Lucarelli day: “Ho bisogno di guerrieri, questa piazza non è come le altre”

Conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore del Catania che ritorna sulla panchina rossazzurra per la terza volta. L’obiettivo è dare solidità al gruppo e fare più punti possibili fino alla sosta natalizia. Il sogno, riportare il Catania in B.

È il giorno di Cristiano Lucarelli, nuovo tecnico del Catania, che oggi ha già condotto la prima seduta di allenamenti e poi, accompagnato dal vice presidente Vincenzo Grella, è stato il protagonista di una partecipata conferenza stampa di presentazione che il tecnico toscano ha aperto con un ringraziamento rivolto ai presenti: “Bello incontrarvi a questa ri-presentazione – la terza -, a parte qualche volto nuovo ed alcuni con qualche capello bianco in più, ormai ci conosciamo tutti”.

Poi Lucarelli traccia il percorso del suo ritorno sulla panchina rossazzurra.

Queste le sue dichiarazioni:

“È tutto stato così improvviso e veloce, per via di una nuova regola che permette questa possibilità, c’è voluto pochissimo per entrare in sintonia con Grella.

Dopo una lunga chiacchierata fatta a Roma ci siamo trovati in sintonia, sulle idee, sul futuro e su quello che deve essere il mio ruolo all’interno della società. È come se ci conoscessimo da sempre.  Ho percepito anche la forza economica di questa società – continua Lucarelli – ed apprezzato il fatto che è formata da persone che non hanno l’anello al naso. Una società solida che non si vuole fare mettere in mezzo ad alcuni giochetti che ci sono nel mondo del calcio. In questo mare inquinato gli squali si moltiplicano e in Italia molte proprietà straniere cadono nella trappola. Sono certo che questa dirigenza ha bene in mente qual è il proprio progetto.”

“In un mondo del calcio che è molto schizofrenico, compresi gli addetti ai lavori, ho molto apprezzato la calma olimpica che Vincenzo ha avuto nel prendersi del tempo per fare la scelta, nonostante le critiche e la spinta della piazza.”

Lucarelli, il ritorno

“Ho rifiutato altre proposte di B che pure mi sono conquistato sul campo per venire a Catania. Ho fatto una scelta perché sapevo dentro di me che prima o poi sarei tornato. Non pensavo così velocemente, viste le vicissitudini ha fatto sì che questa cosa fosse più rapida. Questo mi ha colpito perché nelle parole espresse da Grella ho sempre sentito la certezza di raggiungere l’obiettivo”.

“Questa piazza non è per tutti, nè per calciatori nè per allenatori, ci vogliono determinate caratteristiche. Servono spalle enormi per sopportare il peso di chiamarsi Catania e dover vincere sempre e ovunque.”

“Sono tornato per dare quella “sgasata” finale che in passato, per una traversa e per un palo ci è sfuggita. Questa volta devo fare in modo di riuscire ad agguantare l’obiettivo, magari ci vorrà del tempo, ma sono convinto di farcela.

“Le difficoltà non mi spaventano. Quando mai sono arrivato qui senza trovarle? La natura non ha messo qui per caso il vulcano, i catanesi hanno assorbito il suo calore.

Squadra e prospettive

“Questa è una squadra che ha dei valori, pensare che la Ternana aveva trattato alcuni giocatori che attualmente non giocano nel Catania mi fa impressione.

Vincenzo mi ha dato tutte le rassicurazioni del caso sulla possibilità di migliorare la squadra in caso di necessità, ma se pensassimo oggi al mercato di gennaio avremmo perso in partenza.

Il mio obiettivo è fare più punti possibili da qui a Natale, chiedendo un grande supporto a tutto l’ambiente per cercare di far esprimere i giocatori nella maniera giusta. Devo cercare di lavorare soprattutto sulla testa, è evidente che i ragazzi sappiano giocare a calcio ma devono sbloccarsi mentalmente, ed ottenere un filotto di risultati per acquistare autostima e fiducia.”

“Aldilà della condizione atletica penso che a questo punto della stagione, dopo undici giornate, la totalità dei problemi sia legata alla preparazione. Credo che molto derivi dalla poca autostima a causa dai pochi risultati raggiunti che fanno sembrare la situazione ancora più precaria. Ho visto la partita di Cerignola e ho detto ai giocatori di togliersi lo zainetto da 100 chili che ognuno di loro ha sulle spalle, cominciare a sorridere un po’ di più, perché arrivare al campo preoccupati non aiuta”.

La maglia

“La maglia del Catania non pesa come le altre maglie in questa categoria,ha un peso specifico diverso. Magari alcuni ragazzi che vengono da piazze più piccole possono avere un po’ più di difficoltà. In questa prima fase il “corto muso” può essere una partenza, perché squadra, ambiente e società hanno tutti bisogno del risultato.”

 “Io ho bisogno di guerrieri che stiano in prima linea: dobbiamo tirare fuori le unghie e i denti, ho bisogno di gente che ci crede per uscire da questa situazione ed è quello che ho detto al gruppo. Non sono il tipo che pensa che a novembre si possa gettare la spugna”.

“Qui c’è un progetto che per certi versi può essere simile a quello fatto a Catanzaro nell’arco di due stagioni con l’arrivo di Viviani in panchina. Noi però non vogliamo aspettare un anno e mezzo e per questo vogliamo inserirci nella mischia al più presto”.

 Oggi ho provato a spiegare ai ragazzi che i tifosi non sono arrabbiati con loro, ma sono così innamorati della maglia che anche se il loro figlio indossasse quella maglia se la prenderebbero pure con lui. Rispetto a sei anni fa ho più esperienza, penso sempre che l’allenatore sia un sarto e debba mettere in risalto il materiale a disposizione senza essere troppo legato a determinati moduli”.

Programmazione, valorizzazione e sogno

“L’obiettivo è vincere le partite e valorizzare il prodotto a disposizione. Se ogni anno cambi tanti giocatori e ne fai arrivare tanti di nuovi non fai risultatiC’è da battezzare un gruppo storico di giocatori su cui puntare e poi difenderli fino alla fine, senza criticarli alla prima partita sbagliata. Non voglio essere condizionato da quello che è successo fino ad ora, da oggi si parte da zero. C’è da creare un’anima di squadra, con la programmazione, che è quello che ho trovato a suo tempo a Terni, dove al mio arrivo ho ereditato un gruppo che la società aveva difeso anche in momenti difficili”.

“Non conosco altri modi di risolvere i problemi se non attraverso il lavoro. Intanto mi piacerebbe recuperare tutti gli infortunati. Una idea sulla possibile fisionomia della squadra, una volta che torneranno tutti a disposizione ce l’ho, ma la tengo per me. Questa è una squadra che dà parecchie soluzioni dal punto di vista tattico. Il ruolo di Chiricò? È quello in cui gioca già, devo lavorare con lui per migliorare alcune situazioni di gioco che possono dare dei vantaggi alla squadra.

Tabbiani ha belle idee, cura molto la parte tattica, poi è chiaro che servono i risultati, ci siamo passati un po’ tutti.

Le altre squadre del campionato?

Bisogna rendere meriti alla Juve Stabia che ha fatto gruppo ed è davanti a squadre che sulla carta possono sembrare più forti. Se vuoi arrivare fino in fondo in questo campionato devi sporcarti le mani. Anche l’Avellino col cambio di allenatore ha messo la marcia più alta e a Benevento il direttore sportivo ha fatto un lavoro ottimo di ricostruzione dopo la retrocessione. C’è anche la Casertana che avendo avuto la possibilità di operare sul mercato più avanti, è riuscita a prendere giocatori di livello per la Serie C. Il campionato esprime più squadre che possono lottare per vincere.”

“Io coltivo un sogno! La voglia di chiudere un cerchio che per me non è banale: dare a questa piazza la promozione in serie B. Se penso che un giorno l’arbitro al triplice fischio sancirà tale traguardo con il Catania, i sacrifici avranno un senso. L’ho detto anche ai ragazzi, focalizzatevi su questo”.

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