Progetto di recupero per l’Anfiteatro di Catania

“Riflettori accesi sull’anfiteatro romano che rischia il degrado”.

Nei giorni scorsi, il servizio realizzato da “Sì, viaggiare” del TG2 ha riportato l’attenzione sul nostro Anfiteatro Romano, purtroppo aperto al pubblico solo parzialmente. L’anno scorso abbiamo denunciato il rischio collasso del monumento: i palazzi settecenteschi e ottocenteschi delle abitazioni limitrofe non hanno un allacciamento alla rete fognaria, pertanto i reflui altamente acidi che riversano nel monumento hanno completamente intriso le pareti murarie dal punto da rendere il loro assetto in implosione. Inoltre, le acque bianche di innaffio del giardino di Villa Cerami, con il loro peso, hanno affossato il secondo ingresso dell’anfiteatro, staccando alcune parti del monumento.

Il Tavolo Tecnico organizzato dalla Soprintendenza con le parti chiamate in causa, ha avviato le procedure per ottemperare alle criticità più impellenti, riuscendo a ottenere in somma urgenza circa € 40.000 impiegati per riprendere l’impalcatura di tubi innocenti completamente arrugginiti su cui erano sorrette le antiche scuderie di Villa Cerami, oggi sede del Dipartimento dell’Università di Catania

Di certo però, l’intervento non doveva e non poteva limitarsi a questo se si considerano le conseguenze che un potenziale collasso del monumento provocherebbe: il crollo dell’anfiteatro di Piazza Stesicoro, oltre a farci perdere un’importantissima testimonianza del nostro patrimonio archeologico, metterebbe a repentaglio la vita degli abitanti che risiedono nei palazzi che affondano le fondamenta proprio nell’area archeologica in questione.

Impropriamente, molti hanno attribuito ogni colpa al Sindaco Bianco e alla sua amministrazione: l’Anfiteatro è di pertinenza regionale e il Comune di Catania non può intervenire in alcun modo se non sollecitando la realizzazione del progetto della rete fognaria (di cui tra l’altro venivano incalzati i dovuti provvedimenti con deliberazione nel 1996).

Il Museo Regionale Interdisciplinare di Catania ha presentato un progetto di riqualificazione che non è risultato idoneo per il PO FESR 2014/2020 di cui è indispensabile conoscere il contenuto per cercare di comprendere le ragioni che hanno portato l’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana a non inserirlo tra le priorità strategiche regionali visto l’enorme potenziale che ne deriverebbe per il settore turistico, per le opportunità di lavoro, e non da meno per la riqualificazione del Centro Storico catanese a cui ne seguirebbe la messa in sicurezza stessa dei suoi abitanti.

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