“La Sicilia al femminile e non solo…” incontra l’attore e regista Daniele Gonciaruk

Con Daniele Gonciaruk e “La Sicilia al femminile e non solo…” per parlare un po’ di teatro, di Sicilia e di progetti futuri

Daniele Gonciaruk nasce a Messina, attore e regista ma anche autore, sin da giovanissimo sente un irrefrenabile input passionale per il teatro che, dopo l’ingresso nella compagnia della Scuola “Verona Trento” di Messina e il conseguimento della maturità, trasferitosi a Roma, lo condurrà a far parte della prestigiosa Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. E così prende il volo una straordinaria carriera costellata di successi che lo porterà ad interpretare tanti ruoli in opere teatrali di Vittorini, Beckett, Camilleri, Pirandello, Sciascia, Sofocle, Verga, William Shakespeare insieme ad attori e registi di grande rilievo come, per citarne alcuni, Franco Branciaroli, Carlo Cecchi, Turi Ferro, Armando Pugliese, Luca Ronconi. Non mancano le partecipazioni in fiction, film e serie tv e poi vi è anche l’esperienza che matura con l’aver fondato nel 2014 “La Scuola sociale di teatro” a Messina insieme a tanto, tanto altro ancora. Ma la “Magia del Teatro”, che conquista e cattura, non ci stupisce ed è con piacere che cogliamo l’occasione che ci offre questo incontro. 

D – A Daniele Gonciaruk che è qui con noi per “La Sicilia al femminile e non solo…” chiediamo: Se e quanto la tua terra, la Sicilia, ha inciso nelle tue scelte artistiche?

R – Ha inciso e incide notevolmente perché è una terra a cui si rimane legati per sempre. Sebbene Roma sia diventata nel tempo la mia seconda casa, è dalla mia terra che traggo energia ed ispirazione. Ed è necessario tornarci con la mente e con il cuore. Quasi tutti i miei progetti nascono qui, dalla mia terra, dalla mia città.

D – Sin da giovanissimo manifesti la passione per il teatro che si accresce quando entri a far parte della compagnia della scuola “Verona Trento” di Messina. Ci sei ritornato da poco, nello stesso Istituto, proprio per parlare di teatro e insegnare teatro ai ragazzi. Cosa si prova?

R – Un’emozione grandissima. Avevo cominciato a sperimentare il teatro sin da piccolo ma è stato durante i cinque anni di Scuole Superiori che ho cominciato a fare teatro sul serio. Grazie ad un gruppo di insegnanti appassionati e in particolare al maestro Totó D’Urso, lui stesso attore, che allora dirigeva fuori dalla scuola una compagnia teatrale e da cui ho imparato le basi per affrontare quel percorso impegnativo e intenso che è stata poi l’Accademia Silvio D’Amico di Roma, dove ho avuto la fortuna è l’onore di prepararmi e perfezionarmi a questa straordinaria e difficile professione.

D – Oggi che in Italia, e non solo, si vive una situazione non facile dal punto di vista economico ma anche sociale e culturale, quanto l’Arte e, in special modo il Teatro, può incidere sullo “stato delle cose”? 

R – Il Teatro è l’arte che non morirà mai. L’unica che necessita di corpo anima e voce in presenza. Attraverso il Teatro l’uomo ha imparato a conoscersi e a volte credo, a migliorarsi. La funzione del Teatro è imprescindibile per l’evoluzione e la crescita morale, spirituale e critica della nostra sofferente società. E così è sempre stato.

D – Nella tua bella e solida carriera di attore e regista c’è un autore che ti ha particolarmente affascinato e se c’è, visto che siamo qui per “La Sicilia al femminile e non solo…”, un personaggio teatrale femminile che ti è in qualche modo caro?  

R – Shen Te, ne “L’anima buona del Sezuan” di Bertolt Brecht. Il testo racconta della provincia cinese del Sezuan dove giungono tre dèi alla ricerca di qualche anima buona. Ne trovano solo una nella prostituta Shen Te che accorda loro ricovero per la notte. In compenso per tale atto di bontà gli dei danno mille dollari d’argento, a Shen Te, con la raccomandazione di continuare a praticare la bontà. La povera Shen Te apre una tabaccheria e si trova subito addosso uno sciame di parassiti, falsi e veri parenti bisognosi, esigenti fino alla ferocia, da cui Shen Te è costretta a difendersi. Cosa ci insegna questa storia? Che se abbiamo ricevuto un dono, qualsiasi dono, è compito dell’uomo non sprecarlo. Chiunque abbia un ruolo di potere, decisionale, o è nella facoltà di scegliere qualcosa della propria vita o per la società in cui vive, deve avere il compito di scegliere per il bene comune e non agire per calcoli o interessi personali. Brecht come Shakespeare, degli uomini, aveva capito molte cose.

D – Da regista hai portato da poco in scena la tua bella versione corale di “Novecento” di Baricco. Come nasce questa originale visione?

R – In generale mi piace esplorare, individuare singolarità da approfondire.

Nella parte finale del testo si parla di “fantasmi” e allora ho immaginato una versione dove non sia solo un personaggio a raccontare la storia di Novecento ma una schiera di passeggeri-fantasmi che presumibilmente avevano abitato quella stessa nave, il Virginian, e che magari, nel loro viaggio verso l’America e ritorno, si erano imbattuti nella “leggenda del pianista sull’oceano”…

D – Hai già un nuovo progetto? “Un sogno nel cassetto” a cui stai pensando?

R – Più di uno. Il mio cassetto è pieno di progetti. Alcuni aspettano da decenni di essere realizzati. Al momento sto scrivendo uno spettacolo su Shakespeare. Tra i “sogni”, invece, quello di realizzare una commedia musicale da un opera del grande scrittore polacco Isaac Bashevis Singer. Ma non dirò quale per scaramanzia.

Grazie al maestro Gonciaruk  per questo interessante incontro  e attendendo di poter assistere alla messa in scena del suo nuovo progetto teatrale con cui, sicuramente, riuscirà ancora ad ammaliarci e stupirci “tra un sogno e l’altro”, noi vi diamo appuntamento al prossimo incontro per la “La Sicilia al femminile e non solo…” ricordando che questo appuntamento vuole essere il nostro piccolo contributo di “spazio libero” per parlare delle molteplici e singolari personalità che operano sul nostro territorio nei diversificati ambiti socio-culturali esprimendone le tante potenzialità.

Note biografiche:

Daniele Gonciaruk, dopo le prime appassionanti esperienze teatrali da giovanissimo, viene ammesso nel 1991 presso la prestigiosa Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” dove lavora e studia con insegnati del calibro di Mario Ferrero, Marisa Fabbri, Valentino Orsini, Massimo Foschi, Hal Yamanouchi, Luca Ronconi e molti altri. Fondamentali anche le sue esperienze formative con il Gitis di Mosca e l’Istituto del Dramma di Barcellona.

Nel 1994, conseguito il diploma accademico, debutta in teatro diretto da Giuseppe Patroni Griffi in una storica edizione del “Romeo e Giulietta”, e alla regia, nello stesso anno, con lo spettacolo “Scene Americane” di Mario Fratti al Teatro Colosseo di Roma.

Dal 1996 comincia un’assidua collaborazione con il Teatro Stabile di Catania dove è interprete di molti spettacoli, spesso diretti dal regista Guglielmo Ferro, accanto a grandi nomi del teatro siciliano e non solo, da Turi Ferro a Ida Carrara, da Giulio Brogi ad Alvaro Piccardi, spaziando da Shakespeare a Verga, da Pirandello a Bufalino.

Nel 2002 il debutto al cinema con il film “Il Compagno Americano” di Barbara Barni a cui seguiranno fino ad oggi numerose partecipazioni in fiction, film e serie tv, tra cui “Il Capo dei Capi” e la recente pellicola dedicata a Gabriele D’Annunzio, “Il Cattivo Poeta”.

Nel corso degli anni è diretto da molteplici registi tra cui Giampiero Cicciò (La sposa di Messina, di Friedrich Schiller 2002), Walter Pagliaro (“Il tempo e la stanza”, di Botho Strauss, 2005), Walter Manfrè (“Conversazione in Sicilia” di Elio Vittorini (2005), “Il Vitalizio” di Pirandello, 2006), Luca De Fusco (“Il Mercante di Venezia” di W.S, 2006), Armando Pugliese (Chantecler, di Edmond Rostand, 2007, La Bisbetica Domata di W.Shakespeare, 2010), Maurizio Marchetti e Fabrizio Catalano (Todo Modo, di Leonardo Sciascia, 2008), Antonio Calenda (Edipo Re, di Sofocle, 2009), Gabriele Lavia (I Masnadieri di Friedrich Schiller, 2011), lavorando spesso accanto a grandi nomi del teatro italiano tra cui Eros Pagni, Riccardo Garrone, Franco Branciaroli e Giancarlo Giannini.

Come regista mette in scena opere di Shakespeare, (Romeo e Giulietta, Sogno di una notte di mezza estate e l’originale “Shakespeare Horror Story”), Bertolt Brecht (L’anima buona del Sezuan), Iosif Brodskji (Marmi), Luigi Pirandello (I Giganti della Montagna), Peter Weiss (Mockinpott), Neil Simon (Fools), nonché testi originali come il recente “Nudo Shakespeariano” e “Figli delle Stelle”.

Nel 2012 debutta alla regia cinematografica con il film indipendente “Storie Sicilian Comedy” di cui è anche autore. Del 2019 è invece il suo documentario dedicato al grande attore catanese Turi Ferro, dal titolo “L’ultimo Prospero”, presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2019 e selezionato in concorso, tra gli altri, ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento come miglior documentario dell’anno.

Tra i suoi ultimi lavori lo spettacolo di divulgazione scientifica “Figli delle Stelle” e il recente “Novecento”, di Alessandro Baricco, uno studio corale realizzato con i suoi allievi.

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