La nuova Costituzione egiziana e le proteste

Il 15 dicembre si svolgerà il referendum per l’approvazione della Carta fondamentale dell’Egitto. Amnesty international: “Limita le libertà fondamentali e ignora i diritti delle donne”

Il presidente egiziano Mursi ha ricevuto la bozza della nuova Costituzione egiziana dal presidente dell’Assemblea Costituente. Mursi ha ufficializzato la data del 15 dicembre per il referendum con il quale la Carta fondamentale dovrà essere approvata dagli egiziani. In piazza Tahrir, le opposizioni continuano a protestare, anche le associazioni non governative come Amnesty international. L’associazione sottolinea che la Nuova Carta costituzionale  limita le libertà fondamentali e ignora i diritti delle donne. Gli oppositori sono  concordi nel ritenere che “È una Costituzione incompleta, una Costituzione politica fatta su misura per un gruppo particolare, non rispecchia l’interesse generale, non fa il bene del popolo”.

Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International ha dichiarato che “Il contenuto del testo e il modo in cui è stato approvato, costituiscono motivo di enorme delusione per i molti egiziani e le molte egiziane scesi in strada per far cadere Hosni Mubarak e pretendere i loro diritti” .
 Secondo il decreto emesso il 22 novembre dal presidente Morsi, l’Assemblea costituente avrebbe avuto altri due mesi per completare i lavori. Il 28 novembre, invece, la stessa Assemblea ha annunciato che avrebbe finalizzato in una sola giornata il testo, che infatti è stato presentato in una sessione plenaria il 29 novembre e approvato di corsa, senza il tempo necessario per un serio dibattito o per presentare emendamenti.
 La libertà di religione è pienamente consentita all’islam, al cristianesimo e all’ebraismo, mentre non vengono tutelate le minoranze religiose, come i baha’i e i musulmani sciiti.
Inoltre,la Costituzione non riconosce la supremazia del diritto internazionale sulle norme interne e non chiarisce come l’Egitto potrà rispettare gli impegni contenuti nei trattati internazionale di cui è stato parte. Ammette il lavoro minorile, non garantisce del tutto i diritti economici, sociali e culturali.
 Continua Sahraoui “L’elaborazione della Costituzione è stata viziata dall’inizio attraverso una procedura sempre meno rappresentativa. Sollecitiamo il presidente Morsi a riportarla sul giusto binario, in modo che tutti i settori della società siano coinvolti, sia rispettato lo stato di diritto e in particolare il ruolo vitale dell’indipendenza dei giudici, e si abbia una Costituzione che garantisca diritti umani, uguaglianza e dignità a tutte e a tutti” .
 L’Assemblea costituente, a lungo boicottata dai partiti politici di opposizione e dalle chiese cristiane,  non è realmente rappresentativa della società egiziana, ha sottolineato Amnesty International. Al contrario, è un organismo dominato dal Partito libertà e giustizia e dal Partito della luce. All’inizio, ne facevano parte solo sette donne e in seguito il loro numero è diminuito. I partiti di opposizione e le chiese cristiane hanno ritirato i loro rappresentanti dall’Assemblea, denunciando la mancanza di rappresentanti dei giovani e di tutta una serie di formazioni politiche, così come il predominante ruolo giocato dalla Shari’a, ad esempio sulla questione del rispetto dei diritti delle donne.
 L’Assemblea è stata criticata anche per non aver fatto abbastanza per garantire il diritto a un alloggio adeguato, preoccupazione quotidiana per 12 milioni di egiziane ed egiziani che vivono negli insediamenti precari.
 La nuova Costituzione dovrebbe guidare tutte le istituzioni egiziane e descrivere la visione di un nuovo Egitto basato sui diritti umani e sul primato della legge. Tuttavia, ha commentato Amnesty International, dal testo approvato dall’Assemblea costituente escono sconfitti in molti, soprattutto le donne le cui aspirazioni sono del tutto ignorate da un testo che vi fa riferimento unicamente in relazione alla casa e alla famiglia.
 Il referendum rischia di svolgersi senza supervisione giudiziaria, dato che l’Ordine dei magistrati composto da 9500 membri, ha annunciato che non si riterrà coinvolto, per protesta contro il decreto del 22 novembre che minaccia la loro indipendenza.

Intanto, si moltipicano le manifestazioni Al Cairo, ma anche ad Alessandria e nella provincia di Assiout. Vengono contestate oltre alla Costituzione, anche il decreto con il quale il Presidente si è attribuito poteri speciali.

Il mondo guarda con ansia il 15 dicembre.

 

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