“Jazz in vigna”: a Santa Venerina l’allegria in jazz di Stefano Di Battista

Il 21 luglio, per la rassegna estiva organizzata dall’Associazione Algos – Monk Jazz Club di Catania nella Tenuta San Michele di Santa Venerina, il concerto del sassofonista romano in quartetto con Andrea Rea al pianoforte, Carmelo Venuto al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria. Grazie alla collaborazione fra il Monk e il Conservatorio Bellini di Catania in apertura il mini live di Virginia Gangemi, voce, Vittorio Carini, chitarra, Alessio Tirrò, contrabbasso,  e Alfio Liberto batteria.

Da ex studente di conservatorio, non c’è dubbio che il sassofonista romano Stefano Di Battista, protagonista del concerto di venerdì 21 luglio di “Jazz in vigna”, la rassegna estiva organizzata dall’Associazione Algos – Monk Jazz Club di Catania nella suggestiva Tenuta San Michele di Santa Venerina, avrà molto piacere ad ascoltare il mini live di apertura della serata affidato ai giovani musicisti Virginia Gangemi, voce, Vittorio Carini, chitarra, Alessio Tirrò, contrabbasso,  e Alfio Liberto batteria. Per il “Jazz in vigna” 2023, infatti, il Monk ha avviato una collaborazione con il Conservatorio Bellini di Catania e questa è la seconda performance in calendario.
Stefano Di Battista suonerà a Santa Venerina in quartetto con Andrea Rea al pianoforte, Carmelo Venuto al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria. Dino Rubino, direttore artistico di “Jazz in vigna” e del Monk Jazz Club: «Stefano è un amico da tanti anni. E si è dichiarato da subito un fan del nostro socio Giuseppe Asero, sassofonista anch’egli».Il 54enne Stefano Di Battista nasce a Roma da una famiglia di musicisti e appassionati di musica. Ha iniziato a studiare il sassofono all’età di 13 anni in una banda di quartiere, e nei 3 anni successivi Stefano sperimenta quella che sarebbe diventata una delle qualità essenziali della sua musica: l’allegria. Nel frattempo scopre il jazz, innamorandosi del suono “acidulo” di Art Pepper («…immediatamente volevo suonare in quel modo… fu l’inizio della mia passione») e incontra l’uomo che diventerà il suo mentore, il leggendario alto sassofonista Massimo UrbaniLui era un mostro, suonava senza conoscere cosa venisse dopo. Istintivamente»). La sua strada è ormai segnata: Stefano sarà un musicista jazz. Si iscrive al conservatorio, perfeziona la sua tecnica familiarizzando con la tradizione classica del sax conseguendo il diploma con il massimo dei voti a 21 anni. Nel 1992 al Calvi Jazz Festival incontra per la prima volta dei musicisti francesi, primo fra tutti Jean-Pierre Como che lo invita a suonare a Parigi. Per Stefano è una rivelazione: «Quando sono arrivato in Francia, avevo l’impressione di essere nato lì. In Italia avevo l’impressione di non esistere…».
Da quel momento in poi, Di Battista fa la spola tra Roma e Parigi, nel 1994 la sua carriera decolla nella Ville Lumiere. Pilastro dei vari gruppi di Aldo Romano, membro del sestetto di Michel Petrucciani, Di Battista incomincia a pensare alla realizzazione di un progetto a suo nome. Nel 1997 il suo primo album per la Label Bleu, dal titolo “Volare”. Nel 1998 arriva il suo primo ingaggio per la storica Blue Note, per la quale inciderà l’album “A prima vista”. Nel luglio 2000, la registrazione di un disco magistrale dove è affiancato dall’incomparabile presenza di Elvin Jones, il leggendario batterista di John Coltrane, Jacky Terrasson al piano e Rosario Bonaccorso al contrabbasso. Il disco si chiamerà “Stefano Di Battista” e vincerà il prestigioso premio francese Telerama, classificandosi al primo posto nelle classifiche europee come disco più venduto.
In ambito jazz ha collaborato, tra gli altri, con Michel Petrucciani, Fabrizio Bosso, Elvin Jones, Nat Adderley, Greg Hutchinson, Roberto Gatto, Rita Marcotulli, Flavio Boltro, Julian Mazzariello, Richard Bona. Nel 2005 ha partecipato al Festival di Sanremo con la moglie, la cantante Nicky Nicolai con il brano “Che mistero è l’amore” conquistando il 4º posto nella classifica finale (vincitore nella categoria “Gruppi”). Nel pop ha collaborato con artisti del calibro di Claudio Baglioni, Tiromancino, Niccolò Fabi, Renato Zero, Franco Califano. Nel 2021 è uscito con l’album “Morricone stories” omaggio al compositore scomparso cercando il trait d’union fra le melodie e l’imprivvisazione jazz che fu del Morricone degli esordi.
La rassegna “Jazz in vigna” chiuderà il 28 luglio con un’altra prima assoluta, il concerto “in jazz” del cantautore Mario Venuti sul palco di Santa Venerina con Dino Rubino al pianoforte e flicorno e Peppe Tringali alle percussioni.

Info: https://www.ciaotickets.com/biglietti/stefano-di-battista-4et-santa-venerina 

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