Petrolio in mare al largo della California

“Dichiarato lo stato di emergenza della città di Santa Barbara dal governatore della California Jerry Brown”.

Recentemente la città di Santa Barbara in California è stata protagonista di un grave incidente: 80 mila litri di petrolio si sono versati in mare a causa di una fuoriuscita da un oleodotto. Il combustibile si è disperso nell’Oceano Pacifico, ma purtroppo c’è un’alta probabilità che si sia esteso oltre, dal momento che si parla addirittura di 400 mila litri. Attualmente si sta intervenendo per cercare di contenere la perdita il più possibile.

Santa Barbara non è estranea alle emergenze ambientali, infatti per la città californiana si tratta del secondo incidente più grave dopo quello del 1969. In quell’occasione 80 mila galloni greggio si riversarono in mare formando uno strato nero, denso e appiccicoso che si depositò sulla superficie dell’acqua  causando la morte di migliaia di cetacei e delfini.

La storia dei mari è segnata da numerosi incidenti ambientali che, uno dopo l’altro, hanno acceso l’attenzione sulla pericolosità del petrolio e della sua gestione. A riguardo sono nati diversi movimenti ambientalisti e il primo Earth Day, che hanno spinto verso la pianificazione di regolamentazioni più severe per l’industria petrolifera.

Da questa situazione è emersa una scarsa conoscenza dei pericoli derivanti da una superficiale gestione del petrolio che è responsabile direttamente e indirettamente dell’inquinamento del pianeta. È stato stimato che ogni anno, lavorando e trasportando il greggio, finiscono in mare circa 1.500.000 tonnellate di scorie, 600 mila delle quali solo nel Mediterraneo.

Ma qual è il vero problema legato al petrolio? La sua gestione: innanzi tutto il lavaggio delle petroliere viene eseguito spesso in prossimità delle coste e in questo modo le acque di scarico contaminate costituiscono una pericolosa fonte di inquinamento.

In condizioni ambientali favorevoli il petrolio si diluisce naturalmente grazie alla capacità auto depurativa del mare. Tuttavia ci sono casi in cui è richiesto un tempestivo intervento dell’uomo, ad esempio dopo i disastri ambientali in cui il petrolio deve necessariamente essere raccolto attraverso un processo di contenimento della chiazza mediante apposite barriere galleggianti. Il problema fondamentale è che in alcuni casi è stata raccolta solo una parte del petrolio e il resto ha contaminato il mare.

Tra le conseguenze più diffuse di questa situazione emerge l’alterazione degli ecosistemi e il rischio di estinzione per la fauna marina e non solo, infatti il piumaggio degli uccelli perde l’impermeabilità e la capacità isolante mentre i mammiferi presentano infiammazioni cutanee, lesioni celebrali e agli occhi.

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