L’Iran svela ‘nuova nave” da guerra

Intanto Israele monitora la sitiuazione:
“Teniamo i nemici ancora più stretti degli amici”

 

La Marina iraniana ha presentato poche ore fa una nuova nave da guerra dotata di “armi avanzate e sistemi radar di ultima generazione”, annunciando inoltre che Israele sarebbe il “principale obiettivo” se l’America decidesse di lanciare un attacco militare in Siria.

In realtà, l’Iran ha soltanto aggiornato una nave da guerra, installando nuovi radar e sistemi d’arma che avrebbero migliorato prestazioni e potenza di fuoco.

Secondo il governo iraniano la nave può identificare “bersagli invisibili come gli ultimi missili da crociera stealth”.

Ci risiamo.

Ogni volta che scoppia una crisi nella regione del Golfo, l’Iran presenta nuovi mezzi di difesa. Ma proprio l’Iran è conosciuto per esagerare le capacità dei propri sistema d’arma, con pretese espansionistiche che esistono soltanto a livello di propaganda interna, non di certo esterna.

L’Iran è il primo difensore della Siria, fornendo copertura diplomatica e militare per il leader assediato.

Quando il presidente Barack Obama accennò ad un possibile attacco contro la Siria, i leader iraniani risposero rapidamente che la “prima vittima sarebbe stata Israele”.

La prima vittima di questa crisi sarà il regime sionista ha aggiunto Alaeddin Boroujerdi, presidente della Sicurezza Nazionale del Parlamento iraniano e della Commissione sulla politica estera.

La retorica Iraniana è ben nota. Identica a quella della Korea del Nord. Inconsistenti entrambe.

Gli Stati Uniti non hanno commentato la notizia. In realtà, le foto trapelate del nuovo battello, non fanno tremare proprio nessuno.

Proprio Israele, ha risposto mediaticamente come è sua consuetudine, con una frase ad effetto che lascia ben intendere le sue intenzioni.

L’home page del sito dell’IDF è stata aggiornata pochi minuti dopo con una foto di un un F-15 Ra’am con tanto di scritta di una nota massima di di Sun Tzu: “Keep Your Friends Close, Your Enemies Closer”. Che tradotto significa “Tenere vicini gli amici, ancora più vicini i Nemici”.

Chiaro il riferimento ai paesi che hanno minacciato ritorsioni contro Israele se gli Stati Uniti dovessero attaccare la Siria.

L’Iran non ha né le forze nè la preparazione per sostenere un attacco contro Israele. Ricordiamo che proprio Israele ha pianificato ogni possibile scenario, mettendo in stato di allerta tutte le forze disponibili. Anche l’intera flotta di sottomarini classe Dolphin, alcuni dei quali armati con missili Tomahawk con testata nucleare, è stata schierata in funzione deterrente. E questo lo sanno tutti: iraniani, siriani, palestinesi, russi e cinesi. Il mondo teme gli Usa, ma rispetta Israele per la capacità di risposta al fuoco che si basa sulla concezione della sopravvivenza ad ogni costo. Non sarebbe errato affermare che Israele è un paese costruito per combattere.

Qualora gli Stati Uniti attaccassero la Siria, l’Iran probabilmente risponderebbe con attacchi informatici e terroristici portati da cellule indipendenti. In poche parole, verrebbero intensificati gli attacchi asimmetrici contro cui non esiste contromisura. Le tattiche asimmetriche sono assurde, banali, elaborate o di una ovvietà disarmante e portate da insospettabili. Ed è per questo che sono efficaci. Gli attacchi informatici portati da hacker professionisti poi (hackerato per ore, alcuni giorni fa, il sito dei Marine con scritte contro l’intervento in Siria), rappresentano il terrore di ogni governo. Proprio gli americani investono miliardi di dollari nel preparare programmatori ed hacker a difesa della loro rete, ma le contromisure non sembrano ancora essere efficaci.

Nonostante la forte retorica dei leader iraniani, Teheran non ha mai pensato di scatenare una guerra convenzionale contro gli Stati Uniti o Israele.

Ogni ritorsione iraniana avverrebbe in forma irregolare, colpendo civili, generando il terrore ed instillando la mancanza di fiducia nelle istituzioni, provando a destabilizzare il sistema.

La Russia intanto, non si opporrebbe ad un’operazione militare in Siria portata dagli Stati Uniti, a condizione che le responsabilità di Damasco vengano dimostrate, con l’approvazione delle Nazioni Unite. Lo ha affermato il Presidente Vladimir Putin all’Associated Press.

Abbiamo bisogno di una prova evidente – ha aggiunto Putin – Mosca è pronta ad agire con decisione.

Il Presidente Putin ha anche confermato che la Russia ha fornito alla Siria componenti per l’S-300, ma ha aggiunto che le consegne non sono state completate e che Mosca sta attualmente considerando la sua prossima mossa.(Spaziodifesa)

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