La mostra fotografica di Phil Stern

70 scatti del grande fotografo Phil Stern testimoniano lo sbarco degli Alleati in Sicilia nel 1943. Mostra curata da Ezio Costanzo che ha saputo ‘recuperare’  e dar forma un pezzo della nostra storia.
La mostra si può visitare dal 10 luglio al 17 agosto 2013, presso la Galleria del Credito Siciliano di Acireale

 

ACIREALE (CT) – Era il 10 luglio di un ormai lontano 1943, facevano capolino i primi raggi di un sole che, soltanto qualche ora dopo, avrebbe ancora una volta infuocato una Sicilia martoriata da una guerra che si prolungava da anni, ma quello non era un giorno come tanti altri, sarebbe passato alla storia per l’inizio dell’Operazione Husky.

Praticamente tutto il litorale Sud Occidentale dell’Isola, fu occupato dalle flotte anglo/americane, al comando di Patton (VII Armata Usa) e Montgomery (VIII Armata britannica) 160.000 soldati sbarcarono sulle coste siciliane per iniziare quella che sarebbe diventata la rinascita di un’Italia libera dalla morsa tedesca e fascista.

Tra questi militari vi era un ragazzo di ventitré anni, Phil Stern, appassionato di fotografia (sarebbe diventato in seguito uno dei più importanti fotografi di Hollywood oltre che fotografo ufficiale del Presidente Kennedy) e dotato di una spiccata curiosità per tutto ciò che lo circondava.

Phil era un combact cameramen volontario dei Rangers, corpi speciali d’assalto ed il suo occhio perennemente alla ricerca di momenti salienti da immortalare ha colto l’anima, a volte violenta, spesso impaurita ma indubbiamente autentica di quei giorni.

Dopo 70 anni vengono alla luce molti di questi scatti, grazie ad un incontro, quasi fortuito, tra il docente all’Accademia delle belle Arti di Catania, giornalista e storico Ezio Costanzo e lo stesso Stern, oggi novantatreenne.

Da questa intesa il “recupero” di un baule contenente rullini mai sviluppati diventa una manna inaspettata per chi, come Ezio, ha dedicato una vita alla ricerca e alla storia.

Pertanto, da una cernita di settanta di questi inediti ne è nata un’importante mostra prodotta e organizzata dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese con la collaborazione di Regione Siciliana, Assemblea Regionale Siciliana il cui Vice Presidente Salvo Pogliese è stato forte sostenitore, Provincia Regionale di Catania, Fahey/Klein Gallery, Los Angeles, CPiREPS Creative Photographer Inc., Accademia di Belle Arti Catania – Dipartimento Foto e Video, Le Nove Muse Editrice, Museo Storico Sbarco in Sicilia, Sheraton Catania, Regalpetra Viaggi, Tenuta Barone La Lumia, Confindustria Sicilia – Alberghi e Turismo, Sicily Tasting Network.

L’evento, curato dallo stesso Ezio Costanzo, prevede che i settanta scatti, arricchiti da altre cento immagini rilevate dall’archivio dell’Imperial War Museum di Londra siano già visibili al pubblico, dal 10 luglio al 17 agosto 2013, presso la Galleria del Credito Siciliano di Acireale, il tutto successivamente si sposterà al Palazzo delle stelline di Milano e, dal 14 dicembre al 14 marzo 2014, sarà ospitata alle Ciminiere di Catania.

Stern, presente all’inaugurazione della mostra ha confessato la sua grande gioia per il ritorno in quella terra che tante emozioni contrastanti gli aveva regalato tanti anni prima, era un pensiero fisso ci ha raccontato “Ho visto Marylin nella sua casa e le navi da guerra esplodere sotto le bombe delle Stukas, gli occhi blu senza fine di Sinatra e i piedi di Jeams Dean ma prima di morire volevo rivedere la Sicilia”.

Le immagini che si susseguono lungo i corridoi della Galleria sono, talvolta, struggenti nella crudezza dei corpi di soldati carbonizzati accanto a mezzi militari, spesso, teneri nei volti dei siciliani ancora avvolti nella loro realtà dominata dalla paura di una guerra che li aveva stremati o disarmanti nelle espressioni di quei giovani soldati americani che, nei momenti di svago, cercavano di allontanare il pensiero di quello che, forse, sarebbe potuto essere il loro destino, (in soli 38 giorni, morirono oltre 5.000 uomini) perdere la propria vita in una terra lontana per una guerra che non sentivano loro.

Il bianco e nero delle foto esalta tutto ciò, porta a una condizione di estremo coinvolgimento emotivo e, nonostante le tecniche fotografiche dell’epoca, l’ottima definizione delle immagini rende evidente la già allora, naturale predisposizione di Stern a carpire “l’umanità” del mondo che lo circonda.

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