A Medicinema 2020 tre serate su tre “giganti” della regia: Fellini, Pasolini e Wenders

Il ricco programma di “Medicinema 2020. Giornate internazionali del cinema religioso” prosegue proponendo a Todi, dal 12 al 14 agosto, tre serate dedicate ad altrettanti giganti del cinema italiano ed europeo: Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini e Wim Wenders.

PASOLINI

Una tre giorni imperdibile con altrettanti vertici del grandissimo cinema che innalza facendo riflettere sulla vita. Protagonista l’arena a cielo aperto nel cortile del palazzo episcopale di Todi (piazza del Popolo).

Il 12 agosto alle 21 apre “La strada”, capolavoro che aprì a Fellini le porte del mondo con la vittoria dell’Oscar 1954. Un road movie dove personaggi teneri come Gelsomina e brutali alla Zampanò, artista girovago interpretato da Anthony Quinn, si stringono in un buffo duo da romanzo picaresco, o donchisciottesco, lungo un percorso difficile che è metafora esistenziale. Per chi vuole entrare nel gran circo felliniano è consigliato l’appuntamento delle 19 con il critico Andrea Fagioli direttore di Edav in ricordo di un padre gesuita: Nazareno Taddei, straordinario uomo di cinema e di cultura che pagò la sua amicizia per Fellini con l’ostracismo della Chiesa cattolica. Al grande critico, di cui si festeggia il centenario assieme a Fellini, alle 21:00 verrà dedicato un breve lavoro di Auro e Celso Ceccobelli nella riscoperta di un rarissimo filmato d’archivio del 1949 dal titolo “Gli uomini sono stanchi”, cui Taddei prestò la sua consulenza.

FELLINI

Il 13 agosto ancora un momento felliniano con “Le notti di Cabiria”, altro capolavoro con protagonista Giulietta Masina. Sarà incorniciato da un incontro con Luca Biscontini di TaxiDrivers dedicato a Pier Paolo Pasolini (che collaborò per i dialoghi romaneschi di Cabiria), del quale verrà proiettato al termine della serata il cortometraggio “La ricotta”.  Qui appare il grande Orson Welles nei panni di un caustico regista nelle pause di un set sulla Passione di Cristo. Una sorta di back stage con riflessi caratteri antropologici e tensioni dell’Italia primi anni ’60.

WIM WENDERS

Il 14 chiude il trittico il tedesco Wim Wenders, unico vivente tra i giganti in questione, di cui verrà proiettato “Così lontano così vicino” sequel ’92 de “Il cielo sopra Berlino”: uno splendido apologo spirituale introdotto e seguito da una riflessione a proposito degli angeli di Luca Biscontini, sulla falsariga del libro omonimo di Wenders e Mary Zournazi.

Occasioni da non mancare dopo il magnifico esordio di Medicinema con “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman, allucinazione metafisica sul tema della morte, con “Il bacio di Giuda” di Paolo Benvenuti, toccante racconto cristologico, “Il senso della bellezza” di Valerio Jalongo, documentario sulle ricerche del laboratorio ginevrino CERN, tra verità scientifica e rapita contemplazione dell’universo. E con il commovente ricordo dell’indimenticabile Ennio Morricone evocato dai racconti di Alessandro De Rosa e don Marco Frisina, compositori che di Morricone furono collaboratori e amici.

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