Quanti migranti muoiono ogni anno nel Mediterraneo

La tragedia di Lampedusa, costata la vita a 111 migranti, è una delle più gravi avvenute nel Mediterraneo. Nella rotta verso Sicilia, Canarie e Grecia, si consumano drammi gravi e sconosciuti

La tragedia di Lampedusa, costata la vita a 111 migranti affondati a pochi metri dall’isola dei Conigli, è una delle più gravi avvenute nel Mediterraneo. Nella rotta delle carrette del mare verso il canale di Sicilia, Canarie e Grecia, si consumano drammi gravi e in alcuni casi sconosciuti.

Non è solo Lampedusa il punto d’arrivo dei migranti nord-africani, c’è tutto il canale di Sicilia; Evros e Samos, in Grecia; Las Palmas o Motril, in Spagna. Una miriade di persone che scappano da morte, fame e dittatura, per cercare una vita più dignitosa e che più spesso di quanto sappiamo trovano invece la morte a poche miglia da un’effimera libertà. Secondo Fortress Europe, osservatorio online sulle vittime dell’immigrazione, dal 1998 ad oggi sono morte quasi 20mila persone lungo le frontiere meridionali dell’Europa. L’annus orribilis è il 2011, legato principalmente ai flussi migratori delle varie primavere arabe, in cui solo in Italia si riversarono circa 60mila migranti, 2.352 di questi perirono nell’impresa anche se le stime non possono essere precise perché l’effettivo numero è impossibile da calcolare. Secondo monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, «nel 2013 sono già staticamente oltre 200 i morti accertati nel Mediterraneo: ogni giorno un migrante ha trovato la morte mentre cercava di raggiungere l’Italia e l’Europa». Ma parlava solo pochi giorni fa, dopo i fatti di Scicli: altri 13 morti.

Gli eventi degli ultimi mesi danno il polso di una situazione che difficilmente tenderà a mutare bloccata com’è nella stessa identica fotografia degli ultimi 25 anni. A testimonianza di quello che diciamo, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati, ha contato 8.400 tra migranti e richiedenti asilo sbarcati nelle coste italiane e maltesi da gennaio a luglio di quest’anno. Nel 2012 sono stati 13.200. Il 2013 ha abbassato la media, ma i dati di agosto settembre e ottobre ci dicono che si sta risalendo la china: giovedì 3 ottobre sono stati salvati 117 siriani vicino Siracusa, il 19 settembre la Guardia costiera egiziana ha aperto il fuoco su un’imbarcazione di siriani diretti in Italia provocando due morti, il 17 settembre nelle acque di Ceuta, in Spagna, risultavano disperse 12 persone, lo scorso 11 agosto a Catania 15 morti tra i 130 fra egiziani, siriani e somali partiti pochi giorni prima. Non dimenticando il naufragio di Kos dello scorso 25 luglio, o il Marocco, Malta, Algeria, Turchia, Libia.

Altro canale fondamentale per lo sbarco dei migranti è tra il Mediterraneo e l’Atlantico verso le Canarie. Dal 1988 ad oggi sono annegate 14.307 persone di cui almeno la metà – 8.998 – non sono mai state recuperate le salme. In Italia, tra il canale di Sicilia e le coste magrebine, le vittime sono state 6.835 e altri 5.262 dispersi. Sul versante adriatico proveniente dai Balcani, e nello Ionio tra Grecia e Calabria, sono morte 705 persone e altre 314 risultano disperse. Ogni anno si stima che almeno 200 migranti muoiono annegati o per soffocamento stipati nelle stive delle navi mercantili o in qualche intercapedine dei traghetti. A questi numeri vanno aggiunti tutti quelli che non si hanno notizie di cui si sono perse le tracce, oppure naufragati senza che nessuno si sia accorto, o ancora periti in incidenti di cui non si è avuto conferma. Si tratta evidentemente di numeri imperfetti con l’unica certezza che andranno ad aumentare.(Photo credit LaPresse)

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