Intervista alla poetessa Rita Nappi

“Agrifogli”, il secondo libro della poetessa napoletana Rita Nappi; come gli agrifogli pieni di spine ma belli anche la poetessa sta percorrendo il suo “cammino” di vita tra alti e bassi ma sempre con quella voglia di continuare con caparbietà che è tipica dei partenopei. Capacità di aggrapparsi alla vita ed esperienze l’hanno fatta diventare la donna che è oggi!

Perché ha voluto intitolare AGRIFOGLI questo suo libro  che significato recondito ha?

“Ciao Chiara, ti ringrazio per questa splendida opportunità che mi hai dato. Proverò a spiegare alcune sfumature della nuova opera. In effetti, come Dante ed il suo incipit della DIVINA Commedia, anche io mi son ritrovata a ripercorrere molti strati e “gironi” della mia vita. Tutto ciò che avviene ha un significato, persino la malattia che sto combattendo ora. Non sempre son riuscita a darmi delle ragioni su fatti, azioni o cose che mi hanno ferito, e spesso volte son rimasta perplessa e senza parole, ma come dico sempre: BISOGNA R-ESISTERE. Quindi oggi sono la piccola Rita, a cui devo il coraggio e la ribellione, che si è evoluta in una donna più riflessiva, molto più risoluta e soprattutto selettiva. E durante questo cammino, anche la mia poesia ha subito dei cambiamenti, com’è giusto che sia, perché solo gli ignoranti e gli scettici restano fermi. Inizio col dire che sono due parole ben distinte AGRI e FOGLI proprio per sottolineare l’aggettivo e il soggetto. Si raccontano poesie pungenti, aspre, alcune lasciano un po’ d’amaro in bocca e nella mente, proprio per la durezza e l’estrema sincerità. Ho scelto l’agrifoglio perché è un fiore tipicamente invernale, ed il suo colore rosso va a contrastare il bianco della neve e il grigio del cielo che è caratteristico di questa stagione. Quel rosso, per me, rappresenta la resistenza con la quale ho combattuto i mostri del passato e combatto quelli del presente. L’agrifoglio è un fiore molto particolare, nasce o viene impiantato nel fango o in una terra argillosa. Ed è questa la vera meraviglia: le sue bacche sono rosse e le foglie molto larghe e verdi. Una nascita e crescita in un ambiente ostile, non ostacola la bellezza del fiore. In questa unicità, mi ci rivedo appieno. Ho vissuto la mia infanzia e anche parte della mia vita in un ambiente ostico e non troppo sereno, ma ciò non m’ha mai fermato. Inoltre, ringrazio la mia compagna Suma Mellano per aver scattato questa foto nel giardino della sua casa di campagna. Un aneddoto che mi ha profondamente colpito e orientato alla scelta di questo titolo, risale all’anno scorso. La mia ex psicoterapeuta, diventata poi grande amica e con questo devo ringraziare il “confinement” di Nizza, un giorno mi disse:” Rita, tu sei come quei fiori che nascono e fioriscono dal cemento. Tu hai resistito e resisti.”

Questo è il suo secondo libro di poesie; il suo primo lavoro si intitola “I MIEI ORIZZONTI DI…VERSI”. Anche su questo libro vogliamo raccontare quante poesie contiene e che argomenti ha trattato?

I miei orizzonti di versi” ha racchiuso una parte della mia adolescenza e dei miei acerbi amori, mentre “AGRI FOGLI” racconta di storie, persone ed esperienze che hanno lasciato il proprio segno nella vita. Il libro è composto da circa 40 poesie suddivise in 3 sezioni: Dell’Amore, Lacci del Passato e Rimanenze. Si parla di giuramenti, di amori naufragati ed altri eterni. Si parla dell’amore senza alcuna etichetta, di delusioni, abbandoni e anche vittorie. Si trattano argomenti molto delicati come la pedofilia e il cancro. Ho raccontato la paura di una bambina violata che ha perso la sua fanciullezza ed è diventata donna troppo presto. Ho scritto versi anche sulla leucemia che ho scoperto da poco tempo. E’ un percorso intrinseco che ha una sua logica ed un obiettivo: R-ESISTERE. Troppe volte diamo per scontato che domani sarà migliore, ma ciò che fa la differenza è il presente e l’approccio ad affrontare il passato. Le paure sono zavorre, sono lacci che legano i polsi e ovattano le orecchie, per questo bisogna affrontarli e dire sempre la VERITA’, nonostante possa sembrare di avere un mondo contro. Adoro l’espressione francese <Bon Courage>; è un augurio a non mollare, ad avere coraggio, ed è quello che mi ha permesso di affrontare tutto ciò che ritroverete nel libro”.

Per la gioia dei lettori che amano le poesie, scegli una poesia della prima sezione del tuo libro dedicate ALL’AMORE.

“Per la prima sezione DELL’AMORE, ho scelto questa poesia: A Cheverny (titolo) Ci sono cose che non sono cose ma non sai dare un nome. Somigliano al tepore della casa, al silenzio della chiesa, al momento della scusa. Quando ti chiedi dove sei finito, e metti le mani in faccia per lo stupore per quanto cammino sia stato fatto con ardore. Ti ritrovi in un abbraccio che blocca per ore… Forse lì che si può sostare una vita una volta che sbatti dietro la porta. Ci sono cose che hanno il profumo sul cuscino, del triste arrivederci pardi ad un addio. Ci sono cose che non sono cose, ma sai che hanno il suo nome”.

Per la seconda sezione del tuo libro LACCI DAL PASSATO; quale poesia hai scelto?

“Dei LACCI DAL PASSATO, ho scelto: Preghiera ai violati ( titolo) Che questo reato sia di monito a tutti le genti indifferenti. A chi fa spallucce, a chi gira le spalle, a chi tace e acconsente. Ché la libertà sia un marchio sul cuore e non un alibi, l’umanità dovrò vivere seguendo una regola Amare. Io non confido più nel prossimo, né nel mio come me stesso. Confido nella luce filtrata dalle foglie, dal flebile vento d’estate, dal battere le mani per ringraziare. Confido nei fanciulli di prima, non di oggi. E temo che sia troppo tardi: sento addosso questo macigno di ingiustizie. Tutto è fuorviante, confuso e sterile. Mi avete strappato le vesti, la pelle, i miei stessi occhi… E il senso dell’innocenza. Voi non siete più ieri. Ed io non sarò mai come voi.

E per RIMANENZE (che è la terza sezione del libro ho scelto) Rimanenze (titolo). Quel po’ di me che resta emerge e sfavilla d’improvviso s’abbassa, s’increspa e inciaspa. Mi tengo a freno: vorrei, ma non posso. E’ tutta la vita che scorre davanti non si ferma un secondo. Non riesco ad allungare il dito neanche a quel Dio che mi ha tanto proibito. Resto o vado via? Alibi e scommesse, per chi come me gioca a carte con la morte. Voialtri non v’accostate, non v’affacciate negli occhi, pensate di sapere… E invece quel po’ di me che resta lo lascio lì a me stessa”.

“Nella sezione “Dell’amore”, commenta la poetessa, ho scelto “A Cheverny”, è una chiara dedica d’amore. Fui invitata a partecipare ad un evento culturale composto da musica lirica e poesia al Teatro Monsabré nella Loira, con la mia attuale compagna, lei è una Mezzosoprano. Quel soggiorno è stato unico, non trovavo le parole giuste per ringraziare, elogiare e ricordare un istante così intenso. Un momento perfetto fatto da amore per la vita, amore per la cultura e per la persona accanto. Riguardo la sezione Lacci dal Passato ho preferito questa preghiera ai bambini violati, agli uomini adulti che lottano tutti i giorni contro i mostri del passato e che oggi hanno una corazza, ma anche a quei bambini che non ce l’hanno fatta a sostenere una tomba nell’anima. Bisogna impiantarsi nuovi semi di felicità e resistenza nella mente e nel cuore, prendere per mano quel bimbo e proteggerlo. Ad un certo punto, sarà colui che proteggerà te e ti darà una nuova forza e una nuova vita. Infine, ho scelto la poesia che ha lo stesso titolo della sezione: Rimanenze. E’ un inno alla resilienza, un vero e proprio atto di egoismo, un modo per dire “basta”. Bisogna preservarsi per salvarsi. Come detto in precedenza, Agri Fogli è un libro diverso. Un libro che punta alla riflessione sulla vita, sulle questioni sospese con sé stessi. E’ stato per me un gesto di libertà verso me stessa. Mi piacerebbe che la società, in cui viviamo, dedicasse più spazio alla cultura, al rispetto per la diversità e al supporto concreto alle vittime di violenza e pedofilia. Ognuno di noi è diverso e merita di vivere ed essere felice. Il libro può essere acquistato su IBS.IT”

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