La crisi “ammazzacaffè”, prezzi troppo alti nei bar per cornetto e caffè, la denuncia della Fipe.

Il mondo produce più caffè di quanto non ne beva, ma la crisi investe anche i piccoli consumatori e affezionati del ‘cornetto/caffè’ dei bar.
Torneremo al sexy-caffè casalingo?
 

Chi rinuncia alla sana abitudine di fare una ricca colazione la mattina con cornetto e caffè prima di andare a lavorare? Le sane abitudini non si rinnegano mai, ma adesso in Sicilia questa abitudine collettiva, sta subendo un calo notevole, dovuto alla crisi e dovuto ai prezzi in pianta stabile tenuti dagli operatori dei bar.
Ovvio che tutto parte dalla crisi dei mercati mondiali, africani soprattutto. Si legge: “Le perversi leggi del mercato strangolano i produttori africani“. L’ultima piaga economica che colpisce i Tropici è la crisi del Caffè. Il prezzo è crollato dell´80%, i Paesi esportatori (molti sono africani) sono in ginocchio, milioni di coltivatori sono in rovina. Ma le multinazionali continuano a fare affari d´oro
Il mondo produce più caffè di quanto non ne beva. Ma la crisi attuale ha radici più profonde e complesse: le ragioni del crollo del prezzo sono diverse, come diverse sono le responsabilità di chi sta speculando su questa drammatica situazione. Per completare la speculazione a questo si aggiunge l’invasione del ‘chicco vietnamita’ e della ‘miscela OGM’, come dire che a volte la biotecnologia: una varietà di caffè geneticamente modificata, sperimentata negli Usa, i cui semi maturano tutti insieme consentendo quindi un raccolto completamente meccanizzato, arriverà presto sul mercato.
Il caffè biotech è destinato a rivoluzionare il modo di produrre e smerciare i chicchi è avrà pesanti ripercussioni sull´economia rurale di molti Paesi esportatori. 

Come riportato nell’articolo di
Andrea Lodato sul quotidiano “La Sicilia”, il presidente della “FIPE” Catania” (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi) Massimo Magrì, ha dichiarato: “In molti hanno paura a ritoccare i prezzi per non perdere i clienti. Ma fra poco ci troveremo a essere costretti a licenziare”.
Facendo poi il punto sull’economia regionale, Magrì ha svelato i numeri che stanno dando vita a tutto ciò.” “Oggi parliamo tutti di crisi, aumento dei costi, ma forse pochi sanno che oggi avere un bar sta diventando antieconomico e vi spiego perchè, ad esempio prendendo in esame un caffè; la miscela costa 0,13 l’iva 0,8 lo zucchero 0,2 la corrente della macchina 0,17, la corrente lavabicchieri 0,5 il personale 0,26 e l’acqua per 0,3 per un totale di €0,74. Dunque su una vendita di € 0,80, avremo un margine di guadagno di 0,6 centesimi, significa che su 100 persone che prendono il caffè 6 euro di guadagno, questa è la situazione. E la brioche? Costo materia prima cioè la brioche euro 0,30, corrente congelatore frigorifero euro 0,09, corrente forno ad infornata 0,08 personale 0,12, salvietta di carta 0,02, Iva 0,09; totale? € 0,70 e se si considera una vendita di € 0,90 centesimi, avremo un margine di guadagno di € 0,20 centesimi, significa che su cento individui guadagneremo soltanto € 20”.
Che fare dunque? “stiamo elaborando un sistema su come abbassare i costi fissi, le materie prime ed altri costi – spiega il presidente Magrì – facendo un consorzio acquisti e altre novità che in autunno potremmo iniziare ad attuare. Per il Momento stringiamo i denti e lavoriamo con grandi sacrifici. Naturalmente quando pensate ai costi, considerate anche che tutto ciò vale solo se l’operatore non sbaglia un caffè e non brucia nemmeno una brioche. E se i clienti pagano tutti”.

Forse necessita rinunciare a qualcosa …magari al cornetto al bar, senza però perdere le tradizioni casalinghe di un buon caffè al risveglio. Sono costi di famiglia, ma se il gioco vale la candela?

 

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