualsiasi altra Supernova precedentemente osservata.

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Raffaella Margutti (Northwestern University): «Emette in pochi mesi tanta energia quanta ne emetterebbe il Sole in 300 miliardi di anni»

Sulla rivista Astrophysical Journal Letters è stato pubblicato lo studio di un gruppo di astronomi coordinati da Matt Nicholl, del Centro per l’Astrofisica Harvard-Smithsonian (Cambridge, Stati Uniti), sulla Supernova “Heavy Metal”.  Straordinariamente brillante e ricca di metalli, la stella si chiama SN 2017egm ed è tre volte più vicina alla Terra di qualsiasi altra precendemente osservata. Scoperta dal satellite Gaia, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), si trova in una galassia a spirale, simile alla Via Lattea, situata in direzione del Grande Carro dell’Orsa Maggiore, a circa 420 milioni di anni luce dalla Terra.
supsupL’altra caratteristica che contraddistingue Sn 2017egm – quella che l’ha resa una “supernova con chiodo, borchie e anfibi” –  è l’anomala quantità di “metalli” presenti nella galassia che la ospita, Ngc 3191Metalli tra virgolette, perché gli astrofisici definiscono tali tutti gli elementi della tavola periodica più pesanti dell’elio, carbonio e ossigeno compresi. Metalli in quantità anomala, dicevamo, perché le galassie che di solito ospitano le supernove superluminose sono invece galassie nane a bassissima metallicità.
È stato subito chiaro che si trattava di una scoperta sorprendente, poiché quasi tutte le supernovae molto luminose conosciute sono state individuate nelle galassie nane, che sono molto più piccole di quelle a spirale. Le galassie nane sono note per lo scarso contenuto di metalli, ritenuto un ingrediente essenziale che rende possibili le esplosioni delle supernovae.

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La galassia che ospita SN 2017egm, invece, come mostrano le osservazioni condotte con il Nordic Optical Telescope (NOT) a Tenerife, ha un’alta concentrazione di metalli.
«Le supernovae superluminose erano già le ‘rock star’ del mondo della supernovae. Ora sappiamo che quelle ‘heavy metal’, come questa, esplodono anche nelle galassie come la Via Lattea», ha detto Nicholl. Se una di esse si trovasse nella nostra galassia, secondo uno degli autori, Edo Berger del CfA, «sarebbe molto più brillante di qualsiasi altra supernova e sarebbe luminosa come la luna piena».

Le supernovae sono fra gli eventi più energetici dell’Universo: si formano quando una stella massiccia esaurisce il carburante e collassa su se stessa, generando un’esplosione durante la quale scaglia nello spazio i suoi strati più esterni, mentre al centro resta il nucleo molto denso. Secondo i ricercatori, nel caso di questa supernova al centro ci sarebbe una stella densa di neutroni altamente magnetizzata, chiamata magnetarMArgutti -306x340«Al momento, però, non abbiamo prove concrete e dirette della magnetar: il problema», dice la Margutti, «è che la magnetar nasce all’interno dell’esplosione, ma noi siamo “accecati” dall’esplosione, e dunque non vediamo la magnetar. Per questo motivo, così come quando per capire meglio le persone ci informiamo su dove vivono, allo stesso modo facciamo per queste supernove superluminose. Cerchiamo di capire “chi sono” imparando dalle caratteristiche dei luoghi dove nascono.  Ed ecco la peculiarità di Sn 2017egm: fino ad ora le supernove superluminose hanno sempre “preferito” luoghi a basso contenuto di metalli, Sn 2017egm invece no. Averla trovata in un luogo molto ricco di metalli rappresenta un’informazione  molto importante, perché ci dice che quello che ritenevamo un ingrediente necessario per formare una supernova superluminosa – ovvero, un ambiente povero di metalli – in realtà non lo è’ affatto. Le supernove superluminose possono accadere in ambienti ricchi di metalli».

Raffaella Margutti, coautrice dello studio sulla supernova Sn 2017egm, assistant professor al Center for Interdisciplinary Exploration and Research in Astrophysics (Ciera) della Northwestern University. Fonte: http://bit.ly/2vpfENF

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